A cura di Giovanni Crocè
Un calciatore tecnico, veloce, letale. Così lo ricordano i tifosi del Tor di Quinto e gli appassionati del nostro settore giovanile e così è rimasto anche due anni dopo essersene andato a diventare “grande” in giro per l’italia, Ibrahima “Ibra” Bongoura Thiam, attaccante esterno-seconda punta classe 1993. Dopo l’esperienza maturata un campionato fa in serie seconda divisione al Bellaria Igea Marina, in cui l’anno passato ha totalizzato 7 presenze senza reti e quest’anno, sempre sotto contratto dal Parma e seguito dal Cfr Cluj (team romeno che ha disputato recentemente anche la Champions League), sta terminando il campionato romeno di terza serie tra le file del Dej. Ci è venuto in soccorso Skype per questa prima intervista tra Italia e Romania che vede protagonista il calciatore che partito tra gli esordienti della Lazio, ha giocato anche con Stramaccioni negli Allievi Nazionali e nella Primavera della Roma campione d’Italia.
Ibrahima, ti abbiamo lasciato con una finale persa ai calci di rigore contro la Vigor Perconti a Frascati, ma adesso tra riviera romagnola e Romania, sei migliorato molto….
E’ mio dovere farlo visto che ho ottenuto la fiducia del Parma, con cui ho ancora questo ultimo anno di contratto da cercare di far ampliare ancora, e non voglio mollare nulla. L’anno passato con mister Osio nella seconda parte di stagione a Bellaria ho fatto molto meglio che nella prima parte di stagione e sono riuscito a meritarmi anche questa esperienza, la mia prima fuori dall’Italia, a Dej, nella serie C romena. Adesso qua però il campionato è finito, e io, arrivato ad agosto, ho totalizzato qualcosa come 12 presenze e 6 reti, alcune anche dalla panchina e devo dire che la terza serie italiana mi ha svezzato alla grande permettendomi di farmi subito amare qua in romania, a Dej, cittadina a 50 chilometri da Cluj.
A quanto pare oltre al Parma che ti ha contrattualizzato proprio il Cluj, squadra romena di serie A ti sta seguendo…
Infatti, so che anche loro mi vogliono, ma ne devo parlare coi miei procuratori, di sicuro vuol dire che in Romania ho fatto ancora meglio che in Italia. Pensate che non so neppure bene come si chiama il mister del Dej perchè a me interessano solo campo e pallone e alla fine mi ha voluto bene pure lui anche se purtroppo spesso le mie idee di calcio spettacolare non collimavano con le sue e in 3 mesi di esperienza qua mi ha fatto fare un po troppe partenze dalla panchina ma alla fine qua, città piccola dove tutti si conoscono, bastano 1-2 gol per farsi amare, soprattutto se arriva la salvezza. Ora il campionato è concluso e spero di poter tornare a giocare tra i professionisti in Italia o fare una nuova esperienza all’estero in Francia od Inghilterra e meritarmi il rinnovo del vigente contratto.
Tu da giovane ragazzo di colore nato a Roma e proveniente dall’Italia come ti sei ambientato in un piccolo paese delle Romania ed in un calcio tanto diverso?
Devo dire che sapevo che questa sarebbe stata un esperienza lampo, perchè qua adesso come in tutti i campionati dei paesi Europei dell’Est si gioca fino a novembre e poi c’è o la fine del campionato o la pausa invernale. Come detto alla fine in tre mesi le ho giocate quasi tutte e ho potuto giocare nel mio vero ruolo di punta d’appoggio o punta esterna, e ho segnato. Al Bellaria l’anno passato invece siccome eravamo una squadra di giovani che doveva salvarsi e io ero tra i più giovani mi sono ritrovato a fare solo 7 partite senza gol e a giocare anche terzino o comunque esterno in un centrocampo a 5 nel 3-5-2, ma mi è servito a imparare a stare “sul pezzo” senza mollare mai, e ad accettare la panchina allenandomi però sempre al trecento per cento per sfruttare alla morte ogni istante sul terreno di gioco e devo dire che questa estate, quando mi si è presentata questa esperienza in Romania non ci ho pensato su un secondo. Ho imparato in fretta la lingua, neolatina e molto simile all’italiano, e arrivando d’estate per così pochi mesi non ho avuto spazio per la vita notturna, dato che qua non siamo a Cluj, che è la città grande più vicina, piena di universitari, c’è poco da fare e col freddo che fa già da un mesetto è stato tutto calcio e compagnia coi miei compagni di camera, un brasiliano ed un ivoriano che giocano con me.
