Nicholas Bensaja ha in pochi mesi la possibilità di rendere eccezionale la propria stagione calcistica ed è chiamato ad un vero e proprio superlavoro per cercare di incidere sia con l’Eccellenza, dove lotta per il primo posto nel gruppo A con la maglia del Fregene, squadra dove è arrivato quest’anno dall’Ostiamare, e in aggiunta vuole vincere anche con la Rappresentativa Juniores del Cr Lazio l’imminente Torneo delle Regioni, dopo essere stato campione l’anno passato con la selezione allievi.
A cura di Giovanni Crocè
Nicholas, per essere un classe 1995, hai girato parecchie squadre e già messo in bacheca il recente torneo delle regioni categoria Allievi. Oggi come allora c’è Giannichedda in panchina.
Sì e non lo dico per piaggeria, ma a tutti noi fa molto piacere essere guidati dal mister Giannichedda. Siamo giovani per ricordare bene il suo passato in nazionale ed in serie A alla perfezione, ma sappiamo per esperienza che sa stare vicino al ragazzo quanto al calciatore nella maniera migliore. Puntiamo a vincere anche quest’anno, perchè negarlo, molti di noi sono campioni uscenti con la selezione Cr Lazio degli allievi. Siamo pronti a lottare anche per la categoria successiva. In un anno molti di noi sono andati a giocare in Eccellenza e quindi possiamo solo essere meglio di quello che eravamo dodici mesi fa.
Tu ritieni giusta la scelta fatta accasandoti in Eccellenza al Fregene?
Credo di sì senza ombra di dubbio, anche perchè dopo il bel campionato Allievi Elite giocato con mister Tony Bellini in panchina, l’Ostiamare mi aveva chiesto di rimanere anche per la serie D ma io nel periodo estivo già stavo facendo alcuni provini con Lecce e Siena. Il Lecce mi avrebbe anche tesserato ma poi la retrocessione dei salentini per il calcioscommesse ha mandato tutto a monte, invece Siena non so perchè sia tramontata. Di ritorno da questi due periodi di prova, e senza aver fatto una vera preparazione estiva, l’Ostiamare mi ha detto di decidere una volta per tutte perchè la stagione stava per iniziare e io non me la sono sentita di rischiare di fare panchina in Serie D.
Inizio non facile ma ora sei titolare fisso e la serie D rischi di raggiungerla quest’anno
Vero, e devo ricordarmi di quando per le prime 7-8 partite con Manolo Liberati non giocavo anche perchè l’adattamento al campionato e ai suoi ritmi forsennati mi è costato fatica. Poi un po’ ho ingranato bene io a livello atletico e un po’ c’è stato il cambio d’allenatore ed i nuovi arrivi hanno dato il là alla bella stagione del Fregene. E’ cambiato un po’ tutto all’interno della squadra e per fortuna, in meglio.
Tu spesso hai avuto a che fare con grandissimi ex calciatori che ti hanno allenato. Ora Giannichedda, prima, quando eri alla Roma, Montella e Tovalieri.
Un grande privilegio, perchè loro ammettono solo la mentalità vincente ed il rigore comportamentale e morale e grazie a loro ho cambiato radicalmente testa. Non sono certo quello che ero, per dire 4, anni fa, avevo un carattere particolare, non mettevo il calcio nella giusta posizione. Ora mi sento molto più equilibrato di prima. Montella, per dire, il primo giorno che misi piede a Trigoria mi squadrò dalla testa ai piedi, avevo 14 anni. Mi disse: “Nicholas appena varchi il cancello di Trigoria io quegli orecchini non te li voglio più vedere addosso. E anzi, fammi il piacere, non te li mettere neanche nella vita privata”. Io con lui giocavo sempre titolare, avevo la maglia numero 10 e perdemmo solo nella finale nazionale contro il Milan, la mia stagione più bella. Con Tovalieri qualcosa non andò per il verso giusto, non giocai mai.
Qual’è il giocatore più forte con cui hai condiviso uno spogliatoio?
Come non parlarvi di Alessio Romagnoli, sì, proprio il difensore classe 1995 che Zeman ha voluto subito in prima squadra quest’anno. Un mostro, era ed è fortissimo mentalmente, un professionista fatto e finito lo era già a 14 anni secondo me. Io giocavo, scherzavo molto di più, per lui già allora esisteva solo il calcio e prendeva tutto molto seriamente. Non basta solo quello, ma lui aveva la fortuna di essere nato per giocare difensore, e il resto lo vedete da voi.
Cosa ti rimproverava Tovalieri?
A conti fatti aveva ragione mister Tovalieri. Forse mi sentivo già “fenomeno” e arrivato a 14 anni dopo la bella stagione con mister Montella. Non ho mai ricevuto spiegazioni ufficiali ma probabilmente qualche mio atteggiamento era sbagliato e lui non lo apprezzava, potevo sembrare arrogante e forse lo ero. Semplicemente ora non lo sono più e in un certo senso quel bagno di umiltà mi ha aiutato a ripartire prima dagli Allievi dell’Ostiamare e ora da Fregene. Facendo scelte migliori.
Ti senti un numero 10 o un mediano, un numero 8?
