Dodici punti conquistati in un febbraio che nel Girone A di Eccellenza assunto tonalità biancorosse.
E pensare che il restyling dicembrino aveva fatto presupporre quasi un disimpegno rispetto alla lotta per il titolo.
Invece, con il sorriso sulle labbra e la sfrontatezza di una rosa in cui il più “anziano” è l’ultimo arrivato, il difensore Emiliano Leone che sta per soffiare su ventotto candeline, il Fregene di Paolo Caputo ha pian piano risalito la china.
Agevolato in parte dalle sue ultime brillanti prestazioni ed in parte dal dichiarato lassismo di un torneo che sembra offrire una seconda e pure una terza chance a tutte le sue partecipanti, l’undici tirrenico è tornato pienamente in lizza per obiettivi che sembravano fuori portata.
La “manita” di Montecelio lo ha condotto a sole tre lunghezze dal secondo posto e, se Mereu non avesse estratto dal suo portentoso cilindro la diabolica punizione che ha steso nel recupero il Monterotondo, neppure il primo posto si sarebbe trovato a distanza di guardia.
Nel momento d’oro che sta vivendo il Fregene una traccia importante la sta lasciando Leonardo Nanni (nella foto Laconi).
L’ex talento del settore giovanile romanista sembra aver ormai raggiunto quel grado di maturità necessario per ambire a tornare in un calcio che troppo frettolosamente gli aveva voltato le spalle all’epoca della B a Grosseto, costringendolo a ricostruirsi una passione per questo sport da Lariano.
Per movenze il funambolico attaccante romano ricorda molto Marco Neri.
Lui che ne è assai amico sorride lusingato e traccia ai nostri microfoni i suoi obiettivi a breve e medio termine.
Nanni, venite da quattro successi nelle ultime uscite.
Il Fregene ha decisamente cambiato marcia.
“Dopo il mercato invernale ci sono stati molti cambiamenti e c’è voluto un po’ di tempo perchè i nuovi arrivati si ambientassero e prendessero confidenza con gli altri.
Siamo una squadra molto giovane, se si considera che i più esperti in organico siamo io, Barrago e Leone.
Se le cose adesso funzionano meglio, è perchè stiamo capendo cosa vuole da noi il mister”.
Cosa vi chiede Caputo?
“Il mister ci chiede di giocare sempre la palla e di divertirci giocando, mettendoci sempre il massimo impegno.
Caputo ha un’idea ben precisa di gioco e, se non lo segui, sei fuori”.
Quali differenze ha riscontrato rispetto a Vigna?
“Mister Vigna aveva forse maggior dialogo con il gruppo, si confrontava con noi nello spogliatoio.
Personalmente comunque non ho mai avuto problemi con nessun allenatore”.
Torniamo all’ultima sessione di mercato.
Dopo gli addii eccellenti e l’arrivo di tanti giovani di talento, sembrava che il Fregene volesse ridurre la portata delle proprie ambizioni, e invece…
“Sembrava fossimo destinati ad un campionato tranquillo ed in linea con quelle che erano le aspettative d’inizio stagione.
Ora invece siamo finiti anche noi sulla giostra e sarebbe un peccato fermarsi”.
Qual è stata la svolta?
“Come dicevo prima, direi che è arrivata quando abbiamo cominciato a divertirci giocando.
Siamo una squadra giovane e l’entusiasmo fa la differenza”.
Tanto che adesso siete a tre punti dal secondo posto.
A questo punto ci credete?
“Sì, però dobbiamo fare attenzione, perchè nel calcio i piani possono cambiare anche di domenica in domenica.
Noi ci proveremo.
Finchè dura…(sorride)“.
Dopo qualche settimana di astinenza, è tornato al gol con grande continuità nelle ultime settimane ed ha già raggiunto quota sedici.
Si è posto un obiettivo preciso?
“E’ vero, ho ritrovato continuità in fase realizzativa e questo è importante.
A differenza della passata stagione, in cui non avevo mai segnato nel girone d’andata per poi farne quindici al ritorno, quest’anno le reti sono state distribuite equamente.
In carriera non ho mai vissuto la gioia di vincere un campionato ed allora dico che il mio traguardo personale sarebbe quello di provare almeno ad arrivare a giocarmi i play-off con il Fregene”.
Tempo fa, l’abbiamo definita il nuovo Neri.
Per caratteristiche si rivede in lui?
“Marco lo conosco personalmente, è un amico ed è un grande giocatore.
Se sono migliorato, lo devo anche al nuovo ruolo che mi ha cucito addosso mister Caputo.
Prima giocavo esterno e finivo spesso un po’ fuori dal gioco, mentre adesso, da trequartista, tocco molti più palloni e sono sempre nel vivo della manovra”.
Molti addetti ai lavori ti considerano un lusso per questa categoria.
Ti senti pronto per una seconda opportunità tra i professionisti dopo la parentesi di Grosseto?
“Sì, devo dire che adesso mi sento pronto e spero di avere un’altra possibilità.
In passato fui catapultato in qualcosa di decisamente più grande di me, ma adesso tante situazioni saprei gestirle in maniera diversa.
Vedremo a fine stagione…”.
Dopo la grande rincorsa di febbraio, marzo vi propone nuove sfide.
Derby con il Ladispoli a parte, affronterete solo squadre in lotta per non retrocedere.
Per il Fregene il prossimo mese rappresenta un incentivo o una trappola?
“Questo è un campionato molto livellato, dove non ci sono le classiche ammazza-campionato.
Fino a poche settimane fa, anche noi vestivamo i panni della squadra alla ricerca dei punti-salvezza, eppure abbiamo sconfitto anche formazioni d’alta classifica.
Dobbiamo ragionare di settimana in settimana, a partire da quella di domenica contro il Grifone Monteverde, che sarà un ostacolo importante”.