Il calcio a volte racconta delle storie complesse, difficili non solo da vivere ma anche da immaginare, che si concludono con un lieto fine, in questo caso grazie al progetto “Un Altro Calcio è Possibile” e alla Fondazione “Terzo Pilastro”.
Quella che vi raccontiamo oggi è la storia di Zaharadden Dan Almajiri, per tutti noi “Zahara”, ragazzo classe 2000, che ha esordito (ha già al suo attivo due reti) in Eccellenza e ha conquistato la convocazione per il raduno della Rappresentativa Juniores del Comitato Regionale Lazio da parte del tecnico Marco Ippoliti in vista del Torneo delle Regioni.
Un ragazzo che attraverso il calcio ha trovato la sua strada e che grazie al progetto “Un Altro Calcio è Possibile” oggi veste la maglia del Grifone Gialloverde.
Siamo partiti dal lieto fine, perché a volte lo sport nasconde, dietro il volto di un ragazzo sorridente, una storia di sofferenza e coraggio allo stesso tempo.
Zaharadden scappa, insieme alla madre, dalla guerra civile e dal gruppo terroristico Boko Haram che aveva attaccato il suo villaggio, Ghoza Local in Nigeria, all’età di 10 anni.
Si rifugiano in Libia, dove riesce a coltivare la sua passione per il calcio giocando in una squadra locale.
Poco dopo la madre muore e lui si ritrova solo in un Paese non proprio tranquillo con alle porte un altro conflitto civile.
Tra paura e difficoltà decide di salire a bordo di un “barcone” di fortuna per tentare la traversata dalle coste libiche all’Italia.
Riesce a raggiungere il nostro Paese, viene accolto e trasferito in un centro predisposto per la prima accoglienza in Puglia.
Da qui la svolta e l’incontro con Domenico Zalatin della Comunità “Verso l’infinito e oltre” di Oria (Brindisi), parente di un ufficiale della Guardia di Finanza, che lo aiuterà nel primo periodo in Italia sino a farlo trasferire a Roma, dove oggi vive nella Casa Famiglia San Giuseppe e dove trova la sua tutor Rosaria, un vero e proprio punto di riferimento per lui.
Una vita che lo ha messo di fronte a moltissime difficoltà, in pochissimo tempo, Zaharadden è nato nell’agosto del 2000.
Uno step dopo l’altro, un ostacolo da superare e poi un altro ancora.
Zahara ha mostrato in ogni momento un grande coraggio, una grande determinazione.
In ogni momento della sua vita, però, c’era sempre un denominatore comune che caratterizzava e caratterizza le sue giornate: il pallone tra piedi.
Superato il primo step ovvero la fuga dal suo Paese di origine.
Oltrepassato l’ostacolo Libia e giunto in Italia, arriviamo al quarto ed ultimo step: il Grifone Gialloverde.
Dopo un’attesa lunga sei mesi, aspettando le pratiche e i documenti per effettuare il tesseramento in Federazione è arrivato l’esordio con la maglia gialloverde e un impatto che ha sorpreso tutti.
Sono già due i gol messi ha segno, uno contro la Cavese e il secondo nella vittoria sul Colleferro.
Zahara è un ottimo atleta ma soprattutto un ragazzo che si è fatto apprezzare sin da subito da tutti: compagni di squadra, dirigenti e staff tecnico lo hanno accolto alla grande, grazie al suo sorriso e alla sua disponibilità.
Abbiamo aperto e chiuso la sua storia con il lieto fine, come è giusto che sia dopo un percorso così duro che lo ha portato in pochi anni dalla guerra in Nigeria alla famiglia del Grifone Gialloverde.
Zahara è uno dei simboli di questo Grifone, è uno degli ambasciatori del progetto “Un Altro Calcio è Possibile”, in cui tutti crediamo a partire dal Presidente Generale Romano per arrivare al Consiglio Direttivo e a tutti coloro che fanno parte della famiglia gialloverde.
La storia di Zaharadden è solo la prima di una lunga serie di risultati, obiettivi, traguardi raggiunti grazie al supporto della Fondazione “Terzo Pilastro”.
Zahradden Dan Almajiri, diciotto anni nigeriano, ha visto la morte da vicino nel 2009, in un incidente nel quale ha perso la vita il papà.
Dopo essersi spostato in Libia sulla rotta dei migranti, nel 2014 perde anche la madre, vittima di un attentato nei pressi dell’aeroporto di Tripoli durante la guerra civile.
Zahradden rimane solo, la sorella fugge in Arabia Saudita dove e lui nel 2016, pur non sapendo nuotare, decide di tentare la traversata in gommone verso l’Italia.
Sopravvive incredibilmente al naufragio rimanendo attaccato ai resti del barcone capovolto e, sbarcato in Sicilia, viene trasferito in un centro di prima accoglienza in Puglia.
Grazie al progetto ‘Un Altro Calcio è Possibile’, promosso dall’Associazione tra finanzieri Grifone Gialloverde con il supporto della Fondazione “Terzo Pilastro”, arriva a Roma e viene ospitato presso la Casa Famiglia Protettorato San Giuseppe.
Viene iscritto a scuola, ammesso a frequentare la Seconda Media, con immediato profitto, è impegnato nel percorso Scuola-Lavoro come aspirante pasticcere.
Il pomeriggio spazio alla sua passione dove opera come volontario nella Scuola Calcio Gialloverde di Piazza Armellini, insieme agli altri ragazzi della casa famiglia, occupandosi in particolare dei diversamente abili.
Per lui il calcio e lo sport sono veicoli di integrazione e, dopo un’attesa di oltre otto mesi per i documenti, corona il suo sogno e scende finalmente in campo con la maglia del Grifone nel Campionato di Eccellenza, siglando due gol e facendosi notare dallo staff tecnico della Rappresentativa del Comitato Regionale Lazio della Lega Nazionale Dilettanti.
E’ il testimonial perfetto della filosofia di fondo del movimento calcistico gialloverde e della sfida lanciata dal Presidente, il Generale della Guardia di Finanza Raffaele Romano: “Consentire ai ragazzi di crescere in un ambiente sano, ricco di valori positivi, nella convinzione che lo sport, esercitato con costanza, passione e determinazione, aiuta a fortificare il carattere, istillando valori culturali determinanti per la formazione dei giovani.
La conoscenza reciproca, l’aggregazione, il coinvolgimento e l’integrazione rappresentano una risorsa imprescindibile per tutto il movimento”.
Su queste basi è stato creato il progetto “Un Altro Calcio è Possibile”, del quale la storia di Zahradden Dan Almajiri è solo uno degli straordinari traguardi raggiunti.
La progettualità coinvolge diverse aree di intervento con specifici obiettivi:
– Sviluppare ulteriormente un polo di Calcio Femminile garantendo una opportunità ‘rosa’ oggi poco presente e coinvolta nel mondo del calcio per accogliere le bambine in un ambiente tutto per loro con team esperti.
– Permettere una maggiore partecipazione ed integrazione a quei bambini ed a quelle famiglie che non possono accedere alle iscrizioni della scuola calcio, per problemi economici o logistici, tra cui gli immigrati.
– Percorsi formativi per ragazzi e ragazze diversamente abili.
– Formare gli allievi all’educazione civica preparandoli al mondo del lavoro.
Tanti gli obiettivi raggiunti dal Grifone Gialloverde che hanno dimostrato concretamente che la possibilità di vivere e interpretare il calcio con una prospettiva differente è possibile, come la storia di Zaharadden insegna.
(Ufficio Stampa Grifone Gialloverde)