Sfogliare la margherita.
Il calcio rappresenta una passione profonda, pervicace, ma a ventiquattro anni ed una laurea ormai all’orizzonte è tempo di guardare al futuro.
Marco Midulla ci pensa su, è dubbioso e valuta guardingo ogni strada.
Capitano di una squadra imbottita di giovani che l’anno scorso ha compiuto un mezzo miracolo salvandosi e che ora cerca di venir fuori dal pantano delle ultime posizioni.
Esser figlio di uno dei massimi dirigenti del Futbolclub (da un anno ne è divenuto Presidente, ndr) inizialmente non lo ha agevolato.
L’anno scorso, chiuso in attacco da gente che portava cognomi importanti come Spaziani, Barile e Scerrati, aveva pensato addirittura di andar via, poi è rimasto ed ha fatto benissimo.
Ora però c’è un altro capitolo della storia da scrivere e lui, il capitano, è pronto ad assumersi le proprie responsabilità.
Gli orange faranno di tutto per centrare una nuova impresa ed il Villanova, prossimo avversario ed una delle vittime preferite del riccioluto attaccante romano, è avvisato.
Midulla, partiamo dalle vostre ultime uscite.
Dopo due pareggi consecutivi, è arrivata una convincente vittoria ai danni dell’Almas: è un segnale?
“Quest’anno di vicissitudini ne abbiamo attraversate tante, a partire dal cambio dei due allenatori che, a mio avviso, non avevano colpe.
Sono dell’opinione che sia sempre difficile riconfermarsi su certi livelli per una squadra giovane e, per certi versi, inesperta come la nostra.
Adesso le cose sembrano funzionare meglio.
La vittoria contro l’Almas è stata importante ma, analizzando i due pari precedenti, con un pizzico di fortuna potevamo ottenere qualche punto in più.
Ora dobbiamo continuare così, consapevoli che ogni partita da qui alla fine sarà una battaglia”.
Secondo numerosi addetti ai lavori, lo scorso anno avete giocato il calcio più piacevole della categoria.
Cosa non è andato per il verso giusto in questa stagione?
“A mio avviso, la consapevolezza raggiunta nella scorsa stagione non ci ha trasmesso la cattiveria giusta per cominciare questo campionato come avevamo terminato lo scorso.
Le cose sono andate male fin dall’inizio e questo ha finito con il sottrarci entusiasmo e creare malumori in seno alla squadra.
Infortuni e squalifiche non ci hanno aiutato.
Ora però le cose stanno migliorando e non mi riferisco soltanto ai punti guadagnati in classifica, ma anche alle stesse prestazioni, un aspetto prioritario per come la vedo io…”.
Ripartire dalla grande armonia che da sempre rappresenta un punto di forza nello spogliatoio del Futbolclub?
“Certamente.
La maggior parte dei ragazzi della nostra squadra sono cresciuti in questa società e quelli che si sono aggiunti successivamente non hanno faticato ad integrarsi.
Dobbiamo far leva su questo aspetto”.
Un gruppo che si è trovato nelle condizioni di assumersi delle responsabilità importanti dopo la diaspora dei senatori a metà della scorsa stagione.
“Fu una situazione abbastanza paradossale.
Tutti i grandi erano andati via e nella sessione invernale anch’io ero sul piede di partenza, perchè trovavo poco spazio.
All’improvviso le cose cambiarono ed una squadra di soli under, tranne me ed il portiere Rossi appena arrivato, fu quasi costretta a caricarsi di responsabilità importanti.
Tutti abbiamo dovuto dare di più per dimostrare di essere degni di poter giocare in un campionato che per la maggior parte di noi era completamente nuovo”.
Per caratteristiche che attaccante è Marco Midulla?
“Credo di essere un giocatore atipico.
Con Centioni e Sancricca venivo impiegato da falso nueve nel 4-3-3, mentre con Pellegrini ho cominciato da esterno di centrocampo per poi essere collocato nel ruolo di seconda punta.
Questo forse è il ruolo che mi piace di più”.
Come procede l’intesa con Bongoura?
“Benissimo.
Abbiamo già stretto una bella amicizia ed in campo ci troviamo molto bene.
Abbiamo caratteristiche simili, per certi versi, ma questo non ci impedisce di coesistere, perchè lui è più prima punta ed io trequartista.
Bongoura ci sta dando davvero una grossa mano”.
La salvezza è l’obiettivo a breve termine.
Nel suo futuro, invece, cosa vede?
“Non saprei dire, sono ad un bivio.
Conseguita la Specialistica, tra poco più di un mese mi laureerò in Economia e Finanza.
Anche durante questa stagione ho ricevuto delle proposte e la cosa mi ha fatto molto piacere.
A giugno dovrò valutare con attenzione se potrò ritagliarmi ancora dello spazio per giocare a calcio oppure no”.
Esser capitano di una squadra di cui suo padre è presidente le ha mai causato problemi?
“Forse le problematiche maggiori ci sono state nell’anno in cui eravamo in Promozione.
All’epoca erano in molti a non credere nelle mie capacità.
Ora le cose vanno decisamente meglio sotto questo profilo”.
Domenica andrete a giocare nella tana di una delle formazioni più temibili del torneo, il Villanova.
Che gara si aspetta?
“Sarà una partita difficilissima.
Loro sono una delle squadre più forti del torneo insieme a Fonte Nuova e Ladispoli.
Noi interpreteremo il match con l’animo di chi non ha nulla da perdere e con la consapevolezza di aver spesso fatto figure migliori contro avversari di rango, piuttosto che contro formazioni di medio valore.
In più il Villanova mi porta bene: nelle tre occasioni in cui ho affrontato i tiburtini tra coppa e campionato ho sempre segnato.
Speriamo di ripeterci…”.