Il tecnico dell’Under 19 del Civitavecchia Fabio Eusepi, attualmente al 4° posto in classifica del Girone A, ha parlato ai microfoni della società in questa intervista realizzata dall’ufficio stampa nearazzurro, che noi riportiamo:
In quanti di noi almeno una volta nella vita si sono ritrovati, nonostante lo stare bene in un determinato luogo ed in una determinata situazione ha deciso di “lasciare la strada vecchia per quella nuova” per provare una nuova avventura e delle nuove emozioni all’interno di se stessi? Questo è ciò che ha fatto Fabio Eusepi dopo la stagione 2023-24 dove, dopo molti anni in cui ha fatto parte dell’Aranova dove vinse un campionato con gli U16 rossoblu nell’annata 2021-22, ha accettato l’offerta del Civitavecchia Calcio 1920 per allenare gli U19 nerazzurri, una panchina importante cui necessitava un carattere forte ed ambizioso per raggiungere ed ottenere successi ancora più alti.
Mister volevo chiederle innanzitutto, visto che siamo giunti al termine del primo giro di boa del vostro campionato, ritrovandomi al momento in zona playoff, cosa ne pensa di ciò che è stato questo girone d’andata secondo il suo parere?
“Il girone d’andata è stato davvero emozionante ed oserei dire anche pirotecnico. Sono quattro le squadre che si sono alternate al vertice ed ogni settimana la classifica cambia con risultati mai banali. Credo che questo stia a significare che tutte le compagini del raggruppamento A sono ambiziose, forti, ben allenate e nessun punto viene regalato. Ora ci troviamo in zona playoff, ma la guardia deve restare sempre alta perchè ogni sabato c’è una battaglia da affrontare e da vincere.”
Ti sei cimentato in questa esperienza dopo diversi anni nella stessa società, andando anche a conoscere il clima cittadino che si respira attorno ad i colori nerazzurri: come descriveresti tutto ciò e soprattutto; quali sono i suoi dogmi tecnici e morali che l’hanno portata a fare questo lavoro?
“Ad Aranova sono nato come allenatore, sono cresciuto, ho vinto, ma ad onor del vero sono anche retrocesso. In tanti si vergognano di pronunciare questa parola ma fa parte del bagaglio di esperienza che ognuno di noi nel calcio si porta dietro. Alla fine di questa esperienza in rossoblu sono stato contattato dal direttore D’Aponte con il quale ho una amicizia ed una stima che dura da anni ed ho avuto modo di conoscere anche il Direttore Pane che avevo, fino a quel momento, affrontato solo da avversario sul campo. Sono bastati pochi minuti di conversazione a dire il vero. Civitavecchia è una città magica sotto il profilo calcistico ed ho scoperto anche una società di calcio straordinaria sotto il profilo umano a differenza di ciò che si dice fuori, capeggiata da due presidenti di grande presenza e personalità che hanno un amore viscerale per questi colori. Questo sport si respira in ogni angolo del paese anche se a volte, come tutte le piazze calde, manca di equilibrio. Mi piace così però. Civitavecchia mette grande pressione, ma anche grandi stimoli. Credo sia stata la scelta giusta, per la mia crescita e soprattutto per ripartire forte dopo un risultato negativo. Non ho dogmi tecnici a dire il vero, ho iniziato a fare questo mestiere per la grande passione che ogni persona che fa calcio dilettantistico giovanile dovrebbe avere. La mia carriera, se così la posso definire, come calciatore si è conclusa anzitempo per un grave infortunio, ma la fame che avevo dentro mi ha spinto a tornare sui campi con un ruolo diverso ed ora, finché me ne daranno la possibilità, non credo che mi priverò del calcio. Ci sono tanti allenatori che mi piacciono, Mourinho per la personalità, Guardiola per il tatticismo, Ancelotti per i rapporti umani con i calciatori e Ranieri per lo stile, ma questi sono super professionisti e non bisogna confondere il dilettantismo con la Serie A.”
Molti giocatori di questo gruppo giocano insieme da moltissimi anni assumendo una grande notorietà proprio nell’ambiente del calcio locale ottenendo risultati importanti: lei crede che questi ragazzi, supportati anche dai nuovi innesti arrivati quest’estate, possano ancora allargare gli elogi ed il prestigio ottenuti nel recente passato in questa stagione con lei alla guida? E provi a descrivere in tre parole il gruppo degli U19 nerazzurri.
“Ho ereditato questo gruppo da Mister Di Terlizzi, una persona che stimo ed un allenatore fortemente preparato. È un gruppo molto coeso, forte, di carattere e di qualità. Ritengo però che negli anni avrebbero meritato qualcosa in più in termini di risultati. Gli innesti che sono stati apportati in estate dal direttore Pane sono elementi di altrettanta qualità, morale ed umana prima che calcistica. Come ti ho detto sopra però, quest’anno in particolare con la nuova regola la concorrenza è molta, ma il nostro obiettivo è sempre massimale, lavoriamo sodo solo per questo. Le 3 parole che userei per descriverlo sono: Ambizioso, Coraggioso e Fraterno.”
Con l’Atletico Morena nel girone d’andata otteneste un pareggio molto sfortunato per la mole di occasioni create quel giorno, quanto sarà importante per voi ottenere questa vittoria, soprattutto per vendicare il verdetto dell’andata?
“Si, ritengo che sia stata una partita dettata dalla malasorte e, purtroppo, non è stata l’unica in relazione alla mole di occasioni che abbiamo creato in questa prima parte di stagione. Però ci sta, ogni squadra lotta per il proprio obiettivo e lo fa come meglio crede. Ritengo che il calcio non sia mero un esercizio estetico, ma una gara a chi raccoglie più punti. Certo giocare meglio statisticamente aiuta a vincere, ma la partita in cui la squadra che gioca peggio vince o strappa il punto può capitare come sabato scorso a Cerveteri, è il calcio. Noi giochiamo ogni partita per vincere, non dobbiamo vendicare nulla. Ogni gara concorre a qualcosa di grande che vogliamo ottenere. Il verdetto dell’andata ormai è storia, ora ci interessa solo il verdetto del ritorno.”