Certosa, gli obiettivi di Russo: “I giovani sono il futuro del nostro club, in futuro vorremmo schierare gente con il neroverde nel cuore”

Certosa, gli obiettivi di Russo: “I giovani sono il futuro del nostro club, in futuro vorremmo schierare gente con il neroverde nel cuore”

Archiviata con olimpica serenità la sconfitta sul campo della capolista Sora, il Certosa si accinge a smaltire le ultime due fatiche dell’anno solare prima della sosta natalizia.

La strada dei neroverdi, attualmente quarti a cinque punti dalla piazza d’onore, verrà incrociata prima dall’Itri e poi dal Terracina.

Di strada da percorrere ce n’è ancora tanta e, come di consueto, sul finire dell’anno ci si può dedicare con calma ed in modo compiuto ai bilanci che per mister Marco Russo non possono non essere in attivo.

Dal suo avvento in panchina nell’estate del 2021 la squadra ha vissuto una crescita significativa, centrando al primo anno una brillante salvezza nel Girone A e confermandosi anche quest’anno tra le prime forze del Girone B.

Una parabola, quella del club di via di Centocelle, che coinvolge anche il settore giovanile, dove tutti i gruppi si stanno ottimamente disimpegnando nei rispettivi campionati, e nella scuola calcio che sta crescendo sensibilmente grazie al lavoro serio e puntuale della dirigenza.

I complimenti sono d’obbligo, ma fatalmente essi comportano una presa di coscienza ed il contestuale obiettivo di provare a tagliare traguardi ancor più prestigiosi nel prossimo futuro.

 

Mister, partiamo dalla sconfitta di domenica scorsa al Tomei.

Il Sora è davvero ingiocabile per le altre?

“Il Sora è oggettivamente forte, ma non lo ritengo invincibile.

Lo testimonia anche la gara di Coppa Italia di ieri pomeriggio che anche loro possono essere sconfitti.

Chiaramente parliamo di una squadra composta da numerosi giocatori di categoria superiore e che, se lasciati liberi di giocare, non ti perdonano.

Secondo me è questa la loro vera forza.

Ne approfitto comunque per fare i complimenti a mister Ciardi, una persona dall’umiltà unica”.

La lotta per il secondo posto è ancora tutta da vivere e voi siete tra le squadre che possono aggiudicarselo.

È quello l’obiettivo di fine stagione o ci stiamo spingendo troppo in là?

“In tutta onestà, dico che i primi a capire le nostre reali potenzialità dovremmo essere io ed i miei giocatori.

Purtroppo, a volte vedo una squadra che tende a sentirsi appagata dopo una vittoria e poi magari scivola in occasione di match contro avversari alla nostra portata come è accaduto contro Pro Calcio Tor Sapienza e Monte San Biagio, ad esempio.

Dobbiamo crescere ed imparare ad essere più incisivi per chiudere le partite o per riaprirle.

Anche domenica scorsa a Sora abbiamo preso una traversa con Jukic e poi abbiamo creato cinque potenziali occasioni senza mai concludere in porta.

Possiamo e dobbiamo fare meglio”.

Domenica arriva a Centocelle un’Itri che ieri ha perso con il Vicovaro, ma che resta una squadra assai scorbutica da affrontare.

Che tipo di gara sarà?

“Queste sono le classiche partite che mi mettono paura.

Ho avuto modo di analizzare più di una gara dell’Itri ed ho compreso che ci troveremo di fronte una squadra compatta, aggressiva e che corre molto nel corso dei novanta minuti.

Per noi sarà un bel test, spero di rivedere il Certosa che ha battuto Colleferro e Luiss”.

Dopo la sfida con la squadra di mister Ardone andrete a Terracina.

Come vedi i ragazzi alla vigilia degli ultimi due impegni dell’anno solare?

“Spero davvero di sbagliarmi, ma li vedo già mentalmente in vacanza.

Prima della partita abbiamo ancora due allenamenti, spero di notare segnali incoraggianti”.

Se dovessi spendere un aggettivo per il 2022 del Certosa, quale utilizzeresti?

