Anche al Vittorio Tamagnini la Boreale ha confermato di essere una delle formazioni in assoluto più ostiche da affrontare nel Girone A di Eccellenza.
La squadra di Mirko Granieri, facendo leva sulle proprie qualità, è riuscita ad imbrigliare la capolista Civitavecchia, centrando tre punti pesantissimi per la propria classifica e conquistando il decimo risultato utile di un avvio di stagione straordinario.
Stante la contestuale sconfitta dell’Aureliantica Aurelio, i biancoviola di via della Camilluccia sono rimasti l’unica formazione ancora imbattuta in categoria.
Un dettaglio che dopo dieci giornate di campionato non può chiaramente essere frutto di mera casualità ma che è la logica conseguenza di un percorso che fu già ottimo nella passata stagione, come sottolinea lo stesso allenatore dei romani.
State continuando nel solco di quanto fatto nella passata stagione.
La squadra sembra migliorare partita dopo partita.
Qual è l’aspetto di cui vai più orgoglioso?
“Nel nostro ambiente spesso si parla a sproposito di progetto-giovani, ma a metterlo realmente in pratica sono poche società.
Noi che ogni domenica schieriamo dal primo minuto due ragazzi nati nel 2005 siamo tra queste.
Sono fiero di lavorare in un club che dà seguito con i fatti alle sue parole, dando tempo ai tecnici ed ai calciatori di crescere.
D’altronde, tutte le cose ben fatte esigono tempo e negli ultimi due anni la Boreale ha letteralmente cambiato marcia.
Se le cose stanno andando bene, i meriti vanno suddivisi per tutte le componenti, ma mi permetto di assegnare una nota di merito al mio staff.
Senza le persone che ne fanno parte, quello che abbiamo fatto fin qui non sarebbe stato possibile”.
Dieci risultati utili consecutivi non sono mai un caso.
Come si arriva a conquistarli?
“Siamo stati bravi a sfruttare il lavoro della passata stagione senza snaturarci.
Sia chiaro, a volte qualche errore lo commettiamo, ma nei ragazzi vedo sempre grande voglia di migliorarsi e di rendersi partecipi del lavoro.
Quando arrivo al campo, spesso trovo già metà squadra riunita e questo è splendido, perché dà la dimensione dell’unità che si respira.
Se devo essere onesto, un gruppo del genere non mi era mai capitato di allenarlo”.
A Civitavecchia siete stati protagonisti di una prestazione perfetta.
Come siete riusciti a disinnescare la capolista?
“Aver trovato la rete del vantaggio dopo una decina di minuti ci ha aiutato molto a costruire la partita che volevamo.
La bellissima rete di Casavecchia ci ha permesso di aspettarli bassi ed azionare correttamente i raddoppi per poi attaccarli in velocità.
Una delle chiavi è stata quella di non concedere gli uno contro uno, siamo stati bravi”.
Proprio Casavecchia ha celebrato alla grande il suo compleanno, firmando una doppietta.
Cosa gli hai detto nello spogliatoio?
“In realtà abbiamo parlato pochissimo.
La sua maggiore qualità è la sua forza mentale, che garantisce sicurezza a lui stesso ed ai suoi compagni.
Leo è il giocatore più mentalizzato che abbia mai allenato, è straordinario”.
Con voi si rivaluta l’importanza di un semplice pareggio.
È il ritorno della politica dei piccoli passi?
“E’ vero, di pareggi ne abbiamo colti tanti, ma noi non siamo mai scesi in campo con l’obiettivo di strappare un punto.
Nei risultati c’è anche un pizzico di casualità.
Il campionato corre e noi non possiamo fermarci, ma dobbiamo puntare costantemente a migliorarci ed anche un pareggio può essere utile.
Dobbiamo essere consapevoli delle nostre qualità, ma restare umili.
Nella vita, si sa, seguire il cuore è facile, mentre può risultare più complicato seguire il cervello…”.
La formula di questa stagione è meno tortuosa di quella dell’anno passato.
La Boreale può permettersi di fare un pensierino ad obiettivi più nobili di una salvezza tranquilla o è chiedere troppo?
“Noi sappiamo perfettamente per quali obiettivi possiamo competere, quindi sarebbe deleterio lasciarsi andare a voli pindarici.
Dobbiamo essere abbastanza intelligenti da capire che non dobbiamo esaltarci quando le cose vanno per il verso giusto, né deprimerci nelle difficoltà.
Quando ti senti bravo acquisisci sicurezza, ma questa non deve mai sfociare in presunzione, altrimenti sono guai”.
Domenica al Don Orione arriva il Campus Eur, secondo step di un trittico difficile che si completerà sette giorni dopo nella tana dell’UniPomezia.
Che partita prevedi?
“Basta scorrere il loro parco-attaccanti per capire il loro livello.
Hanno dei valori molto alti.
Purtroppo per noi li affronteremo in un momento in cui hanno recuperato dopo un periodo difficile, mi aspetto una gara complicata ed impegnativa”.
Dopo dieci giornate un’idea complessiva sulla proposta del torneo possiamo farcela o bisognerà attendere il mercato di dicembre per capire chi realmente potrà aggiudicarsi il girone?
“Come era prevedibile, quest’anno il livello del torneo si è clamorosamente alzato dopo il ritorno ai due gironi.
Dieci giornate sono già un indicatore abbastanza credibile ed a mio giudizio le due formazioni più competitive per il successo finale sono Civitavecchia ed UniPomezia”.