Villalba, vincere ancora e non riuscire a gioire
Niente, non si riesce a portare a casa una vittoria limpida e senza ombre. Eppure il Villalba Ocres Moca 1952 ha mostrato in quasi tutta la gara una superiorità evidente sia sotto il profilo tecnico che tattico, lasciando al Cantalupo rare occasioni da gol e poche recriminazioni.
Ma se dal canto loro i reatini possono tranquillamente dire di aver fatto il massimo possibile per limitare il passivo, lo stesso non si può dire dei ragazzi di mister Daniele De Filippo, visibilmente contrariato a fine gara.
Avanti per 3-0 a metà della ripresa, la gestione del pallone e’ sembrata leggera e approssimativa, anche dopo le sostituzioni, evidente tentativo di cambiare qualcosa in uno spartito divenuto soporifero per oltre 20 minuti di gioco. Tanto che alla fine il gol degli ospiti e’ arrivato, come una sentenza attesa, conseguenza inevitabile di uno svarione difensivo clamoroso.
Di positivo restano i tre punti, la vittoria, la quinta consecutiva, l’ennesima segnatura di Petrangeli, sempre più capocannoniere del girone, la doppietta di Petrucci, capitano coraggioso che sembra aver ritrovato la verve e la forma fisica dei tempi migliori.
Diciassette le reti segnate, solo due quelle subite, primo posto in solitaria e la sensazione di dominio assoluto in questo girone B di Promozione laziale.
Per il resto, contro il Cantalupo il solo Iannotti ha provato, a tratti, a dare logica alle manovre offensive, accelerando i tempi di gioco con dai e vai veloci e di prima intenzione. Intorno a se’ densità nel non possesso e diga centrale nella zona nevralgica del campo, ma poco fosforo nelle ripartenze, lente e con almeno due tempi di gioco di ritardo.
Da rivedere la posizione del giovane Belfiori, molto più incisivo sulla fascia che da mediano, leggermente sotto tono la prestazione del centrale Anselmi, lo stakanovista della difesa che dopo quattro gare senza sbavature si toglie il costume da Superman e dimostra di essere umano.
Perrone bravo ad interdire, meno a costruire, sta tornando in forma lentamente, aggiungendo spessore al centrocampo tiburtino.
Quando entrano Silvestrini e Loreti sembrano maggiormente a proprio agio nel ruolo, anche se il resto della squadra ha allentato le redini già da qualche minuto.
De Filippo a fine partita ha lanciato un paio di urlacci, che seguono a quelli di Sant’Angelo Romano.
Se c’è anche il tempo di perdere le staffe dopo una vittoria mai in discussione, vuol dire che forse stavolta il sogno inizia a prendere corpo.
E i tifosi continuano a spellarsi le mani in tribuna.
Ufficio stampa Villalba Ocres Moca 1952