“Mi rendo conto di poter sembrare presuntuoso, ma mi limito a definirlo buono, perché devo tenere sempre alta l’asticella degli obiettivi e delle aspettative.

In alcune occasioni potevamo fare meglio…”.

 

Entrando nello specifico, qual è l’aspetto che ti è piaciuto maggiormente considerando la crescita del club?

“La serietà e la disponibilità di tutte le componenti, senza alcun dubbio.

Non ci fanno mai mancare nulla e ci fanno sentire dei professionisti, pur essendo dei dilettanti.

Il rammarico è la scarsa partecipazione da parte del quartiere, ma in questo caso probabilmente paghiamo quanto è stato fatto in anni precedenti al nostro arrivo.

È un peccato, perché ci stiamo accorgendo quanto sposti avere il pubblico a favore in un girone come il nostro…”.

Grazie al lavoro tuo, di tuo fratello Massimiliano, di Marco Santolamazza, di Paolo Michesi, di Marco Belli e dell’intera compagine tecnica e societaria, negli ultimi diciotto mesi il Certosa è diventata una delle realtà più strutturate del nostro movimento calcistico.

Qual è il prossimo step da compiere?

“Soffermandomi sul settore giovanile, la speranza è quella di riuscire a conquistare un posto in elite nelle categorie in cui ancora non lo abbiamo.

Ci aspettavamo qualcosa in più dall’under 17, ma c’è ancora tempo per recuperare, mentre con la Juniores puntiamo a raggiungere le finali.

Un elogio particolare desidero rivolgerlo a Paolo Michesi che sta svolgendo un lavoro eccezionale al suo primo anno da direttore anche dell’agonistica, e grandi complimenti li faccio anche a mio fratello Massimiliano per come sta lavorando con l’Under 16 ed anche nella gestione dei social del club, nonché a Marco Santolamazza per la sua immensa capacità di far sempre quadrare i conti”.

Il settore giovanile sta dando notevoli frutti ed il fatto che tu non esiti a premiare i ragazzi più meritevoli della Juniores con il passaggio in prima squadra dimostra che state tracciando una strada importante.

Puoi svelarci il nome di un ragazzo che presto avrà l’opportunità di farsi notare?

“Ne faccio due: il primo è Ricci, un terzino destro che sta facendo benissimo con la Juniores e che deve solo migliorare a livello caratteriale.

Il secondo è Mari, un centrocampista dai notevoli margini di miglioramento.

Li stiamo visionando con frequenza e valutando in maniera dettagliata.

D’altronde, riteniamo che il nostro obiettivo sia questo: in futuro speriamo di creare una squadra formata da ragazzi che sono cresciuti qui e che abbiano i colori neroverdi nel cuore”.

Il mercato ti ha consegnato un attaccante come Jukic.

I tifosi neroverdi possono aspettarsi altri doni sotto l’albero nei prossimi giorni?

“Sono felice di aver ritrovato un calciatore come Andrea che avevo già allenato ai tempi della Pro Calcio Tor Sapienza.

Chiaramente non è ancora al 100%, ma sta crescendo e crediamo che sarà al top per gennaio.

Per quanto riguarda il regalo, confido nel direttore Michesi che me lo ha promesso.

Del resto, in passato me ne ha sempre fatti e spero che non mi deluda proprio quest’anno (ride)…”.

Qual è invece quello che vorrebbe scartare e tenere per sé mister Russo come uomo e come tecnico del Certosa?

“Sotto il profilo personale, mi auguro solo tanta serenità e la speranza di trascorre un po’ più di tempo con la mia famiglia.

Come tecnico non nascondo che mi piacerebbe molto arrivare secondo e vivere l’esperienza di disputare i play-off nazionali”.

Mister, quale augurio ti senti di rivolgere al calcio laziale in vista del 2023?

“A tutte le società laziali auguro un sereno Natale e di ottenere sempre il meglio nel 2023.

Ai tanti ragazzi che giocano a calcio auguro invece di continuare sempre a divertirsi, praticando questo bellissimo sport”.