IL PRESIDENTE DELLA LEGA PRO MACALLI: VORREI VIVERE IL CALCIO CHE HO VISSUTO ANNI FA…

IL PRESIDENTE DELLA LEGA PRO MACALLI: VORREI VIVERE IL CALCIO CHE HO VISSUTO ANNI FA…

Il ringraziamento sincero della redazione di sportinoro.com al Presidente Mario Macalli per la disponibilità dimostrata nel concederci l’esclusiva dell’intervista. 

 

Dal 1997 alla guida della terza Divisione professionistica,ieri serie C oggi Lega Pro, Mario Macalli il presidente per eccellenza, nei suoi cinque mandati presidenziali, ha vissuto tanti momenti di un calcio che con il tempo, come lui stesso ha confessato con un velo di mestizia, si è profondamente e inesorabilmente trasformato. E’ cambiato il modo di fare calcio, sono cambiate le persone, mutati i rapporti,ma lui Mario Macalli è riuscito sempre con grande professionalità e indiscusse capacità, a cavalcare l’onda dei mutamenti, rispondendo a tutti con fatti, iniziative, innovazioni. E oggi la Lega Pro è una realtà in continuo divenire, che ha fatto accrescere intorno a sé, l’interesse di tanti appassionati. Con la sua inconfondibile disponibilità Mario Macalli si è concesso ai nostri microfoni raccontando i suoi quasi vent’anni di presidenza, tra grandi soddisfazioni e qualche cocente  delusione.

 

  • Si parla tanto della frammentazione delle gare (Venerdi-Lunedi) e degli orari(11,00-14,00,16,00,18,00-20,45) che sta creando disagi alle società e agli appassionati. Qual è la sua valutazione?

“Credo in questa programmazione diversa delle gare,ci credo perché quando si fa qualcosa di nuovo bisogna avere la collaborazione dei club,dei dirigenti degli stessi e capire la ratio del perché si sviluppano certi progetti in questo mediatici. Sono scelte orientate ad avere un canale nostro tematico ma anche e soprattutto a produrre nel breve dei ricavi a favore delle nostre società. Questa è la funzione.Quando in Lega anni e anni fa, abbiamo ritenuto di modificare quello che accadeva da sempre, ovvero passare dai 2 ai 3 punti per la vittoria,siamo stati accolti con rande riserve. Invece  poi tutti hanno applicato i 3. punti. La stessa cosa ora. Anche in questo caso,si tratta di una novità, che peraltro, suscita grande interesse.E’ evidente che ci possano essere tifosi che si lamentano, società che faticano più di altre, però il tutto è orientato non a creare problemi ai clubs, bensì a risolvere le problematiche delle società,Sino adesso questa nuova struttura delle gare di campionato,ci ha insegnato statisticamente una cosa,determinata dai report che sono in nostro possesso. Abbiamo raggiunto in certe giornate del nostro campionato,partendo dal venerdì al lunedì, più di 500 mila milioni per le nostre partire. Ho  letto per esempio, anche stamattina, che ci sono delle società tipo il Gubbio,che sostengono di aver perso il 44% degli spettatori. Noi abbiamo dati effettivi in controtendenza, in cui rispetto all’anno precedente e nello stesso periodo,si è determinato un incremento di circa 400 unità a squadra. Quindi gli spettatori risultano in aumento e non in diminuzione;e’ chiaro che anche in questo caso, si fanno delle medie. Evidente che ci siano delle piazze  con un grande bacino di utenza e, piazze dove con o senza televisione,non avendo un bacino d’utenza importante gli spettatori son sempre quelli.Siamo convinti che questa scelta possa arrecare dei benefici ai clubs e se lo abbiamo fatto è perchè ne siamo convinti e speriamo di non sbagliarci. Siamo parte in causa nel giudicare, se non avessimo delle convinzioni vere non lo avremmo fatto”.

  •  Uno dei sogni nel cassetto del Presidente Tavecchio è lo stadio senza barriere per il calcio italiano. E’ attuabile questo ambizioso progetto anche in Lega Pro?

