Nella giornata di ieri abbiamo ospitato le parole del direttore sportivo dell’Atletico Morena, Emiliano Leva, per avere da parte sua un’opinione relativa ai tanti episodi controversi accaduti nel match di domenica scorsa al Pietro Desideri di Fiumicino.
Come correttezza impone, speravamo di raccogliere anche le considerazioni dei padroni di casa che però, in un primo momento, avevano preferito rimanere in silenzio.
Oggi tuttavia il Fiumicino ha cambiato idea e dunque ospitiamo con piacere le riflessioni di patron Simone Munaretto che di seguito riportiamo.
“Ho letto le parole del direttore dell’Atletico Morena e mi trovo d’accordo su molti punti.
Mi corre, però, l’obbligo di puntualizzare che domenica al Desideri era ed è stata una festa, con tanti bambini contenti di seguire i loro beniamini e in qualche caso i mister in campo con la prima squadra.
Sembra che ci sia stata una guerriglia, ma i fatti sono stati ingigantiti a dismisura.
Certo, le bombe-carta esplose dai tifosi dell’Atletico Morena le pagheremo noi, ma pazienza era necessario almeno dirlo.
Per quanto riguarda i fatti di campo, concordo al 100% con il direttore: al 90’ finiscono.
Per quanto riguarda Camara, vorrei dirgli che è normale che i giocatori più pericolosi, calcisticamente parlando, siano un po’ bersagliati dal pubblico, ma di razzismo non parlerei assolutamente.
Nella mia società fortunatamente ci sono cristiani, musulmani, ebrei, testimoni di Geova, ortodossi, bianchi, neri e gialli come mio figlio che ha la mamma giapponese.
Siamo di tutti i colori e ci piace da morire.
Comunque ha ragione il direttore, al quale mando il mio personale in bocca al lupo.
Finisce qui”.