La W3 Maccarese si appresta a terminare un 2022 dai toni decisamente positivi.
Nel corso dell’anno solare che si avvia verso l’epilogo, nell’archivio del club bianconero troveranno posto un’indimenticabile semifinale play-off nazionale (condita peraltro da innegabili rimpianti) all’Armando Picchi di Livorno, ma soprattutto una crescita che prosegue evidente e costante.
Del resto, la storia del club è nota ed è cominciata da una manciata di stagioni, concentrate in una sfilza di campionati vinti dalla Terza Categoria fino ad arrivare lassù, nell’Olimpo del nostro calcio regionale.
Andrea Persi, che del club è stato il primo motore fin dal suo atto costitutivo e che adesso insieme a Sergio Farina ed Agostino Spinella ne tiene le redini, è uomo ambizioso di natura e raramente si accontenta del raccolto.
In buona sostanza, per noi tutti cos’altro dovrebbe rappresentare il passato, se non un incentivo a far meglio in proiezione futura?
Il quadro, per quanto meraviglioso, è pur sempre racchiuso in una cornice di cui non fa parte il futuro e per il Vice Presidente della W3 Maccarese il futuro prossimo si chiama Città di Cerveteri.
È all’Enrico Galli che il dirigente capitolino rivolge il suo attento sguardo, augurandosi di corroborare una serie positiva di tredici risultati utili consecutivi il cui ultimo tassello è stato però un pari casalingo con il Fiano Romano che ha fatto scivolare la squadra di Stefano Manelli a sei punti dalla nuova capolista Anzio.
Andrea, cosa è mancato domenica scorsa per superare il Fiano Romano?
“Direi la cattiveria di chiudere la partita quando potevamo farlo.
Purtroppo non è la prima volta che accade, questo è il nostro limite più evidente.
Anche di recente con il Quarto Municipio, pur realizzando tre reti nel primo tempo, abbiamo sciupato tantissime occasioni ed alla fine abbiamo rischiato di gettare al vento una vittoria più che meritata.
Domenica il canovaccio è stato lo stesso: potevamo segnare altri gol dopo quello di Finucci, poi è arrivata l’espulsione di Tisei e loro, con una palla buttata in area, ci hanno castigato.
A quel punto per noi la frittata era fatta e la partita si è chiusa sull’1-1.
Io credo che la W3 abbia tutte le carte in regola per vincere il campionato, dall’allenatore che è bravo alla squadra che è forte in ogni reparto.
Dobbiamo solo imparare ad avere maggiore determinazione in certi frangenti, perché è la fame che ti fa tagliare il traguardo per primo”.

Dopo il Sora capolista del Girone B la vostra è la serie positiva più lunga della categoria.
Il bottino di punti ti soddisfa o si poteva fare anche meglio?
“No, per quanto abbiamo dimostrato sul campo alla nostra classifica mancano almeno sei punti.
Forse soltanto con l’UniPomezia abbiamo raccolto più di quanto meritassimo, in altre occasioni gli episodi non sono stati dalla nostra parte.
Penso al match con il Campus Eur, dove il loro portiere è uscito con un 10 in pagella, alla stranissima gara sul campo dell’Indomita Pomezia ed al pari subito allo scadere su quello dell’Aureliantica Aurelio.
Il girone resta comunque aperto e sono convinto che la squadra possa aggiudicarselo”.
Restano circa quarantotto ore alla chiusura del mercato.
Dobbiamo attenderci novità?
“Vedremo.
Per il momento i dati certi sono gli arrivi di Rossetti dal Pomezia, di Frasca dall’Ostiamare e del portiere classe 2004 Antonucci dalla Nuova Tor Tre Teste.
Se poi dovessero verificarsi le condizioni giuste, faremo altre operazioni.
Fermo restando che, a mio giudizio, la rosa può tranquillamente rimanere quella attuale, perché la ritengo già estremamente competitiva”.
Venerdì andrete a Cerveteri per chiudere l’anno solare.
Come vedi la squadra in questi giorni?
“Speriamo di recuperare qualcuno degli infortunati.
I nuovi arrivati, ad esempio, non sono ancora riusciti ad esordire.
Ne approfitto per rivolgere il mio personale in bocca al lupo al nuovo Presidente del Città di Cerveteri, Andrea Lupi, che sarà certamente animato da una grande passione.
La loro è una squadra giovane, trapiantata lì dal Borgo San Martino e sotto certi aspetti mi ricorda la nostra all’inizio del suo percorso.
Andremo a casa loro con grande rispetto, com’è giusto che sia, ma anche convinti di poter fare risultato ed allungare così la nostra serie positiva”.

