La rete di Gabriele La Rosa al quarto minuto di recupero della semifinale di ritorno con la Pfc rimarrà a lungo impressa nella memoria degli appassionati del nostro calcio regionale.
D’altronde, non capita tutti i giorni che una semifinale così aperta ed equilibrata tra due formazioni che stanno vivendo un percorso esaltante nell’attuale stagione viva un epilogo del genere.
Alla vigilia della finalissima che opporrà i nerazzurri di Massimo Castagnari alla Tivoli 1919 di Carlo Pascucci non possiamo esimerci dal chiamare in causa proprio il formidabile interno dei tirrenici (nella foto di Alessio De Luca, ndr), tra i protagonisti più attesi di una sfida che promette grandi emozioni.
Vorrei tornare con te indietro nel tempo fino al quarto minuto di recupero della semifinale di ritorno con la Pfc.
Ricordi ancora qualcosa dopo il cross dalla destra di Funari?
“Beh, posso solo dirti che dopo il loro gol ci siamo ritrovati catapultati tutti in avanti alla disperata ricerca di un’altra rete.
Io credo che abbiamo dominato la partita, poi alla fine siamo stati costretti ad incassare una mazzata.
Dopo un momento di scoramento, tuttavia, siamo stati come attraversati da una scarica elettrica, da un filo che ci univa.
Ci credevamo ancora, volevamo crederci ancora.
Thomas è riuscito a portare questa palla in area, io me la sono trovata sul destro ed ho calciato.
È stata un’emozione fortissima, intensa.
Ricordo solo un enorme boato ed una corsa di cento metri per la quale ancora non riesco a spiegarmi dove abbia trovato le energie (sorride)…”.
Avevi mai vissuto qualcosa di simile nella tua carriera?
“Di emozioni il calcio me ne ha regalate tante e di tutti i tipi.
Il gol allo scadere con fischio finale subito dopo, però, no.
Cose simili non accadono tutti i giorni”.
A fine match mister Castagnari ha ammesso che in qualche circostanza nel passato non eravate riusciti a compiere il salto di qualità definitivo.
Dove avete trovato le energie fisiche e nervose per riprovarci di nuovo dopo la rete del 2-1?
“Giocare ogni tre giorni non è facile e mi sento di fare i complimenti a tutti i miei compagni di squadra.
In queste partite abbiamo dato fondo a tutte le nostre energie nervose e sembra incredibile che siamo soltanto a metà cammino.
Essere però in lizza su entrambi i fronti deve renderci orgogliosi”.
Le immagini di mercoledì scorso sono diventate virali nel giro di pochissime ore.
Quante volte le hai riviste?
“Le ho riviste e sono stato raggiunto da tanti messaggi di amici che mi hanno fatto enormemente piacere, perché mi hanno dato modo di ripensare spesso a quel momento.
Anche se recente, quello però ormai è il passato, quindi è giusto metterlo da parte e concentrarsi sul presente e sull’immediato futuro”.
Secondo te, domenica scorsa con l’Ottavia avete pagato un po’ il dispendio di quattro giorni prima o magari inconsciamente eravate già con la testa al Tre Fontane?
“Non penso che fossimo già mentalmente proiettati verso la finale.
Chi ha visto la partita ha assistito ad un’altra grande prestazione da parte del Civitavecchia.
Magari è mancata un po’ di brillantezza da parte nostra, venendo da un vero e proprio tour de force.
Se fossimo riusciti a portarci per primi in vantaggio, magari avremmo potuto gestire la partita in maniera diversa, chissà…
Del resto, l’Ottavia aveva in campo gente esperta come Neri, Di Bari e Benedetti ed ha lottato con il coltello tra i denti.
Dopo aver cambiato qualcosa nel secondo tempo, abbiamo trovato meritatamente il pari e nell’ultimo quarto d’ora li abbiamo schiacciati, ma non siamo riusciti a trovare il raddoppio.
Peccato…”.
Ora siete scivolati ad otto punti dalla capolista.
È ancora possibile rimontare il Pomezia?
