Dopo trentasei ore di attesa e di (inutili) conferme da parte dei diretti interessati, il Colleferro ha comunicato in serata il nome del suo nuovo tecnico.
A prendere le redini della squadra dopo le dimissioni di Fabrizio Paris sarà dunque Salvatore Cangiano.
Tutto come da copione anche se a scrivere la parola “fine” ad una situazione che stava diventando stucchevole è servito un incontro a quattr’occhi tra l’ex centrocampista e poi tecnico del Palestrina ed il direttore sportivo rossonero Andrea Angelucci.
Il rendez-vous, consumatosi nella mattinata di oggi a Valmontone, ha di fatto sancito la fumata bianca, interrompendo una serie di chiacchiere e di illazioni sulla panchina di via Berni.
Cangiano era stato considerato fin da subito il nome giusto per salire sul ponte di comando, ma l’allenatore di origini partenopee ha fortemente rischiato di entrare papa nel conclave e di uscirne cardinale.
Questo perché, appresa la notizia dell’addio di Paris, il numero di telefono del direttore sportivo colleferrino è presto andato in ebollizione per il gran numero di chiamate di tecnici che proponevano la propria persona.
Una situazione che ha finito con il rimettere tutto in discussione per qualche ora di troppo, creando ansie negli stessi tifosi rossoneri.
Alla fine, l’incontro risolutivo e poche ore dopo il primo allenamento diretto al Caslini.
Salvatore Cangiano, per tutti Sasà, è ormai da qualche stagione un volto familiare agli addetti ai lavori del nostro calcio.
Nato a Napoli nella primavera del 1974, ha consumato la propria ventennale carriera in giro per l’Italia, calcando i campi, spesso caldissimi, del meridione.
Indossate le maglie di Turris (di cui è stato un beniamino dei tifosi per tanti anni), Taranto, Puteolana, Paganese, Siracusa e Vittoria, durante la stagione 2008/09 approda a Palestrina, fortemente voluto dal presidente Augusto Cristofari.
Regista classico, Cangiano ci ha messo poco ad imporsi allo Sbardella e dopo due anni ha offerto alla squadra arancioverde tutto il suo contributo di esperienza e di saggezza tattica in una stagione che alla formazione di Solimina regalò l’approdo in Serie D, condito da sedici vittorie consecutive, oltre alla finale di coppa persa contro il Città di Marino.
Esaurita la sua prima vita calcistica al termine del primo anno dei prenestini in Serie D, Cangiano smette gli scarpini ed indossa la tuta, partendo dal settore giovanile, ma venendo presto imposto dal patron alla guida della prima squadra.
Più che buoni i risultati conseguiti nei primi due anni (settimo posto al primo tentativo e salvezza con qualche affanno al secondo), colma di rimpianti l’ultima annata, conclusasi con l’amara retrocessione al termine di un play-out, a margine del quale non sono mancate le polemiche, con l’Isola Liri.
Cangiano ha deciso di terminare in quell’istante il suo ciclo a Palestrina, attendendo come tanti suoi colleghi la chiamata giusta.
“Se non dovesse arrivare, andrò a vedere le partite di mio figlio”, dichiarava agrodolce qualche giorno fa.
Già, perché nel frattempo il piccolo Gianmarco, esterno offensivo classe 2001 in forza alla Roma, cresce bene, benissimo, tanto da essere uno dei prospetti più interessanti a Trigoria.
Una famiglia che il calcio lo ha nel sangue.
Sasà ne monitorerà la crescita, ma qualche partita dovrà per forza perdersela.
Il Colleferro chiama ed ha scelto lui per dare l’ennesimo assalto ad una Serie D che ormai sembra una maledizione.



