Di Alessandro Bastianelli.
Ci si attendeva un grande spettacolo, Rieti e Atletico hanno ripagato le attese dei tanti tifosi giunti allo Scopigno per assistere al big match del Girone G di Serie D.
È stata una partita accesa, viva, in perenne tensione fra le giocate dei fuoriclasse in campo – Nanni e Massella da una parte, Scotto e Tirelli dall’altra – e il normale nervosismo che anima gare così importanti.
Vien da dire, in primis, bravo al direttore di gara Pascarella di Nocera Inferiore. Al di là del rigore, ritenuto generoso da più di qualcuno, la gestione della gara è stata buona, con particolare attenzione e buon senso nelle situazioni più rischiose, risolte tutte con il dialogo ed un atteggiamento fermo.
Il dato più evidente dello scontro diretto è che il Rieti, in casa, non permette a nessuno di dettare legge. Neanche ai più tecnici del girone. Ci ha provato, e come se lo ha fatto, l’Atletico di Scudieri, che ha disputato una prima mezz’ora di gara ottima, sulle corde di quanto voluto dal mister aeroportuale: palleggio e cinismo.
I due gol del provvisorio due a zero ospite sono arrivati, se vogliamo, nel momento migliore del Rieti, uscito fuori dopo un quarto d’ora di equilibrio, ma l’Atletico non ha segnato assolutamente per caso. Sia il primo gol di Nanni, che il raddoppio di Massella, sono giunti sugli sviluppi di azioni elaborate, avvolgenti, in pieno stile Atletico.
La fatale bravura del Rieti è stata quella di accorciare le distanze poco prima della fine del primo tempo, dando una grossa sferzata alla psicologia del match, obbligando gli aeroportuali a fare discorsi diversi nella ripresa. Meno gestione, più sofferenza, e un punto portato a casa che riflette un pareggio giusto.
Certo, gli amaranto-celesti avrebbero voluto e potuto vincerla, sopratutto nel finale, caratterizzato dagli errori di Scotto e Graziano sotto porta, ma ieri era sacrosanto non perdere: un successo dell’Atletico avrebbe significato un +5 in classifica davvero complesso da colmare.
L’Atletico mantiene alto il morale e, sopratutto, la consapevolezza di essere una grande squadra. Non solo nei nomi, ma nel gioco e nella maturità, fattore quest’ultimo cangiante della gara di ieri.
In tutto ciò, a sorridere è il Latina, che inizia a sbirciare il primo posto dopo un treno di 4 vittorie consecutive. Il Latina, completata la rosa e passata la fase di rodaggio (dovuta a una preparazione iniziata tardi), sta assaggiando i livelli richiesti dal blasone societario e dal calore dei tifosi.
Adesso i compiti sono diversi per Chiappini, che dovrà gestire sia l’entusiasmo dei suoi giocatori, sia i malumori delle prime donne nerazzurre, come Cittadino che ieri non ha preso bene la sostituzione.
Il Latina è sicuramente fra le maggiori candidate alla promozione in Serie C, e Rieti ed Atletico devono tenerlo presente nel loro duello infinito. Senza trascurare, ovviamente, Albalonga e Trastevere che, seppur con un paio di passaggi a vuoto, rimangono sulla scia delle prime due, a 4 lunghezze dal primo posto.
In finale, ampliando lo sguardo, le rose di Atletico, Rieti e Latina sono numericamente e qualitativamente superiori a quelle delle inseguitrici. Se Albalonga e Trastevere vorranno dire la loro anche per il primo posto, e non solo per i playoff, dovranno compiere ulteriori sacrifici a Dicembre, mettendo dentro un paio di giocatori (un difensore per i granata, un centrocampista per i biancocelesti) in grado di dare il cambio agli ottimi titolari.