Tra la W3 Maccarese e la vetta ci sono attualmente sei punti di differenza.
Come si può annullare il gap nei prossimi mesi?
“Dando maggiore continuità, con qualche pareggio in meno e qualche successo in più.
Dobbiamo imparare a conquistare le vittorie con le unghie e con i denti, perché nessuno ti regala nulla e nel calcio bisogna anche saper essere cinici in alcuni frangenti”.
Tra le squadre che avete affrontato fin qui chi ti ha impressionato di più?
“Ricordo con piacere la sfida con l’UniPomezia, perché a livello di ritmo è stata davvero una partita da categoria superiore.
Come avversaria francamente nessuna mi ha impressionato a tal punto da temerla, mentre come singolo atleta non posso non menzionare Manuel Vittorini.
Quando è in giornata, l’attaccante del Civitavecchia è dirompente, fa davvero la differenza.
Dopo la sosta sarò curioso di affrontare l’Anzio, un club di cui ho grande stima, specialmente nei confronti del direttore Zenga e di mister Guida”.
Quello contro i neroniani peraltro è uno snodo che farà riaffiorare in voi uno dei ricordi ai quali siete più affezionati, il match decisivo del triangolare play-off tra le seconde del maggio scorso…
“E’ vero, anche se la mia onestà mi impone di sottolineare che quel giorno al Bruschini avremmo meritato al massimo un pareggio e non certo la posta piena.
Probabilmente in quel caso fu la fame di cui si parlava prima a fare la differenza, ma fummo anche fortunati”.

L’immagine che vuoi incollare al tuo album dei ricordi per il 2022 è…?
“L’ingresso allo stadio Armando Picchi scortati dalla polizia fin dall’hotel in cui alloggiavamo.
Con il Livorno abbiamo disputato due grandissime partite, resta il rammarico di essere stati eliminati senza mai perdere contro di loro.
Ho una memoria vivida di quel giorno.
Penso a me in compagnia dei direttori Caltabiano e Broccatelli e di mister Manelli durante il riscaldamento pre-match.
Calpestando quel terreno di gioco, non facevamo che ripeterci: “Ma vi ricordate dove eravamo otto anni fa?” e giù risate…
Insomma, nella mia mente è passato di tutto.
D’altronde, dal giorno della sua fondazione per questo club ho ricoperto qualsiasi ruolo.
Ho fatto il calciatore, l’allenatore ed a volte anche il guardalinee (sorride)…”.
Il passato non si dimentica, però notoriamente tu sei un uomo proiettato verso il futuro.
Quale obiettivo dai al club per il 2023?
“Il primo passaggio sarà quello di ultimare i lavori allo stadio Emilio Darra di Maccarese, di cui recentemente siamo divenuti proprietari.
Lo renderemo un gioiello.
L’augurio che mi faccio e che rivolgo agli sportivi di Maccarese è quello di portare la Serie D, magari disputando su quel campo la gara d’esordio in quella categoria”.

Il percorso della W3 è stato fantastico.
Qual è l’aspetto di cui vai maggiormente orgoglioso?
“Sono fiero del fatto che in questi anni non ci sia mai stato un singolo calciatore che sia venuto nel mio ufficio a dirmi che voleva andare via perché non si trovava bene con noi.
Le separazioni sono sempre state serene, condivise e dettate principalmente dai vari passaggi nelle categorie superiori.
Dinamiche fisiologiche, insomma, mai dovute a contingenze negative”.
Andrea, quale augurio ti fai a titolo personale per il 2023?
“Voglio realizzare il sogno di andare in Serie D e vi garantisco che faremo di tutto per riuscirci”.





