Quelli contro la Pfc dell’ex Scorsini sono stati tutti snodi che hanno fortemente caratterizzato la stagione del Civitavecchia.
Il primo, di fine estate, fu in occasione del Secondo Turno Preliminare di Coppa Italia a Vignanello e finì ai tiri di rigore con l’affermazione dei nerazzurri ed il successivo ripescaggio dei viterbesi.
Il secondo, qualche settimana più tardi, segnò l’inizio di una serie tutt’ora attiva di risultati utili da parte di Marinaro e compagni, ma sancì anche l’inizio della riscossa e della conseguente rimonta in campionato di Ruggiero e soci.
Il terzo è storia recente e riporta alla memoria quanto accaduto una manciata di giorni fa in occasione di gara-1 di una semifinale che apertissima doveva essere e tale si è rivelata anche nel suo primo atto.
La rete di Vittorini ha comunque spostato gli equilibri e quindi la squadra del Presidente Patrizio Presutti sarà chiamata all’impresa di battere i rivali con almeno un paio di reti di scarto, impresa non semplice vista la caratura dell’avversario.
Al netto del turno di squalifica che costringerà Luciani a sostenere i suoi compagni dalla tribuna e della probabile assenza di Cerroni che ha subito un colpo ad un ginocchio un paio di settimane fa ed è in forte dubbio, Castagnari avrà tutti a disposizione e nel ventaglio delle soluzioni offensive un ruolo primario lo avrà chiaramente quel superbo attaccante che risponde al nome di Renan Pippi.
L’ex Gremio (nella foto di Alessio De Luca, ndr) è ormai da tanti anni una presenza fissa nel nostro calcio e continua ad essere quel puntero straordinario che nel Lazio imparammo a conoscere ai tempi del Guidonia di Pochesci e che poi abbiamo continuato ad apprezzare nel corso di una traiettoria straordinaria che dall’estate scorsa lo ha condotto sul Tirreno, dove ci ha messo davvero poco ad entrare in sintonia con i compagni di squadra e a diventare uno dei beniamini del pubblico nerazzurro.
Mi racconti come nacque l’idea di venire a giocare in Italia nei primi anni 2000?
“Sono cresciuto nelle giovanili del Gremio, la mia squadra del cuore.
Quando non avevo ancora compiuto diciotto anni, fui chiamato dal Perugia per fare il Campionato Primavera, ma venni immediatamente girato al Chieti in Serie C.
Da lì è cominciato il mio percorso in Italia, qui sto bene.
D’altronde anche i miei bisnonni erano italiani ed ormai anch’io lo sono (sorride)…”.
Nel corso di una recente puntata di “Sport in Oro”, con Sandro Pochesci siamo tornati a parlare di quel meraviglioso Guidonia di cui facesti parte anche tu.
Che ricordi hai di quei tempi?
“Quello è stato un Guidonia bellissimo.
Da quella squadra emersero calciatori come Capodaglio, Mazzarani, Barrago e bomber Zanchi.
Era una squadra piena di entusiasmo, magari avevamo un po’ troppo la fissa di buttarci in avanti per fare gol, ma ci siamo divertiti un sacco, perché eravamo freschi e liberi mentalmente.
Eravamo tutti un po’ più giovani, bei tempi…”.
Spesso, soffermandoci sulle tue qualità, ci siamo chiesti perché un giocatore come Renan Pippi non abbia giocato con maggiore frequenza tra i professionisti.
Secondo te, perché non è accaduto?
“Mah, alla fine in C ho giocato otto anni, realizzando una cinquantina di gol.
Di soddisfazioni me ne sono tolte tante e sono comunque orgoglioso di quello che ho fatto.
Io penso che, alla fine, la carriera di un giocatore rispecchia sempre il suo valore ed io sono contento così, perché ho sempre dato tutto me stesso con cuore e sacrificio”.
Tra le tante che hai indossato, a quale maglia sei rimasto più affezionato?
“Il Gremio resta la squadra del mio cuore e per la quale tifo.
In Italia sono stato bene nella maggior parte dei posti in cui ho giocato.
Senza fare torto a nessuno, mi piace menzionare le stagioni a Monterosi, quella del record di punti a Frascati e, come dicevamo prima, quelle agli inizi nel Guidonia”.
Giochi da pochi mesi a Civitavecchia, eppure ti sei integrato subito benissimo.
Cosa ti piace di più di questa piazza?
“Qui mi trovo bene, mi piace la città e sono stato accolto alla grande da tutti.
Ho stretto legami di amicizia che vanno oltre il campo con i compagni e con la dirigenza.
Tutto questo mi sprona a dare tutto me stesso, cercando di essere d’aiuto alla squadra”.
Secondo molti osservatori, giocate il calcio più piacevole del girone.
Per arrivare in Serie D dove dovete migliorare?
“All’inizio dovevamo imparare a conoscerci e ci abbiamo messo un po’ di tempo per trovare la giusta quadratura.
Dopo le prime giornate eravamo piuttosto in basso in classifica, poi le cose sono cominciate a girare per il verso giusto.
Forse possiamo migliorare nella gestione dei match, perché alcune partite potevamo riuscire a portarle a casa e non ci siamo riusciti per un pizzico di inesperienza.
Non dimentichiamo che, a parte me, Ruggiero, Funari e la Rosa, questa è una squadra piuttosto giovane e quindi è normale che si possano commettere degli errori, ma io sono convinto che con il tempo ed attraverso il lavoro cresceremo ancora.
Io non mi nascondo e dico che, secondo me, siamo noi i più forti nel nostro girone.
Massimo rispetto per il Pomezia che è una squadra molto solida ed attrezzata ed anche per W3 e Pfc che sono estremamente organizzate, però io sono convinto del mio pensiero e delle qualità del Civitavecchia”.
Domani sarà una gara molto intensa.
Per recuperare la rete di scarto bisognerà puntare su una partenza aggressiva fin dai primi minuti come contro il Pomezia ai Quarti di Finale o attendere con pazienza l’occasione giusta?
“Durante la stagione abbiamo cercato di giocare un calcio offensivo in tutte le occasioni.
Lo abbiamo fatto anche a Vignanello dove abbiamo perso per un singolo episodio.
Credo che domani loro ci attenderanno per poi provare a ripartire.
Noi abbiamo caratteristiche diverse e, secondo me, non dobbiamo snaturarci”.
Di compagni di reparto forti ne hai avuti tanti in carriera.
Capitan Ruggiero dove lo collochi nella tua personale classifica?
“Gigi è un giocatore in grado di decidere un match da un momento all’altro.
Lo ha fatto anche domenica scorsa contro un’Aranova che mi ha fatto davvero un’ottima impressione”.
Chi è stato il più forte in assoluto con cui hai giocato?
“Spero che nessuno si offenda, perché non voglio fare torto a nessuno, ma dico Fanasca.
Con Orlando abbiamo giocato cinque o sei stagioni insieme, vincendo due campionati.
Un giocatore fantastico, in grado di giocare in tanti ruoli e sempre con enorme qualità.
Con lui m’intendevo ad occhi chiusi in campo e fuori, perché parlavamo la stessa lingua calcistica.
È stato indiscutibilmente quello con cui mi sono trovato meglio”.
Domani che Civitavecchia devono attendersi i tifosi nerazzurri?
“Quando giochi partite come queste devi dare tutto.
Devi farlo per la gente, ma anche per te stesso.
Domani scenderemo in campo con grandissima voglia ed entusiasmo e pronti ad affrontare una battaglia”.