Se ne è andato così, in punta di piedi e con tutta la dignità che ha sempre contraddistinto la sua vita.
Un male perfido, emerso pochi giorni dopo il play-out con la Semprevisa che ha permesso al suo Roccasecca di festeggiare la permanenza nel massimo campionato regionale, ha strappato all’amore della sua famiglia Roberto Rezza.
Noi addetti ai lavori Roberto lo conoscevamo e lo apprezzavamo tutti.
Per oltre trent’anni è stato il cuore e l’anima del Roccasecca, la squadra del suo paese che aveva praticamente visto nascere e che attraverso il lavoro e la passione aveva contribuito a condurre ai vertici del calcio laziale.
Chi scrive non aveva una frequentazione quotidiana con Roberto, ma con lui si era comunque instaurato un rapporto bello e di rispetto reciproco.
Per il Roccasecca ha fatto tutto, andando anche oltre quelle che sulla carta erano le sue competenze.
E’ stato dirigente, direttore sportivo e segretario ed ogni mansione l’ha svolta al massimo delle sue possibilità e con una passione che aveva pochi eguali.
La domenica, quando puntuale gli arrivava la mia chiamata per avere qualche notizia sulla partita del Roccasecca, la analizzava schiettamente e poi, alla mia richiesta di farsi latore nei confronti di un saluto al nostro comune amico Davide Mancone, lui chiosava ridendo: “Se proprio devo…”.
A lui, a Davide Mancone, ho voluto chiedere un pensiero su Roberto e lui, fresco di un dolore difficile da accettare, non si è sottratto.
“Roberto era una di quelle figure che nel nostro calcio si vedono sempre più raramente – ha commenta commosso il tecnico – Per me è stato un vero e proprio trainer.
Mi ha fatto crescere e migliorare attraverso confronti anche rudi, ma sempre onesti, sinceri.
Ad una prima conoscenza poteva apparire burbero, ma aveva una sensibilità profonda ed altrettanta cultura.
Il male che lo ha vinto è stato troppo rapido da accettare e troppo brutale anche per un vincente come lui.
Sì, perché Roberto di battaglie ne aveva vinte tante nella sua vita.
Fino all’ultimo mi ha chiesto di tenerlo aggiornato sulla squadra che stiamo pensando di comporre per la prossima stagione.
Fino a quando le energie lo hanno sorretto, a tutti quanti ha detto che presto si sarebbe rimesso e sarebbe tornato a rompere le scatole a tutti al campo”.
Roberto Rezza era una persona speciale ed importante per tutta la comunità roccaseccana che di certo lo onorerà come merita e come peraltro ha già fatto in passato con il primo allenatore della sua storia, Tommasino Sacco, e con due giovani ed incompiute promesse come Lino Battista e Pier Francesco Munno.
L’ultimo saluto gli sarà reso nella giornata di venerdì 12 giugno alle ore 17 nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Roccasecca Scalo.
Ciao, amico mio, fai buon viaggio.
Ti ho conosciuto all’epoca della prima promozione in Eccellenza del tuo Roccasecca quando un mio articolo, bontà tua, ti piacque tanto da brigare in giro per avere il mio numero e poi chiedermi se potevi trascriverlo sul sito biancazzurro che tu stesso curavi.
Spero che adesso saprai perdonarmi se non sarò in grado di vergarne uno ironico ed allegro come quelli che a te piacevano tanto.