Posso fare entrambi ed effettivamente il 1o dà tanto gusto averlo sulle spalle, ma col tempo ho imparato a non disprezzare neppure il ruolo di mediano, perchè mi piace fare contrasti, lottare. In questo Gerrard è un ottimo modello, un mediano totale.
Un giocatore che secondo te sarà la rivelazione della prossima selezione Juniores del Comitato Regionale al torneo delle Regioni?
Ne parlano poco, ma Luca Bendia, che da poco è passato al Montecelio dal Savio e ha iniziato anche lui a giocare in prima squadra, per me è davvero fortissimo tecnicamente ed è un compagno da seguire. C’è da dire che tra lui, Attili della Monterotondo Lupa e Troccoli dell’Urbetevere, di fantasia ne abbiamo davvero tanta in squadra.
I tuoi migliori amici all’interno della selezione di Giannichedda?
Vittorio Attili, sempre lui, il trequartista della Monterotondo Lupa. E il bello è che, ti garantisco, a causa di scontri di gioco in campo avvenuti in precedenza, era uno di quelli che mi stavano davvero sulle scatole. Tutto avvenne quando io ero all’ultimo anno di Roma e lui al Tor di Quinto, negli allievi fascia B elite. Furono scintille in campo anche perchè lui, calcisticamente cerca sempre il contatto con l’avversario, sgomita, fa un bel casino, e stando più o meno nella stessa zona di campo, non ci eravamo lasciati benissimo. Poi per fortuna conoscendoci meglio in rappresentativa, dopo il mio passaggio all’Ostiamare, invece ho cambiato radicalmente idea e da subito siamo diventati inseparabili anche se abitiamo in zone diverse di Roma.
La tua carriera come si è sviluppata, da dove sei partito?
Io sono di Ostia, fiero di esserlo, e per questo motivo ho fatto dapprima, piccolissimo, la scuola calcio tra Ostiantica e Pescatori, poi ho proseguito con 7 anni filati all’Axa Calcio, quella che ora è la Totti Soccer School, e da lì mi ha scelto la Roma, il top per uno che come me ne è anche tifoso. Il resto lo sapete, Ostiamare con gli allievi elite e poi niente Juniores, subito in Eccellenza al Fregene
Qualche altro provino?
Recentemente ho provato con lo Spezia primavera ed eventualmente si farà qualcosa a giugno, speriamo in bene. Ora il mio dovere è vincere col Fregene e con la Rappresentativa. Primo obiettivo è avere la coscienza a posto.
Hai una squadra dove ti piacerebbe, tra 20 anni, chiudere la carriera?
Io abito ad Ostia vicino al porto turistico e pur non avendo una preferenza in particolare, se potessi scegliere, vorrei giocare almeno una stagione con il Rodolfo Morandi (ora in Eccellenza, nello stesso gruppo del Fregene), a patto di non trovarla in terza categoria tra vent’anni, perchè i colori rossoblù mi stanno a cuore, non sarebbe affatto male chiudere là, vicino ai luoghi dove abito e dove sto crescendo, dove ci sono i miei amici di sempre.
Pensi alla scuola o punti tutto sul calcio?
Se non avessi da pensare così tanto al calcio potrei anche andare meglio a scuola. Ma mi sento calciatore dentro e vorrei che questa fosse la strada per guadagnarmi da vivere, a prescindere dalla categoria e dalle vittorie. Mio padre in questo mi appoggia maggiormente rispetto a mia madre, ma di sicuro terminerò il liceo. Purtroppo guardacaso, la mia migliore stagione, quella alla Roma coi giovanissimi nazionali di Montella, è coincisa con la mia unica bocciatura, conciliare alla grande calcio e scuola ad alto livello è la cosa più difficile che esista per un ragazzo della mia età.
Le persone a cui sei più grato calcisticamente parlando?
Al di là di compagni, genitori e allenatori, sono felicissimo quando un gruppo storico di miei amici che mi conoscono dall’infanzia, si alzano la domenica mattina per venirmi a vedere giocare con la maglia del Fregene. Loro sono i miei veri tifosi personali e sono uno sprone a dare sempre tutto, perchè secondo loro io ho tutto per farcela e oltre a non tradire le mie aspettative, mi farebbe piacere festeggiare con loro l’approdo ad una società professionistica, questo è uno dei miei sogni più grandi.
Un personaggio famoso con cui vorresti andare a cena e per quale motivo?
Senza dubbio Mario Balotelli, perchè è all’ennesima potenza quello che ero io a 13-14 anni, genio ma soprattutto sregolatezza, un vero pazzo. Ora è al top, pensate dove sarebbe se facesse il professionista 24 ore al giorno. Secondo me lui è ancora un matto totale eppure ha tanta di quella classe da renderlo uno dei migliori attaccanti del modo e quando vuole decide le partite da solo. Mi piacerebbe vederlo da vicino, penso che tra me e lui verrebbero fuori bei siparietti.
Grazie Nicholas, ti auguriamo un gran finale di stagione!
Grazie a te, a tutta la redazione di sportinoro ed a tutti gli appassionati di calcio della nostra regione!