A cura di Mario Gaetano
CASSINO – Una vittoria, due pareggi e nove sconfitte in 12 partite giocate. Ultimo posto in classifica, peggior attacco (soli sei gol segnati), sei sconfitte di fila in trasferta con un solo gol fatto e ben 11 subiti.
Presidente Andrea Balsamo che succede in casa Cassino?
“Con l’arrivo di mister Mancone, non pensavamo di certo avesse la bacchetta magica. La squadra non è stata costruita da lui che, comunque, ha valutato che ci si può salvare ma c’è bisogno di qualche innesto. Tuttavia non c’è una finestra di mercato aperta e quindi non è facile prendere giocatori”.
Nonostante questo il primo acquisto è già arrivato.
“Sì. Due. A Budoni ha esordito un portiere, Martinelli, un 2005 poi in settimana abbiamo tesserato il centrocampista Del Gesso, che ha rescisso con il Pompei. Adesso siamo alla ricerca di altre due pedine per rinforzare la squadra: un difensore ed un attaccante”.
Dica la verità. Pensavate di soffrire meno in quest’inizio di stagione?
“Assolutamente sì. La squadra è giovane e paga lo scotto ma non pensavamo di incontrare queste difficoltà. I ragazzi avevano approcciato benissimo il campionato con la prima partita e la prima vittoria (contro l’Ischia ndc). Evidentemente pensavano che fosse un campionato semplice. Poi sono arrivate due battute d’arresto di fila ed è salita la “depressione sportiva”. Ora stiamo risolvendo un grosso problema fisico che squadra aveva enunciato con l’arrivo di mister Mancone. In pratica reggevamo per un tempo, il primo, nel secondo non c’era la forza per competere. Oggi giochiamo fino al 90’ ”.
Certo è che quando si cambia allenatore è difficile ripartire perché si impiega più tempo a carburare ma nelle ultime tre partite sembrava che qualcosa era cambiato…
“A Nocera abbiamo giocato ad armi pari e preso due gol su calci da fermo, il secondo al 90’ dopo aver fallito un paio di occasioni. Con l’Olbia la partita l’abbiamo fatta noi ed abbiamo sciupato tre occasioni per segnare. A Budoni se il primo tempo fosse finito 3-0 non avremmo rubato nulla. Abbiamo avuto 4 chance con 2 miracoli del portiere ed altri due gol divorati a porta sguarnita”.
Siete fiduciosi?
“Il cammino è difficile e complicato. Ma penso che potremo arrivare ad una salvezza tranquilla”.
Gli infortuni non vi aiutano…
“Due settimane fa abbiamo perso Maini, sabato scorso Lovecchio e Cavaliere. Tre giocatori over…”.
A questo proposito a Budoni mancavano proprio i due ragazzi per cui avevate già pagato il biglietto aereo.
“Esatto. Ci sono state polemiche perché siamo andati in Sardegna in 18 e non in 20. Anzi siamo andati in 16 proprio perché si sono infortunati i due calciatori il giorno prima nella rifinitura. A qualche tifoso abbiamo fatto vedere i biglietti di Lovecchio e Cavaliere che non ci hanno rimborsato nè hanno permesso il cambio nominativo. In verità l’80% delle squadre va in 18 perché ci sono comunque 7 cambi in panchina e solo in 5 possono entrare. Tante squadre vanno in Sardegna o dalla Sardegna vengono sul Continente in 18 perché nel conto vanno annoverati 4 membri dello staff, il segretario ed il massaggiatore. Con me eravamo 25”.
Presidente è vero che lei e Nicandro Rossi (l’ex presidente ora Vice) meditate di andare via?
“In estate abbiamo detto che eravamo sempre disponibili a farci da parte. I tifosi ci dissero che c’erano diversi imprenditori interessati al Cassino fino a 2 giorni prima dell’inizio del campionato. Non si è visto nessuno. Noi (lui e Rossi ndc) siamo sempre a disposizione di chi è più bravo di noi ma se nessuno si fa avanti continueremo ad impegnarci per far salvare la squadra. Ma siamo stanchi di continuare a dire che se ci sono imprenditori vengano fuori. C’era chi avrebbe portato il titolo fuori Cassino, altri che avrebbero messo metà della metà del budget diluito in 3 anni, insomma non c’erano le prospettive di trovare un accordo”.
In più la vicenda stadio.
“Sì. A Cassino fare calcio senza strutture è quasi impossibile. Eppure il comune ha mostrato disponibilità ed attenzione nei nostri confronti. La nuova normativa impone l’inagibilità se non c’è l’ok dei Vigili del fuoco, se i seggiolini sono incendiabili o meno. E se non c’è uno stadio adatto ad ospitare tifoserie numerose, significano soldi in meno per noi ed un aggravio di costi”.
In parole povere?
“E’ da pazzi continuare a fare calcio in questa maniera! C’è chi ci critica perché non anteporremmo il bene del Cassino ad aziende dove ci sono famiglie che lavorano. Facile parlare da un bar o dietro la tastiera di un computer. Meno facile quando c’è il 10 del mese e paghiamo gli stipendi. Oppure le trasferte. Nel Lazio o in Campania se n vanno oltre 2000 euro a viaggio tra pullman, pranzi e pensioni complete per 25 persone. In Sardegna si arriva a 10.000 euro di spesa a trasferta”.
Costi insostenibili.
“Premesso che non ce l’ha detto il medico di portare avanti il calcio a Cassino, non abbiamo il coraggio di far fallire una società. Siamo disponibili a farci da parte. Abbiamo sempre coinvolto i tifosi e detto chiaramente le cose come stanno. Ma se dobbiamo far fallire la società ce lo dicano”.
Ultima domanda presidente: dove giocherete le prossime due gare in casa?
“Intanto va detto che non è colpa del comune. Anzi il Sindaco è stato sempre il primo a mettersi a disposizione ed a seguire i lavori di riammodernamento. Sono le normative che tengono le mani legate al Sindaco. I Vigili del fuoco faranno le relative prove. Se non cambia nulla il Salveti non sarà agibile perciò o giocheremo a porte chiuse (contro Real Monterotondo e Sassari Latte Dolce ndc) oppure dovremo trovarci un altro stadio con un aggravio di costi”.





