A cura di Francesco Mancini
Tra le piazze storiche del calcio da noi tanto amato c’è sicuramente il Santa Marinella. I tirennici, con un progetto serio e affidabile, stanno cercando di tornare ai fasti di un tempo.
Stiamo infatti parlando di una squadra di grande blasone, che per moltissimi anni, è stato l’epicentro calcistico del litorale romano, con gli importanti successi raggiunti con lo storico presidente Ivano Fronti.
Da qualche anno, i rossoblù sono tornati ad essere estremamente competitivi anche nel campionato di Promozione, con il concreto obiettivo di raggiungere al più presto l’elite del calcio laziale.
L’impianto, intitolato appunto al mai dimenticato presidente, è tra i più belli dell’intera regione e la passione e la vicinanza del tifo cittadino sono componenti fondamentali per crescere costantemente.
Anche il livello tecnico della prima squadra, attualmente quinta in campionato (girone A), si è indubbiamente innalzato, con la partecipazione in rosa di calciatori rinomati come Giuseppe Tabarini, capocannoniere dell’intera categoria.
La panchina è stata invece affidata ad Emiliano Cafarelli, tecnico giovane ed emergente, ormai diventato una certezza per la Promozione dopo l’ottima annata dello scorso anno quando condusse la Romulea in Eccellenza, passando anche per una prestigiosa finale di Coppa Italia disputata e persa contro la Lodigiani.
Con l’allenatore, al primo anno nel nuovo club, abbiamo fatto il punto della situazione sul cammino del Santa Marinella in questa stagione.
Mister, partirei con l’ultima fondamentale vittoria contro il Città di Cerveteri, arrivata nei minuti finali. Quanto era importante per te ottenere i tre punti, dopo l’inciampo contro l’ultima in classifica?
“Hai detto bene, purtroppo nelle ultime partite abbiamo avuto qualche inciampo e abbiamo perso delle occasioni per riavvicinarci alle prime in classifica. Siamo costretti a rincorrere.
Adesso, dobbiamo provare ad arrivare al miglior risultato possibile, cercando di vincere tutte le partite. L’importante sarà provare a rimanere incollati ai primi posti fino alla fine.
Quella contro il Città di Cerveteri è stata una vittoria cruciale per noi, contro una squadra piena di giocatori importanti e in grande salute. Per me è fondamentale fare partite di spessore, qualità e cercare di portare una proposta di gioco anche nelle categorie minori.
Purtroppo per qualche errore arbitrale e qualche errore nostro sottoporta, ci siamo complicati la gara. Fortunatamente, abbiamo vinto alla fine, proprio su calcio piazzato, che è sempre stato il nostro tallone d’achille con i tanti gol che abbiamo subito.”
Arrivare al risultato, ma arrivarci anche tramite un percorso e una proposta precisa. Per te questo è fondamentale, non è vero?
“Tutte le squadre vorrebbero vincere. A me piace vincere, con una proposta e una costruzione. L’obiettivo è quello di creare una serie di dinamiche che possano ripetersi nel tempo e ampliare le conoscenze dei calciatori.
Per esempio, con le dovute differenze portate dal nuovo tecnico, la Romulea sta continuando a rinforzare un certo tipo di concetto su cui avevamo lavorato lo scorso anno.
Al di là dell’aspettativa iniziale, sono molto contento del lavoro intrapreso. Chiaramente cercare di introdurre nuovi concetti, anche su calciatori più esperti, non è stato semplice, ma il percorso è decisamente positivo.”
Hai un gruppo molto eterogeneo, con giovani interessanti e calciatori di grande esperienza in categoria. Sei contento degli uomini che ti sono stati messi a disposizione, anche con i cambiamenti fatti nella sessione di riparazione?
“Nel mercato di riparazione, abbiamo semplicemente sostituito calciatori con altri dello stesso ruolo. Probabilmente, l’unica perdita è stata quella di D’Aguanno, un esterno importante per il nostro gioco.