La cosa più strana che ti è capitata, qualche aneddoto della vita romena di Ibrahima Bongoura?
Beh devo dire che essendo Dej un centro piccolo dove tutti si conoscono, anche se qua siamo professionisti, veniamo visti come ragazzi del paese, non certo star, ed essendoci pochissima gente di colore, un poì mi ha stranito come venivo guardato dalla gente del posto. Ma poi ai primi gol tutto è passato ed è stato un gran fiorire di sorrisi anche in giro per la città. La cosa più dura non è stata il freddo, ma il cibo. Qua in Romania rispetto all’Italia mi sono trovato davvero male e devo dire che non hanno certo una cultura dell’alimentazione: era spassoso quando prima delle partite lo staff della squadra ci dava da mangiare il pollo fritto e io cercavo di evitarlo (dice ridendo ndr)
Adesso cosa accadrà, dato che il campionato è finito?
Come detto il contratto col Parma fino a giungno resta e spero di tornare in Italia, questa è la mia vera volontà. Ma più importante di tutto è salire di livello, restare nel professionismo e migliorare la mia carriera, perciò va detto che se posso e mi vogliono resto in Italia, altrimenti Francia (lingua che parla correntemente alla pari dell’italiano n.d.r) o Inghilterra, due campionati che amo, sarebbero due altri approdi fantastici all’estero
Hai sofferto la distanza dalla tua famiglia, dalla tua vita a Roma?
Beh certo, ma il giusto, sapevo che ero qua per fare il professionista e credo di aver fatto meglio che a Igea Marina quindi sono a posto con la coscienza. Di sicuro so che la Romania è solo un ora avanti rispetto all’Italia, quindi ho spesso vissuto in simbiosi con i miei migliori amici e la mia famiglia, con cui grazie a Skype, lo stesso sistema con cui ci stiamo sentendo io e te, ho parlato per ore quasi tutti i giorni, quindi non c’era nè tempo nè motivo per farsi prendere dalla nostalgia, dato che alla fine le cose sono andate bene e la stanchezza dopo gli allenamenti era davvero tanta. Spesso l’unico lusso era una birretta coi ragazzi e poi via in camera, perchè Dej non induce certo in tentazione, ripeto…
Con qualcuno del Tor di Quinto ti senti ancora? Hai modo di seguire i campionati dilettantistici del Lazio?
Per quel che posso so sempre tutto il possibile del Tor di Quinto e lo seguo spesso anche grazie a voi di sportinoro, quindi sono abbastanza aggiornato. Oltretutto uno dei miei più grandi amici, Fabio Lunetta, difensore del Tor di Quinto mio coetaneo è sempre a Roma a giocare in rossoblù e mi tiene aggiornato. Quelle volte che torno a Roma sono sempre belle serate con lui e gli altri ragazzi, mi trovo sempre bene. Poi a brevissimo tornerò a Roma, in attesa di una nuova sistemazione, dato che qua a Dej credo di aver fatto tutto quello che dovevo.
Grazie mille Ibrahima e tienici aggiornati sulla tua prossima destinazione!
Grazie a te di avermi tenuto presente e farò in modo di portare alto l’onore della nostra regione e del Tor di Quinto dovunque andrò. Saluto tutto il Tor di Quinto e tutti gli appassionati di calcio dilettantistico del Lazio!