A cura di Simone Capone
Il tricolore ancora negli occhi, ma tanta, tanta voglia di vincere ancora.
Marco Igliozzi non è pago del successo nazionale dello scorso anno e lo sta dimostrando a suon di gol ed assist in questa stagione: come l’anno scorso, infatti, la Vigor Perconti, anche grazie alle sue magie, comanda il raggruppamento B del campionato Juniores, addirittura a +13 sulla prima inseguitrice, l’Atletico 2000.
Igliozzi, vincitore della “Top player” della scorsa settimana, si candida prepotentemente per portare a casa il premio di giocatore del mese di Gennaio nella categoria Juniore e noi di Sport in Oro lo abbiamo raggiunto telefonicamente per un’intervista in cui il fantasista blaugrana si racconta a 360 gradi…
Buongiorno Marco e complimenti per la tua stagione.
Raccontaci chi è Igliozzi fuori dal campo.
“Marco è un ragazzo di 19 anni che abita in un paesino vicino Roma, diplomato con 90/100 in elettronica ed elettrotecnica ed in cerca di lavoro, anche se si dà da fare pur di non rimanere a casa con le mani in mano; vista questa situazione mi pento di non essermi iscritto all’università e, se non troverò un lavoro, lo farò il prossimo anno. Marco ama la musica ed ama stare insieme ai suoi amici, al quale è molto legato: con loro amo andare in discoteca, ma solo il sabato altrimenti il mister si arrabbia (ride n.d.r,).
Ho un fratello di 11 anni al quale sono molto affezionato soprattutto perchè abbiamo le stesse passioni, con un piccolo particolare: lui è fortissimo a giocare a calcio!
La mia più grande passione è il calcio, gli dedico molto tempo anche al di là dei 3 allenamenti a settimana“.
Cosa rappresenta per te la Vigor Perconti?
” Per me la Vigor è una società molto importante alla quale ho dato tanto e continuerò a farlo.
E’ la società che mi ha ridato la voglia di giocare a calcio, di combattere per raggiungere degli obiettivi, visto che la mia passione stava pian piano scemando.
La Vigor Perconti è una società fatta da persone fantastiche, a partire da Raffaele Trinchera, che mi ha fatto sentire a casa fin da subito inserendomi in un gruppo già formato (Igliozzi è arrivato a dicembre 2014), per finire con il presidente, persona eccezionale sotto tutti i punti di vista”.
Forse sarà scontato,qual’è il ricordo più bello che hai con questa maglia?
“Il ricordo più bello che ho è, senza ombra di dubbio, le due finali vinte lo scorso anno.
Ovviamente al primo posto metto la finale nazionale, sono state emozioni uniche che non tutti possono riuscire a provare, se ci ripenso mi viene ancora la pelle d’oca tanto che mi capita spesso di rivedere il dvd della partita.
Un altro ricordo importante è il primo gol segnato all’esordio con la Vigor, contro il Tor Sapienza: l’abbraccio dei miei compagni, appena conosciuti, non lo dimenticherò mai“.
Com’è ora il rapporto con loro? C’è qualcuno con cui hai legato in particolare?
“Con i compagni ho un rapporto ottimo, sia con i nuovi che con i vecchi, con i quali ho vissuto emozioni indelebili.
Ho un’amicizia particolare con Barbini, ci vediamo spesso anche al di fuori del campo, è come un fratello per me; anche con Perozzi ed Onorati, per esempio, ho una bella amicizia, ma con lui è diverso.
Una caratteristica che ci contraddistingue, al di là di questo, è il gruppo: i più grandi “aiutano” i più piccoli, e per la squadra è un bene”.
E con l’allenatore?
“Credo sia il miglior tecnico che io abbia avuto perchè ha capito subito che tipo di persona sono, mi ha spronato ed aiutato in alcuni momenti difficilie e gliene sono grato”.
Parliamo ovviamente di Persia, che da quest’anno ha preso il posto di Bellinati.
Differenze tra i due?
“Sono due persone differenti, sia nel modo di fare che di allenare, ma li accomuna una cosa: porsi l’obiettivo di vincere sempre.
Bellinati cura molto i particolari tattici, credo sia uno dei migliori. Parla poco, ma i suoi ragazzi capiscono subito quel che vuole per raggiungere gli obiettivi.
Persia cerca di trasmettere a tutti il suo carisma, tiene molto al dialogo con i ragazzi e per me è una spinta a dare di più.
Sono due grandi allenatori, entrambi mi hanno aiutato molto a crescere, spero di rivivere anche con Persia le emozioni vissute lo scorso anno con Bellinati, se lo merita”.
La strada intrapresa sembra essere quella giusta…
“Si, non siamo partiti nel migliore dei modi ma ci siamo presto rifatti. Il gruppo era nuova ed avevamo negli occhi ancora la vittoria di Firenze.
Dopo abbiamo ingranato, il distacco sulla seconda è importante, ma non per questo ci fermeremo, sono del parere che vincere aiuta a vincere e dobbiamo sempre dare il massimo.
Se sapremo interpretare le partite come sappiamo, riusciremo a ripetere il cammino dello scorso anno”.
Il gol più bello di questa stagione?
“Quello contro l’Unipomezia, due giornate fa: cucchiaio da fuori area con il sinistro, che non è il mio piede!
Chiudiamo con un classico.
Il tuo sogno nel cassetto?
“Ovviamente diventare un calciatore professionista o indossare la maglia della squadra per cui tifi, ma credo che sia troppo tardi.
Spero di trovare un buon lavoro che mi permetta di diventare indipendente e di festeggiare nuovamente con la società la vittoria di qualcosa di importante“.