Grifone, le sensazioni di mister Mosciatti dal suo approdo in rossoblu: “Qui mi trovo bene. La condivisione di valori la strada migliore per una crescita complessiva”

Grifone, le sensazioni di mister Mosciatti dal suo approdo in rossoblu: “Qui mi trovo bene. La condivisione di valori la strada migliore per una crescita complessiva”

C’è chi, dopo molti anni, ha cambiato casacca ma non discostandosi dai colori di riferimento della propria carriera. Stiamo parlando di Riccardo Mosciatti, nuovo mister del Grifone Under 17, protagonista con i suoi ragazzi di un avvio di stagione incoraggiante. Dopo le esperienze alla Nuova Tor Tre Teste, ma soprattutto alla Vigor Perconti, il mister è tornato a parlare ai microfoni di Sport in Oro in una nuova veste.
Insieme a lui abbiamo sviscerato i temi più caldi del suo recente passato e del periodo attuale che lo legano ad un nuovo capitolo della sua importante carriera professionale, dopo gli esordi alla guida del sodalizio rossoblu come tecnico della categoria Under 17 Élite.

Mister, cosa vuol dire per te arrivare in una società importante come quella del Grifone, dopo le tue tante esperienze in carriera e i tuoi molti anni trascorsi alla Vigor? Che ambiente ha trovato e quali sono le differenze rispetto al passato?
Sono contento di aver fatto questa scelta. Sono stato accolto benissimo e mi sono trovato a mio agio, anche se non è stato facile lasciare un ambiente in cui sono stato cosi tanti anni. Peró devo dire che anche qui mi sono sentito subito a casa, trovando un ambiente familiare e competente che ha voglia di crescere. Gli ultimi anni sono la testimonianza che questa è una società che sta entrando di diritto nell’Elite del calcio dilettantistico. Qui c’è un progetto importante e quindi io sono contento di far parte di questa realtà. Per adesso mi trovo veramente bene. Poi è normale che i rapporti si vedano nei momenti di difficoltà. Speriamo che non ve ne siano e che a fine anno possiamo essere contenti di questo legame che è iniziato nel migliore dei modi. Per quanto riguarda le differenze, credo che ognuno abbia i suoi punti di forza e i propri aspetti da migliorare. Non mi è mai piaciuto fare dei paragoni per cui non li farò. Adesso faccio parte di una società ambiziosa e quindi, l’unico pensiero è quello di voler crescere e migliorarci”.

Buona inizio, ma sicuramente, data la tua caratura, sommata a quella mentalità acquisita nel corso degli anni e che cerchi di trasferire, chiederai ai tuoi ragazzi di non montarsi la testa, seppur al contempo riterrai di dover credere nei propri mezzi, senza falsa modestia…Fondamentalmente, quello che dici fa già parte dei valori sia miei che della società e anche dei ragazzi. L’inizio è stato buono. Abbiamo perso una partita contro una grande squadra allenata da un bravissimo allenatore. Sicuramente per la caratura dell’avversario, ma anche per dei nostri demeriti. Da li dobbiamo ripartire e seguire un percorso che sarà di crescita, nel quale le sconfitte ci devono far capire sia le cose buone che gli errori commessi. Non credo che ci sia bisogno di me per capire che non dobbiamo montarci la testa. In questo senso sono fortunato perché ho trovato un gruppo di ragazzi già responsabili per conto loro. Quindi, almeno in questo, io non devo incidere più di tanto”.

La squadra può assurgere a ruolo di protagonista assoluta, oppure sarà bagarre fino all’ultimo secondo te?
Non voglio fare retorica: l’obiettivo della squadra, quello che ci diciamo all’interno dello spogliatoio, è di allenarsi forte in ogni seduta per essere competitivi in ogni partita. Non ci poniamo obiettivi, se non appunto questo.
Poi, a fine stagione, vediamo che cosa dice la classifica. Ciò che posso dire è che l’intento è quello di essere umili e ambiziosi allo stesso tempo”
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Dove secondo te può ancora migliorare la squadra? In quale reparto e/o in quale aspetto in particolare?
“Partendo dal presupposto che ogni ragazzo che fa parte di un Under 17 deve migliorare, e come i giocatori anche gli allenatori che si relazionano più in generale a questo sport, bisogna migliorare in tutti i reparti. Ai ragazzi dico sempre che il calcio è si uno sport di collettivo ma composto da tante individualità. Quindi lavoriamo per migliorare prima loro individualmente e poi, una volta che cresce l’apporto fornito da ogni singolo giocatore, aumenta anche il valore della squadra.
La cosa importante è condividere alcuni concetti. Sia dal punto di vista umano che sotto il profilo tecnico-tattico. Perché quello è il giusto mix. Quindi una crescita sia individuale che collettiva, condividendo un certo tipo di atteggiamento. Il che secondo me alla lunga paga e unisce ancora di più. Vogliamo essere uniti e per fare questo io tengo in considerazione davvero tutti i ragazzi della mia rosa”.