L’incontro con Andrea Cataldi è ormai da qualche stagione uno degli appuntamenti ai quali siamo più affezionati.
Ex difensore roccioso del nostro football regionale, Cataldi da sempre nutre una passione incontenibile per questo sport e solo all’età di 43 anni ha definitivamente appeso gli scarpini al chiodo per cominciare la sua seconda vita calcistica da allenatore, dopo che la prima lo aveva portato a vestire le maglie di Ostiamare, Acilia, Almas, Romana Gas, Collatino, Priverno, Fara Sabina, Ciampino, Ceccano e Torrenova.
Da allenatore ha invece avuto modo di guidare Torrenova, Fiumicino, Pescatori Ostia, Cantalupo, Palocco, Virtus San Basilio e Virtus Roma.
Come spesso accade, quando non ha ancora legato il proprio nome a qualche club, cogliamo l’occasione per attingere alla sua esperienza e coinvolgerlo in lunghe chiacchierate ad ampio spettro sul nostro movimento, senza disdegnare qualche giocoso pronostico sui campionati che viviamo.
Cominciamo da un tema caldo.
Che ne pensi della modifica al regolamento che da qualche settimana consente agli allenatori esonerati entro il 30 novembre di accasarsi in un’altra squadra appartenente ad una categoria diversa o ad un girone differente della medesima categoria?
“Personalmente sono d’accordo, la condivido.
Se ne parlava da anni e trovo giusto, anzi doveroso, che sia stata applicata, perché a volte accade che un tecnico sacrifichi le proprie ferie ed i suoi affetti per occuparsi della preparazione estiva e che una società decida di sollevarlo dall’incarico dopo pochissime partite, come è accaduto a me lo scorso anno a causa di rapporti che si erano deteriorati con parte della dirigenza della Virtus Roma.
Magari, è la tempistica che si potrebbe correggere…”.
In che modo?
“L’esempio del Campionato di Eccellenza è lampante.
In quella categoria la stagione è cominciata ufficialmente il 4 settembre, ciò significa che un allenatore potrebbe stare in panchina per complessive dodici giornate ed avere la possibilità di essere comunque chiamato da altre società.
Francamente mi sembra troppo.
Non trovo giusto che il 30 novembre sia la data limite anche per le categorie inferiori che sono partite un mese dopo”.
Quale potrebbe essere la soluzione a questa disparità di trattamento?
“Io stabilirei un limite massimo di un mese dall’inizio ufficiale della stagione del campionato in cui si allena.
Se io siedo sulla panchina di un club che comincia il 1 settembre, per trovare nuova sistemazione devo essere esonerato entro il 1 ottobre.
Se invece alleno dove il campionato prende il via il 1 ottobre, l’esonero deve arrivare entro il 1 novembre.
A mio giudizio, servirebbe elasticità”.
Quest’anno il Campionato di Eccellenza è tornato alla sua veste precedente.
Che ne pensi?
“Qualche partita l’ho vista e mi sono fatto l’idea che ci sia ancora qualche squadra meno attrezzata delle altre, ma che in generale il livello medio si sia alzato”.
Nel Girone A chi pensi sia favorito per il successo finale?
“Innanzitutto, mi permetto di fare i complimenti all’Aureliantica Aurelio di mister Mastrodonato, che da giocatore era uno veramente tosto da affrontare e che anche da tecnico sta dimostrando il suo valore.
Nella corsa al titolo i miei personali favori vanno ad Anzio e Civitavecchia, ma suggerisco di prestare attenzione anche al Centro Sportivo Primavera che, secondo me, può giocarsela fino in fondo”.
E nel Girone B?
“In questo caso credo che la classifica attuale nei piani nobili rispecchi già i valori delle squadre in lizza.
Sora e Gaeta hanno entrambe giocatori importanti, di categoria superiore.
Sono piazze storiche e che hanno alle spalle tifoserie calde ed appassionate.
Per me il campionato se lo giocheranno loro…”.
