Di Alessandro Bastianelli.
QUARTI DI FINALE JUNIORES ELITE : TOR DI QUINTO – CERTOSA 1 – 1 dts
TOR DI QUINTO (4-2-3-1): Somma; Rossi (8’sts Musumeci), Scriva (10’sts Amadei), Verzari (39’st Staffa), Porfiri; N’Dah, Corsetti (26’st Teruzzi); Nicolucci, Penge, Tomaselli; Di Girolamo (30’st Giulitti). A disp. : Picca, Thioune. All. : Valentino Vergari.
CERTOSA (4-3-3): Tanturri; Castaldi, Conti, Cornacchia, Terzi; Guglielmo (9’st Mariotti), Mugavero, De Luca; Demofonti, Guidi (16’st Coico), Proia. A disp. : Gregnanin, Risoldi, Brancati, Todino, Bucarelli. All. : Cristian Ranalli.
ARBITRO: Merolli di Cassino. ASSISTENTI: De Vellis e Milazzo di Frosinone.
MARCATORI: 32’pt N’Dah, 35’st Proia.
NOTE: 1′ e 3′ di recupero, 0′ e 1′ recupero nei ts; ammoniti Scriva, Verzari, Corsetti, Teruzzi, Cornacchia, Guidi, Coico.
Il treno per le finali ha i posti riservati, e scendere dalla carrozza a questo punto, dopo un percorso così straordinario, avrebbe fatto male tanto agli uni quanto agli altri.
Le motivazioni del Tor di Quinto e del Certosa nascevano da esperienze diverse, da aspettative, speranze e contesti totalmente differenti, ma erano unite da una profonda autenticità, quella che riposa nelle anime di chi crede a un sogno e ad un’impresa che chiunque, fra i giovani ’96 e ’97, vorrebbe vivere sulla propria pelle; quella che si leggeva sui visi sofferenti e piangenti dei viola, che si udiva nel boato e nelle urla dei rossoblu.
SUBITO SPETTACOLO – E dire che, nelle prime battute, non si era messa benissimo per i padroni di casa, sostenuti da una fantastica cornice di pubblico e racchiusi, nel pregara, attorno alla lapide dell’indimenticato Paolo Testa per caricarsi adeguatamente.
Il Certosa entra in campo aggressivo, pressa e giostra sulla trequarti con De Luca, mentre Proia tira sportellate a destra e a manca. Demofonti però latita, nonostante l’ottimo servizio offerto a Proia (in fuorigioco però al 13′). Il Mago del Certosa avrebbe sui piedi l’occasione del vantaggio al 14′, imbeccato da Guidi in profondità, ma il pallone oggi pesa ed il suo destro non sembra sostenerlo.
Il Tor Di Quinto può quindi riogranizzarsi, stringendosi attorno ai suoi carismatici leader. Di Girolamo offre sponde interessanti, ma a N’Dah manca la precisione da fuori (26′). Poco prima lo stesso capitano aveva servito una palla d’oro a Nicolucci, sul piede sbagliato, il destro, che spedisce la palla alle stelle (25′).
E’ un assedio dei rossoblu fra il 20′ ed il 35′. Tomaselli trova lo spazio per il tiro, ma senza sorprendere Tanturri (28′), fenomenale qualche istante dopo nello sbarrare la porta prima al diagonale di Di Girolamo, servito da Penge, poi alla respinta dello stesso Tomaselli.
Sono prove tecniche di trasmissione, serve ancora qualche minuto per andare in rete. E’ il 35′, Conti deve concedere un corner; Penge va dalla bandierina a dipingere, Tanturri chiama in uscita ma si vede sbucare il capoccione di N’Dah, che incorna alla grande e porta il Tor Di Quinto in cielo con sé.
TORNA IL MAGO – Cosa serve al Certosa? Crederci, e soprattutto Demofonti. Ectoplasmatico nel primo tempo, il Mago si sveglia al rientro nella ripresa, ribadendo perchè dai suoi piedi siano arrivati la maggior parte dei gol stagionali dei viola.
Le occasioni da fermo sono il grimaldello del Certosa. Guidi spaventa Somma da fuori, ma una gamba in mischia gli sporca il tiro (4′); Demofonti prova ad emularlo più defilato da destra, qualche minuto più tardi, Mugavero manca l’aggancio in area. Anche il tentativo di De Luca da fuori area (23′) non fa paura a Somma, oggi felino come un gatto.
Il Tor Di Quinto accusa un po’ il colpo, ma quando accelera sono sempre brividi forti. Penge si inventa un tiro cross insidioso, che lambisce solo il palo (20′), mentre Di Girolamo, francobollato da Terzi per tutto il match, riesce a svicolarsi dalla marcatura per sfoderare un gran diagonale al 32′, neutralizzato dal bravo Tanturri.
La tensione in campo si risolve in un urlo. Mancano dieci minuti alla fine, Demofonti ha sui piedi una punizione che somiglia a un corner corto, posizione ideale per una staffilata in mezzo all’area. Somma respinge, ma sul ginocchio di Proia, che si trova al momento giusto e nel posto giusto per far gridare i suoi sodali.
DOPO EMOZIONI SUPPLEMENTARI – Il pareggio premierebbe i rossoblu, ma a patto di resistere per altri 30′, quei supplementari tanto temuti ma così amati dagli appassionati.
E’ una mezz’ora di passione. Le occasioni sono solo a marca viola, tutte da fermo, una delle quali fa recriminare gli ospiti per un tocco di mano della barriera (8’sts), ma il volume del corpo non ne aveva giovato, giusto lasciar correre.
A fine gara c’è qualche attimo di tensione, ma non rovina nullo di quello che i viola hanno costruito in questi anni.
Il gruppo dei ’96 si congeda dalla sua casa con tre campionati regionali vinti, uno provinciale, una finale Elite al primo tentativo. Numeri straordinari, un’eredità tutta nelle mani dei gruppi più giovani, a cui le lacrime dei leoni viola sono adesso affidate.
Gioisce quindi il gruppo allenato da Vergari, un’altra bellissima sorpresa di questo campionato. Vergari, che un trofeo l’ha già vinto sul campo, nel ’92, al fianco di un certo Marco Materazzi in difesa, ha adesso nelle proprie mani un compito delicatissimo: trasformare la gioia, l’estro, la qualità, la forza fisica dei propri gladiatori in leggenda.
Smaltite le scorie di un sabato per niente comune, i rossoblu dovranno preparare la gara dello Sporting Center, che andrà in scena sabato prossimo. Ci sono i blaugrana, l’eterna rivale degli ultimi anni, l’armata da guerra che ha marchiato la storia recente della Juniores Elite (tolta una parentesi della Tor Tre Teste).
Sarà una finale prima della finale, sarà un’altra storia, sarà un altro sabato di grande passione.