L’approfondimento: mercoledì di Coppa (Eccellenza e Promozione) in archivio con pochi intimi sugli spalti. CR Lazio facciamo qualcosa?

L’approfondimento: mercoledì di Coppa (Eccellenza e Promozione) in archivio con pochi intimi sugli spalti. CR Lazio facciamo qualcosa?

A cura di Mario Gaetano

Il ritorno dei Quarti di finale della Coppa di Eccellenza e gli Ottavi di quella di Promozione sono andati in archivio. Al di là delle qualificate, che comunque leggete in altre pagine di questo sito, preme sottolineare come, ancora una volta, la formula non incontri di certo il favore di nessuno: né delle società né dei calciatori e nemmeno dei tifosi o degli addetti ai lavori. E se da una parte si potrebbe discutere all’infinito sul regolamento, se sia giusto, ad esempio, che i gol in trasferta valgano o non valgano doppio, se vadano battuti i rigori senza supplementari, ecc…, sono diversi i punti che il CR Lazio dovrebbe (o potrebbe) affrontare per snellire la competizione e renderla più appetibile.
Innanzitutto la prima cosa che si dovrebbe (potrebbe) modificare è la formula andata-ritorno che appesantisce non poco la competizione. La Polisportiva Gaeta, ad esempio, dopo lo 0-3 casalingo contro la Monti Prenestini, avrebbe volentieri fatto a meno di arrivare fino a Cave (300 km tra andata e ritorno…) per disputare una partita pressochè inutile, visto il risultato dell’andata. Qualche anno fa (nel 2017, per la precisione), nel primo turno della competizione, lo stesso Gaeta vinse in casa 6-0 e 15 giorni dopo andò a giocare al “Bridgestone” di Aprilia per difendere il “prezioso vantaggio” contro il Lavinio Campoverde. Che senso abbia giocare, per una società e per dei calciatori (molti dei quali studiano o lavorano il mercoledì) o per gli addetti ai lavori, andare a seguire una partita la cui andata è finita 6-0 per la squadra di casa o 0-3 per gli ospiti, non è dato saperlo.

Ma se una società non fa certo i salti di gioia dovendo perdere l’ennesimo mercoledì per organizzazione, pullman, pranzo fuori e spese relative, chi vede come fumo negli occhi questa formula sono i calciatori (molti dei quali si interrogano sul perché si debbano giocare partite del genere al posto di studiare o lavorare…) ed, ancor di più, i tifosi. E qui veniamo a noi.

Nella prima partita di ritorno dei Quarti, Boreale-Anagni, gli spettatori al Don Orione erano circa 150, a Cave per Monti Prenestini-Gaeta non toccavano i 120, sul campo del Certosa a malapena, sommando le due tribune, si raggiungevano le 100 unità mentre per Ferentino-Roma City si sfioravano le 200 persone sugli spalti anche se nessuno, naturalmente, ha contato gli stoici e coraggiosi appassionati che hanno seguito queste partite. Molti numeri, infatti, non sono ufficiali perché, in molti casi, come al Don Orione, l’ingresso era gratuito. Per rendere più gradevole e più snella questa manifestazione, pertanto, si potrebbe immaginare un turno unico almeno fino alle semifinali che, come avviene per la Coppa Italia di serie C, potrebbero essere disputate con andata e ritorno (considerato il valore della coppa in palio). La finale secca, invece, è la formula migliore in quanto tutti gli appassionati del calcio laziale, non vogliono perdersi la partita che permetterà, alla vincente, di proseguire il cammino incontrando le vincitrici delle altre coppe regionali.


Chiaramente il discorso fatto per l’Eccellenza è valido anche per la Coppa di Promozione. Anzi, in Promozione è ancora peggio in quanto le società investono molti meno soldi rispetto all’Eccellenza e, perciò, andare avanti nella competizione può pesare tanto in termini economici e di fatica per la squadra. In più la perdente della Coppa di Promozione dovrebbe essere tenuta in ovvia considerazione per quanto riguarda il ripescaggio.

Perché è vero che chi vince la Coppa è la prima indiziata per il ripescaggio in Eccellenza ma è altrettanto vero che, fino a due anni fa, la finalista, pur avendo fatto le stesse partite della vincitrice, era relegata in una posizione anonima e senza alcuna possibilità di un ripescaggio. In più il CR Lazio, per rendere queste Coppe più appetibili, potrebbe pensare a dei “premi” da ottenere per ogni turno conquistato (da accreditare, magari, sulla tassa d’iscrizione dell’anno successivo…). Dulcis in fundo sempre il CR Lazio potrebbe ricordare a tutte le società, specie prima del primo turno della manifestazione, quali siano i calciatori tesserati (dilettanti o provenienti dai professionisti…) squalificati dall’anno precedente.

Questo per evitare casi di partite vinte sul campo e poi perse a tavolino perché un giocatore (colpevolmente, ovviamente…) non si ricordava di esser stato squalificato lo scorso anno o due anni prima in una manifestazione in cui, magari, era stato eliminato a settembre.