Un calciatore nella sua carriera vive una moltitudine di sensazioni, emozioni e momenti che vanno a comporre ciò che è stato il proprio percorso nel mondo per tutti questi anni in cui hai messo sempre in primo luogo una cosa: il calcio, poiché comincia a prendere parte della propria vita e sai che per un grande numero di mesi all’anno il tuo pensiero sarà sempre riguardante a questo sport eppure, nonostante i mille sacrifici fatti e le mille risorse spese per tutta la propria carriera, il calciatore deve, con sollievo o con rammarico, chiudere un capitolo enorme della propria vita e pensare, per la prima volta, ad altro per il suo futuro.
Fabrizio Boriello è stato non solo l’ultimo capitano del Civitavecchia Calcio 1920 ad aver indossato la fascia allo Stadio “Giovanni Maria Fattori” ma anche uno dei calciatori più importanti nella storia del calcio civitavecchiese e, alla fine della sua carriera da giocatore, ha subito capito cosa volesse fare dopo quel lungo capitolo della sua vita.
Mister siete ripartiti alla grande dopo la sosta per le festività ottenendo una vittoria importante in casa contro il Cesano, ottenendo il settimo risultato utile consecutivo e la sesta vittoria nelle ultime sette, come avete fatto a trovare questa continuità nell’ultima parte del 2024?
“ Le gare dopo la sosta sono sempre insidiose e piene di pericoli, abbiamo approcciato la partita nel modo migliore seppur un po’ “arrugginiti” poiché durante la sosta non abbiamo potuto disputare gare amichevoli per via delle tante defezioni per influenze e vacanze natalizie. Però stiamo proseguendo sulla scia dell’entusiasmo, del lavoro, dei sacrifici e sono sicuro che alla fine verremo ripagati così come abbiamo fatto in questa seconda metà del girone di andata.”
La sua esperienza da allenatore è iniziata da vari anni dopo una grande carriera da calciatore trovando subito l’approccio ideale per spostare la propria posizione da un altro lato del campo: quali sono mister i suoi dogmi tattici e ci sono degli allenatori a cui ti ispiri nel calcio professionistico e non solo?
“Dopo tanto giocare sono passato dall’ altra parte, inizialmente non è stato facile ma poi viene tutto naturale…stare seduto ed essere uno dei 20 a stare ad ascoltare le parole del mister ed ora essere il mister a dover parlare e spiegare le proprie idee a 20 ragazzi non è propriamente la stessa cosa, ma con passione, studio, informazione, comunicazione, anche errori, mi sono calato in un ruolo che adesso mi sento mio. È il terzo anno di agonismo che faccio e grazie anche ai ragazzi, che si sono sempre mostrati disponibili, al mio staff che credo sia fondamentale per un allenatore, mi sono tolto più di una soddisfazione.
Mi sento molto maturato e cresciuto, anche grazie all’esperienza fatta, ma ovviamente sono consapevole di essere ancora un novellino e di dover fare ancora molta strada. Credo che ogni Mister abbia il proprio credo, le proprie idee giuste o sbagliate e condivisibili o meno; pertanto l’ispirazione che puoi prendere da allenatori più o meno conosciuti o famosi è semplicemente un’idea, un modo di fare calcio, ma ciò non toglie che ogni singolo mister ha il proprio modo di insegnare, di comunicare, di vedere il calcio…quindi guardo molte partite ma non ho un allenatore ideale a cui mi ispiro.”
Il gruppo dei 2009 del Civitavecchia Calcio 1920 grazie alla salvezza ottenuta dai 2008 allenati proprio da lei nella scorsa stagione sono giunti a poter disputare l’Elite quest’anno e, non hanno fatto fatica a farsi valere in questo nuovo campionato posizionandosi al terzo posto in classifica alla fine del girone d’andata smentendo anche i più scettici: quanto lavoro c’è stato per raggiungere questi risultati?
“Ho fatto questo discorso ai ragazzi proprio in settimana, dicendo che tutti ad inizio anno ci davano per una squadra retrocessa o che non sarebbe andata oltre la zona play out, mentre io, il mio staff e la società abbiamo sempre comunicato ai ragazzi di avere autostima, voglia di dimostrare a tutti il loro vero valore, e che con il lavoro quotidiano in campo, con i sacrifici anche nella vita privata, con la costanza di impegno ci saremmo potuti togliere molte soddisfazioni…a questi 18 ragazzi, al momento, posso solo dire bravi e grazie per tutto ciò che stanno facendo.”
Descriva con 3 parole il gruppo U16 nerazzurro:
“Famiglia, Inimitabile, Coriaceo.”
Nella giornata di domani comincerà il girone di ritorno dove incontrerete in casa l’Ottavia, squadra che all’andata avete sconfitto per 3 reti a 0: quanto sarà fondamentale non sottovalutare gli avversari per tenere testa all’obiettivo attuale e allontanare le altre pretendenti ai posti playoff?
“Il girone di ritorno, dopo il mercato di dicembre, è tutto un altro campionato rispetto all’ andata. Squadre, soprattutto a Roma, cambiano 3/4 giocatori in un lampo e cambiano ovviamente la qualità e la forza del proprio gruppo. Noi dobbiamo essere bravi ad affrontare ogni singola partita con la mente sgombra, senza pressioni, con il sorriso sulle labbra, divertendoci e dando tutto ciò che abbiamo, mettendo in campo il lavoro settimanale…solo così potremmo continuare ad essere un gruppo vincente.”
Ufficio stampa Civitavecchia





