Testardi e i suoi giovani per la salvezza centrata: “Devo molto all’Atletico Vescovio”

Testardi e i suoi giovani per la salvezza centrata: “Devo molto all’Atletico Vescovio”

A cura di Francesco Mancini

Dopo un campionato lungo e faticoso, l’Atletico Vescovio ha finalmente potuto festeggiare il grande traguardo raggiunto. I biancorossi hanno ottenuto la salvezza diretta con un turno di anticipo nel girone D di Promozione, grazie al bel successo esterno contro l’Indomita Pomezia.

Un obiettivo centrato dalla prima squadra della compagine capitolina, che di anno in anno, sta migliorando la solidità del proprio progetto, puntando forte sulla scuola calcio e sul settore giovanile.

In un calcio dove le spese aumentano e probabilmente aumenteranno sempre di più, questa società ha scelto di puntare in un’altra direzione: quella della sostenibilità e della fiducia nei tanti giovani coinvolti, dallo staff ai protagonisti in campo.

In questo meraviglioso percorso, partendo dal basso attraverso una bellissima gavetta interna, si è fatto largo Mirko Testardi, tecnico cresciuto in casa e lanciato in prima squadra lo scorso anno.

Il frutto del duro lavoro sul campo è finalmente arrivato e nell’anno delle tante retrocessioni causate dal ritorno ai quattro gironi in Promozione, il raggiungimento della salvezza diretta può essere visto come un’autentica impresa.

Andiamo a celebrarla con il mister:

Buongiorno mister, tre punti fondamentali per l’obiettivo raggiunto e altro successo di prestigio contro una buona squadra come l’Indomita Pomezia.

“Abbiamo giocato sapendo di affrontare una buona squadra per qualità e intensità. Eravamo consapevoli che le motivazioni avrebbero fatto la differenza. 

Sapevamo che la vittoria avrebbe potuto costituire un altro tassello importante nel nostro percorso. L’obiettivo iniziale era fare meglio dello scorso anno e quindi almeno puntare al play-out in casa. 

Abbiamo saputo in ritardo del nostro ripescaggio dopo la retrocessione dello scorso anno. Partendo dopo, con tanti ragazzi nuovi, non è stato facile amalgamare il gruppo.

Nell’ultimo periodo abbiamo fatto qualcosa di straordinario, che ancora fatico a metabolizzare. Salvarsi senza passare dai play-out con il format di quest’anno era difficilissimo.”

Era difficile, anche perchè siete capitati in un girone particolarmente complicato con tante squadre esperte e abituate anche a categorie superiori, non è vero? 

“Il girone era complicato e lo sapevamo dall’inizio. Ci sono tante squadre abituate anche all’Eccellenza, che fanno investimenti importanti. 

Alla fine però, il lavoro paga sempre. Anche l’esperienza dello scorso anno è stata preziosa per me, lo staff e i giocatori. 

Non siamo mai andati in grossa difficoltà e ci siamo giocati bene tutte le partite. Abbiamo perso di misura con corrazzate come Città di Paliano, Ceccano o Casal Barriera.

Sono veramente soddisfatto. In questa categoria ci sono tanti bei giocatori e squadre molto attrezzate, anche nelle zone basse.”

Come sei riuscito, dato anche il ritardo con cui siete partiti, a compattare così il gruppo? 

“L’obiettivo è sempre quello di lavorare in funzione del collettivo. Il nostro investimento non è esclusivamente economico, ma per la qualità di staff e allenatori.

Abbiamo creato un gruppo solido e unito, con giocatori che hanno sposato a pieno il nostro progetto. All’inizio qualche difficoltà c’è stata, poi con il tempo si è iniziato a respirare un’aria di famiglia.

Siamo riusciti a fare meglio dello scorso anno, in cui avevamo totalizzato molti punti nel girone di ritorno. Ora speriamo di poter programmare il futuro con maggiore calma.”

Risultati raggiunti con una squadra molto giovane, che da sempre sono il vostro punto di forza…

“La tradizione di questa società la porta a lavorare con i giovani. Ci puntano molto, a partire dagli allenatori.

Io sono partito ad allenare dalla scuola calcio e, piano piano, sono salito. L’Atletico Vescovio mi ha sempre dato molto.

E’un orgoglio per noi portare così tanti ragazzi, partiti dalla nostra scuola calcio, a giocare in prima squadra.

Francesco Piroux, Simone Tomei e Marco Patrizi vengono dalla scuola calcio, mentre Edoardo Franceschini, Giorgio Geronimi e Federico Ippoliti dal settore giovanile.

Tutti ragazzi che stanno diventando uomini e che abbiamo visto crescere da quando erano dei bambini nei nostri spogliatoi.

Non mi esprimo sulla nuova regola che toglierà l’obbligo di impiego degli Under, ma penso che i giovani, se lo meritano, devono avere possibilità in prima squadra. La strategia dell’Atletico Vescovio rimarrà questa.”

Infine anche se agli allenatori non piace mai parlare dei singoli, ti chiedo una menzione a Edoardo D’Angelo, prezioso collaboratore della nostra redazione e grande portiere e protagonista della vostra straordinaria annata. 

“Trovare un portiere libero a metà agosto non è facile. L’ho alternato a volte, ma soltanto per rispettare la regola degli under.

Parliamo di un portiere che ha un bel curriculum con esperienze importanti. Sono convinto che un buon portiere debba saper portare dai sette ai dieci punti e lui l’ha fatto.”

Meglio come portiere o come giornalista?

“Preferisco l’Edo calciatore. Apparte gli scherzi anche nel giornalismo può fare strada. Ci mette tanta passione e questo è fondamentale. “