“Sono dell’opinione che ad inizio anno ci sia servito un po’ di tempo per amalgamarci.
All’ossatura di squadra delle stagioni precedenti, in estate si sono aggiunti elementi nuovi e dunque era necessario consolidare determinati atteggiamenti e meccanismi tattici.
Con il tempo insieme al mister abbiamo messo su un mattoncino dopo l’altro per trovare una nostra identità ed a partire dalla gara con l’Ottavia nel girone d’andata lo abbiamo dimostrato tutte le domeniche.
È vero che in campionato gli scontri diretti con le rivali per il titolo non siamo riusciti a portarli dalla nostra parte, però in coppa siamo stati impeccabili ed a mio giudizio abbiamo conquistato in modo più che meritato la finale.
In campionato comunque ci siamo via via avvicinati alla vetta ed anche ora ogni discorso è aperto con i tanti scontri diretti che ci aspettano.
Otto punti di distacco dal Pomezia sono tanti, ma manca ancora molto alla fine del torneo.
È pur vero che se loro mantengono l’attuale ruolino di marcia sarà impossibile riprenderli.
Ci siamo allontanati, ma noi siamo in ballo e vogliamo continuare a ballare.
Non dimentichiamo che ci sono ancora tanti scontri diretti da giocare…”.
Mancano poco più di ventiquattro ore alla finalissima con la Tivoli.
Come si batte una squadra che tra coppa e campionato non perde da venticinque partite consecutive e che viaggia ad una media di due reti e mezzo a partita?
“Bella domanda, ma posso garantirvi che noi ci metteremo tutto quello che abbiamo a livello di energia, di tecnica e di cuore per far sì che questa finale possa essere emozionante e, possibilmente, vincente”.
Cosa temi di più degli amarantoblù?
“Uno come De Marco ogni anno è una conferma, così come bomber Danieli che però non sarà in campo.
Poi c’è Damiano Binaco, con cui ho giocato insieme ai tempi del settore giovanile della Lazio ed è un mio grande amico, così come Alessio Fatati con cui ho condiviso lo spogliatoio anni fa.
Cosa posso dire?
Della Tivoli temo i dati, che sono impressionanti.
La loro forza la conosciamo: non hanno mai perso, ma noi ce la metteremo tutta.
Io ritengo che una finale debba essere vissuta essenzialmente come una vetrina per i club e per i calciatori.
È emozionante arrivarci e provare a vincerla, però un’eventuale sconfitta non deve essere vissuta come un dramma, anche perché poi c’è comunque un campionato da giocare e non devi in alcun modo portarti dietro delle scorie”.
Spesso si dice: il Civitavecchia è fortissimo nell’undici-base, ma ha poche alternative.
Come si può ovviare alle assenze di due come Pippi e Cerroni?
“Per quanto riguarda l’aspetto tattico, non è di mia competenza.
Io so soltanto che chiunque giocherà darà tutto.
Ogni calciatore della nostra squadra ha valori importanti, sia a livello tecnico che umano”.
I tifosi nerazzurri sono da sempre il dodicesimo uomo in campo per il Civitavecchia.
Cosa ti senti di dir loro a ventiquattro ore da questo appuntamento così speciale?
“Io posso dire che durante la stagione questo legame con i tifosi si è alimentato ed arricchito in modo bi-direzionale.
Loro sono molto coloriti e ci sostengono enormemente.
Il loro amore per il Civitavecchia ha permesso anche a noi di sviluppare un senso di appartenenza forte nei confronti del club e della città.
Noi ci sentiamo in dovere di fare nostro e trasmettere noi stessi questo sentimento verso i nostri colori”.
Alcuni ex giocatori della Vecchia mi hanno detto che, se la indossi, la maglia del Civitavecchia ti rimane sulla pelle.
È così?
“Potrebbe essere una giusta affermazione.
Chissà, magari nelle mie vene ormai scorre sangue nerazzurro (sorride)…
Scherzi a parte, per me è un enorme orgoglio indossare questa maglia ed onestamente spero di portarla in giro anche per le altre regioni…”.