Veniamo al Campionato di Promozione, che nelle ultime stagioni hai frequentato assiduamente…
“E’ vero, poi in questa categoria ho davvero tantissimi amici.
Approfitto di questa nostra chiacchierata per salutare Pino Porcelli, Mauro Natalini, Andrea Di Giovanni, Alessandro Sbaffi, Gianluca Berruti, Fabrizio Morelli, Stefano Iannotti, Christian Lodi, Vincenzo Palluzzi, Livio Rocconi ed Emiliano Leva”.
Una lista lunghissima.
“E’ normale dopo tanti anni di calcio (ride)…”.
Anche su questa categoria c’è molto da dire.
“Parto col rimarcare che aver applicato anche quest’anno la formula della passata stagione l’ho trovato profondamente ingiusto per gli investimenti dei club.
Io avrei aperto almeno ad un play-off, coinvolgendo le seconde e le terze classificate di ogni girone”.
A detta di tutti, il Girone A è complicatissimo…
“Sono d’accordo, ma per me alla fine se lo giocheranno Grifone ed Ottavia.
Mi sembrano le due formazioni più complete del gruppo”.
Il Girone B appare meno decifrabile.
“In questo caso punterei su S. Angelo Romano e Sporting Montesacro.
Credo siano loro le favorite al salto di categoria”.
Veniamo al Girone C, dove sono confluite realtà del litorale ed altre dell’entroterra.
“Penso che le migliori siano lo Zena Montecelio e quella Pescatori Ostia, che è una delle mie ex squadre da allenatore”.
Chiudiamo con il Girone D.
“Questo è forse il raggruppamento che seguo di più, lo trovo molto interessante dal punto di vista qualitativo.
Credo che la favorita d’obbligo sia il Valmontone, che ha tutte le carte in regola per aggiudicarsi il torneo.
Forse l’unica avversaria in grado di impensierire la squadra di Di Loreto è l’Atletico Morena, una società che stimo moltissimo”.
Mister, che tipo di calcio stiamo vedendo ai giorni nostri?
“Un calcio profondamente cambiato rispetto ai tempi in cui cominciai io, questo è innegabile.
Ho avuto la fortuna di essere allenato da gente come Lanfranco Barbanti nel settore giovanile della Roma e poi da uomini preparati e carismatici come Pasquale Camillo, Riccardo Firotto, Ermanno Fasciani e Fausto Salfa tra i dilettanti.
Questi sono i tempi in cui negli spogliatoi installano i televisori e mettono la musica per motivare i calciatori.
All’epoca erano cose impensabili”.
Che ricordi hai del tuo esordio in prima squadra da giocatore?
“Fu un esordio fortunato.
Giocavo nell’Ostiamare in quella che ai tempi si chiamava Interregionale e vincemmo a Sulmona grazie ad un gol di Marco Fracas”.
In quegli anni ne hai marcati parecchi di attaccanti di valore.
Quali sono stati gli ossi più duri?
“Forse quello più difficile era Daniele Boncori, ma non posso non citare gente come Sandro Bucri, Massimo Castagnari, Giampaolo De Luca e Massimiliano Bizzarri.
Erano tutti fortissimi e non posso non salutare loro e tutti i ragazzi della mia generazione”.
Com’è nata l’idea di cimentarti in panchina?
“La passione l’ho sempre avuta, poi la spinta definitiva me la diedero quelli che all’epoca erano i due presidenti del Torrenova, ossia Gualtiero Mailar e Davide Vinci, che qualche stagione fa, con la squadra in difficoltà, mi chiesero se me la sentissi di ricoprire il ruolo di player-manager in Promozione.
Chiudemmo in alta classifica, fu una bella esperienza”.
Qual è l’obiettivo di Andrea Cataldi?
“Tornare presto in panchina, è ovvio.
Cerco un progetto in Eccellenza o Promozione con persone che possibilmente capiscano di calcio e che siano corrette ed oneste circa gli obiettivi stagionali”.