Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta attraverso la quale il presidente dell’U.S. Palestrina, Augusto Cristofari, spiega le ragioni che lo hanno indotto a ritirare tutte le squadre arancioverdi dai vari tornei.
“Dopo qualche giorno, ho raccolto le idee e ho deciso di scrivere a tutte le persone legate all’US Palestrina 1919.
Ho deciso di scrivere perché sentivo il bisogno di spiegare le ragioni del recente ritiro delle squadre agonistiche da tutte le competizioni.
È stata una decisione sofferta. Effetto di una situazione che non era più sostenibile dal punto di vista economico. L’US Palestrina 1919 non è un’azienda, ma io ragiono da imprenditore perché sono un imprenditore. Non ci devo guadagnare, ma nemmeno perdere. Il mio compito è far quadrare i conti, come un padre di famiglia.
Posso investire, metterci del mio, ma alla lunga se costi e proventi non quadrano sono costretto a trarre le conclusioni. Ed è ciò che è accaduto.
Ho creduto nel Palestrina calcio in questi anni perché credo nello sport. Chi mi conosce lo sa: l’US Palestrina 1919 per me è sempre stata un’iniziativa sportiva con finalità sociali. Far divertire i bambini e i ragazzi, creare senso di comunità, farli crescere ed educarli allo sport. Nient’altro. E per farlo in questi anni ho investito molto, nella squadra, nell’impianto. Voglio darvi solo qualche cifra:
– per la prima squadra e per il settore agonistico spendevo circa 10.000 euro al mese;
– tra utenze, assicurazioni e altri costi 4.000 euro al mese.
Inoltre, nel corso di questi 8 anni alla guida dell’US Palestrina 1919, ho investito nella struttura qualcosa come 300.000 euro l’anno. È sotto gli occhi di tutti il cambiamento. Prima non potevamo nemmeno parlare di uno stadio, di un campo, di un impianto sportivo, di uno spazio ricreativo per i ragazzi e i bambini.
Senza dimenticare che per ragioni che non dipendono da me lo Sbardella è rimasto chiuso al pubblico negli ultimi 5 anni. Ho dovuto investire per affittare campi e poter giocare in altri comuni o a Roma, voglio ricordare Guidonia, Zagarolo, San Cesareo, il campo del San Basilio. Se questi sono i costi, il fatto di giocare a porte chiuse ha avuto come effetto quello di vedere a zero le possibilità di altri proventi, che significa:
– poter concludere pochi contratti con gli sponsor (chi sponsorizza una squadra che ha uno stadio chiuso?)
– non poter contare sui proventi dai biglietti.
La scuola calcio per i bambini si autofinanzia con le iscrizioni e le rette per la parte legata alle attività, non per i costi di gestione della struttura.
In sostanza tanti costi e quasi zero proventi. Questa è la ragione per cui ho ritirato la prima squadra e il settore agonistico da tutte le competizioni. La scuola calcio è ancora lì, e non ho intenzione di togliere ai bambini lo sport.
Ho letto qualche ricostruzione fantasiosa. Come tutti sapete in questi anni ho costruito un ristorante nel centro sportivo. Ristorante che era anche foresteria dove mangiavano i ragazzi della prima squadra e del settore agonistico che non sono di Palestrina. Ho cercato di mettere a reddito questo ristorante per poter contare su qualche provento – come vi ho appena detto non ci sono – e forse ho fatto degli errori. Si tratta di errori che intendo sanare, e se ci sono state delle irregolarità sono pronto a pagare.
Ma tutto questo non è legato alla mia decisione di ritirare la squadra dalle competizioni. Forse è solo l’ultimo tassello di una vicenda. Non è questa la sede per capire di chi sono le responsabilità di tale situazione. Io sentivo solo il bisogno di mettere in fila le ragioni di una decisione sofferta. Non è stato facile comunicare ai ragazzi che era tutto finito. Ma non potevo più andare avanti.
Adesso ricominciamo con i più piccoli, partiamo da loro. Non è vero come ho letto che ci rimette sono i bambini: i bambini ci sono, la scuola calcio c’è. La parte sportiva e sociale resta in piedi. Non resta in piedi la parte agonistica. Ho scelto per un fatto economico. Nel calcio esiste l’impraticabilità di campo, qui c’era l’impraticabilità economica e sportiva.
Da adesso in poi su questa vicenda vorrei evitare di parlare e lascerò che a farlo siano i miei legali, laddove necessario.
Buone Natale e Buon Anno,
Augusto Cristofari