Inoltre, l’età media è stata abbassata con l’introduzione di nuovi giovani, che non sono mai semplici da scegliere, considerando l’alta competizione con le tante squadre coinvolte nel nostro territorio.
Abbiamo un bel gruppo, anche con qualche giocatore di maggiore esperienza e di grande valore.”
Come hai sottolineato precedentemente, lo sviluppo del gioco per te è molto importante. I risultati si vedono, dato che siete il migliore attacco del raggruppamento, guidati da un calciatore eccezionale come Giuseppe Tabarini. Quanto è importante per voi?
“Non amo parlare dei singoli, ma Peppe merita una menzione per la sua grande disponibilità e per le sue qualità, che sono certamente superiori a questa categoria.
Sono contento anche del percorso che abbiamo intrapreso da inizio anno, quando gli ho proposto di cambiare ruolo, da una posizione più esterna a una più centrale.
I frutti li stiamo raccogliendo e penso che anche il giocatore sia contento di segnare così tanto. Amo gli attaccanti mobili, che non danno punti di riferimento agli avversari. “
Quale è il tuo pensiero sulle difficoltà del raggruppamento a cui avete preso parte?
“Il campionato è davvero duro e non sono sorpreso delle squadre di vertice. Lo stesso Palocco, che ho già affrontato sia all’andata che al ritorno, ha dimostrato di essere una bella squadra con un bravo allenatore, a cui ho fatto i più sinceri complimenti per la partita fatta contro di noi.
La Sorianese ha una rosa lunga ed esperta con nomi di primo livello, oltre ad avere un allenatore estremamente preparato. Il Tolfa magari era più nascosto rispetto ad altri anni, ma continua ad avere giocatori importanti per questa categoria, mentre l’Urbetevere ha introdotto in un gruppo già ben amalgamato lo scorso anno, diversi giocatori di valore.
Probabilmente manca l’Aranova di turno presente lo scorso anno, ma tra queste cinque squadre sarà una bella lotta.”
Quale può essere l’obiettivo del Santa Marinella quest’anno?
“L’obiettivo è quello di provare a vincere tutte le partite, sempre mantenendo la nostra ideologia di calcio. Abbiamo perso qualche scontro importante per noi e adesso non possiamo permetterci altri errori.
L’importante è mantenere sempre un certo tipo di attitudine per non avere alcun rimorso a fine anno. Anche gli scontri diretti saranno fondamentali per provare a rosicchiare qualche punto. Alla luce delle buone partite disputate all’andata, mi ritengo fiducioso.
Al di là di tutto, sono molto contento di aver seguito il cuore e di aver sposato questo progetto. Parliamo di una piazza storica, che in passato è stata protagonista nel calcio laziale, e ha voglia di tornare a competere ad alti livelli.
Se lavoriamo bene sul territorio, anche con le recenti modifiche nel settore giovanile, possiamo provare a costruire qualcosa di stabile e ben organizzato. Dobbiamo porci obiettivi concreti e raggiungibili, non fumosi. “
Infine, toglimi questa curiosità, dato che negli ultimi due anni sei stato in due piazze storiche del nostro calcio, una in città (Romulea) e l’altra in provincia (Santa Marinella). Quali sono le differenze?
“Parliamo di due grandi società, che hanno al loro interno differenze nette e oggettive. La Romulea è una delle migliori realtà del calcio giovanile capitolino e non solo e sta migliorando anche la prima squadra.
Piano piano, con una struttura estremamente professionale, mi sono trovato ad allenare lo scorso anno un gruppo di ragazzi estremamente giovani ma pronti ad affrontare determinate partite.
Al Santa Marinella c’è un calcio passionale, con un legame viscerale con la gente del posto. Un gruppo di appassionati che fa calcio. Fortunatamente, in entrambe le realtà, nonostante le differenze strutturali e organizzative, sono stato messo nelle migliori condizioni per fare il mio lavoro e portare avanti le mie idee. Questa è la cosa più importante.”