“Lo abbiamo sviluppato per primi questo progetto abbiamo sviluppato all’Aquila, abbiamo società come Cremonese,Catanzaro, Pavia che si sono rese disponibili a modificare i propri impianti, togliere le barriere e dare piu’ possibilità a tutti e perché intendiamo avere un calcio aperto a tutti, alle famiglie ai giovani. Noi siamo assolutamente favorevoli al progetto degli stadi senza barriere, e se riusciremo un giorno ad avere tutti gli stadi senza barriere, avremo  vinto la più grande battaglia che si possa vincere nel calcio e nello sport italiano.”

  •  A proposito di impianti e di stadi come Lei sa, la Lupa Roma è stata costretta ad emigrare ad Aprilia, per la mancanza di uno stadio idoneo a Roma. Non Le sembra un paradosso che la Capitale d’ Italia non sia in grado di ospitare gare della Lega Pro?

“Purtroppo non è un problema tipico soltanto di Roma. Perché ad esempio la Giana Erminio gioca a Monza. Certo se Roma avesse un impianto che potesse ospitarla sarebbe meglio evidente, anche perché la Lupa Roma ha compiuto un passaggio importante, ha vinto un campionato e sta ben figurando in LEGA Pro e giocare lontano da Roma non è l’ideale. Però c’è per esempio lo stadio Flaminio, per il quale la Federazione si è detta disponibile alla  sistemazione; credo che sia già iniziato questo dialogo con il Comune di Roma, per dar vita ad un’operazione di  restyling  di questo storico impianto e metterlo poi a disposizione, secondo quello che la FEDERAZIONE riterrà di dover fare. La Lupa Roma ha trovato questa soluzione provvisoria, spero ne trovi a breve  una definitiva, anche perché chi gioca al calcio, gioca per vincere, e quindi credo che anche la Lupa Roma cerchi sempre di migliorarsi. In quest’ottica, domani approdando come gli auguro, in categorie superiori ,avrà l’esigenza di disporre di stadi più grandi e più capienti “

  •  Lei sta consumando il suo quinto mandato da Presidente di Lega. Dal 1997 ha vissuto tanti momenti del calcio, le sue trasformazioni. Quanto è diverso il calcio di oggi rispetto a quell’epoca ed in cosa si differenzia?

“Il calcio è cambiato come è cambiata la vita di tutti noi, il mondo. Il mondo cambia dopo un’ora! Siamo tutti portati ad inseguire delle cose con una velocità stratosferica.Io ho fatto il dirigente di società,il dirigente delle Istituzioni, e nel calcio c’è sempre stata grande amicizia. Ci conoscevamo tutti , eravamo molto amici, siamo cresciuti insieme in un percorso condiviso. Oggi questo ce ancora?  non lo so. Se devo giudicare,per questioni mie personali, mi augurerei di vivere il calcio che ho vissuto anni fa. Oggi, mi deve scusare se lo dico,faccio molto fatica a vivere questo mondo, anche se, ci sono tante persone che ti vogliono bene, capiscono il lavoro che fai, collaborano con te per cercare di fare le cose nel migliore dei modi. Quindi questi valori ci sono ancora, certo ci sono meno che allora,questa è la mia considerazione, un po’ amara è vero,ma forse la colpa non è solo degli altri ma anche mia. “

  •  Macalli Presidente, ha mai avuto un rimpianto, una cosa che avrebbe voluto fare e che non è stato possibile concretizzare?

“Quello che ho fatto l’ho sempre fatto d’accordo con gli altri,indipendentemente da come pensa qualcuno,che io sia nato dittatore, ma per qualcuno magari oggi, fa comodo dire così.Io un rimpianto c’è l’ho. Non aver visto la riforma dei campionati che abbiamo fatto da soli, indirizzata su altre strade. L’utopia cavalcata a suo tempo, insieme all’ex presidente Federale (Abete), che prevedeva una serie A, due serie B, e tre  Lega Pro. Per anni è stata cavalcata, per anni è stata un’utopia, oggi come oggi ,forse bisognerebbe riprendere in mano la situazione, per capire bene ,se si vuole ristrutturare il calcio, come ristrutturarlo a tutti i livelli. Non ho grandi  rimpianti. Se devo dire la verità ognuno di noi è sempre entusiasta di fare determinate cose poi, ha grande amarezze. E le amarezze più grandi ,forse le sto provando in questi anni .Quindi spero di riuscire con onestà, come ho sempre fatto, a chiudere un percorso di vita che mi ha dato grandi soddisfazione ma che mi sta materializzando anche grandi dispiaceri.”