Dodici gol nelle prime diciotto gare di campionato costituiscono una conferma.
Federico Cerone (nella foto di Andrea Di Palermo, ndr) rappresenta una delle note maggiormente liete di una Viterbese Castrense che ora pare proprio aver trovato l’effettiva quadratura del cerchio.
A ventotto anni compiuti, l’ex attaccante di Barletta e Mantova ha ormai raggiunto una maturità tale che lo porta a rispondere serenamente e senza nascondersi dietro ad un dito su qualsiasi tema.
“Stiamo attraversando davvero un buon momento ed i risultati lo testimoniano.
Credo però che giocavamo bene anche prima del cambio di allenatore…”.
Facciamo un passo indietro.
Cosa è accaduto all’epoca dei fatti?
“Non so cosa portò la società ad esonerare Solimina.
So solo che in quelle settimane la situazione prese una piega strana e si rischiò concretamente di rompere un giocattolo che, essendo stato costruito dalla proprietà e dall’allenatore, doveva essere gestito da queste componenti.
Credo sia stato giusto da parte della famiglia Camilli tornare sui propri passi”.
Con Solimina che rapporto ha?
“Tra di noi c’è stima.
Il mister è una persona schietta e che ama parlare in faccia.
In questo siamo molto simili, apprezzo le persone oneste”.
Solitamente adottate il 4-2-3-1.
E’ questo il modulo giusto per la Viterbese Castrense?
“A mio giudizio sì, perchè è quello su cui insistiamo dall’inizio della stagione.
E’ pur vero però che abbiamo tante varianti possibili, dal 4-3-3 al 4-4-2, passando per la difesa a tre.
Come la mescoli, la minestra è sempre buona…”.
Con Vegnaduzzo come vanno le cose?
“Lui è arrivato da poco, ma si sta integrando molto bene nel gruppo.
Ci stiamo conoscendo in queste settimane e stiamo migliorando la nostra intesa ogni giorno che passa”.
Lei ha avuto modo di giocare per anni tra i professionisti.
Perchè ha scelto di tornare nuovamente a misurarsi con i dilettanti?
“Sono arrivato a giocare in B a Grosseto dopo una stagione indimenticabile a Guidonia in Serie D.
Quell’anno segnai venti gol, arrivammo secondi ed in squadra c’erano giocatori come Muzzachi e Razzini, gente di grande valore.
Per quanto mi riguarda, è la prima volta che mi misuro con l’Eccellenza.
In estate stavo per firmare con l’Ischia, ma arrivò la chiamata della Viterbese Castrense e fui convinto dal blasone della società e della sua tifoseria.
Questi mesi mi hanno insegnato una cosa importante: puoi anche avere un pedigree importante, ma se non ti cali con la giusta mentalità in questo genere di campionati, rischi di andare incontro a qualche figuraccia.
A mio giudizio, il livello complessivo è buono, anche se allenandomi quotidianamente con i miei compagni, ho capito che con questa squadra potremmo far bene anche in altre categorie con questa squadra”.
Quanto conta per lei il titolo di capocannoniere?
“Fa piacere, ma assume sempre un significato relativo rispetto al rendimento della squadra”.
Mi dà un giudizio sull’esonero di Punzi?
“Non lo conosco personalmente, l’ho visto solo in occasione dello scontro diretto.
Mi sembra comunque un tecnico preparato e chiunque senta me ne parla bene.
Purtroppo sono situazioni che nel calcio possono accadere”.
Domani tornate nella fatal Ladispoli…
“Non li abbiamo mai battuti, è vero, però se andiamo ad analizzare i confronti precedenti, gli episodi non ci sono stati particolarmente favorevoli.
Nella gara di campionato, ad esempio, ricordo due o tre pali ed un gol incassato a tempo quasi scaduto.
Insieme al Villanova sono comunque la squadra che ci ha creato più grattacapi finora”.
Il campo in terra può essere un’insidia?
“Per quanto mi riguarda no, anzi cercherò di parlare con la Regione, affinchè siano rifatti tutti in pozzolana, visto che su quella supericie segno sempre.
Scherzi a parte, per noi non cambia nulla.
Dobbiamo andar lì e vincere per due motivi”.
Quali?
“Il primo è quello più scontato: la società tiene moltissimo a far bene anche in questa manifestazione e questo è dimostrato dagli investimenti fatti per prendere giocatori che sarebbero titolari anche nella categoria superiore…”.
Ed il secondo?
“Ho una scommessa in ballo con Federici.
Il capitano mi ha promesso che, in caso di double, a fine stagione mi regalerà una macchina come la sua.
D’altronde, lui ha i soldi e può permettersi questo ed altro (ride)…”.