Cristiano Gagliarducci è il nuovo allenatore del Pomezia Selva dei Pini.
La sua candidatura, come avevamo già scritto in precedenza, si era fatta assai forte nel corso delle ultime ore ed alla fine il club rossoblu ha deciso di puntare forte su di lui.
Quarantuno anni da compiere tra un paio di mesi, Gagliarducci è stato un formidabile difensore centrale nella sua carriera da calciatore.
Cresciuto nel settore giovanile del Frosinone dove fu allenato da Giuliano Farinelli, il “Vichingo” (soprannome datogli per le sue evidenti fattezze nordiche e per il suo temperamento assai focoso) ha poi vestito le maglie di Latina, Taranto, Ancona e Viterbese, squadra di cui è stato capitano ed idolo della tifoseria.
Appesi gli scarpini al chiodo dopo un’ultima stagione trascorsa a Frascati alle dipendenze di Fabio Lucidi, ha subito cominciato una proficua carriera da tecnico.
Chiamato a stagione in corso nel 2013 a Genzano, è riuscito a portare i castellani, che versavano in condizioni assai critiche, alla salvezza diretta.
L’anno successivo fu coinvolto da Alessandro Virzi e Pietro Rosato nel progetto Lupa Castelli Romani, società che rilevò il titolo del Real Torbellamonaca Zagarolo e che vinse con larghissimo anticipo ed evidente distacco dalle rivali il Girone B di Eccellenza.
Era quella la squadra dei vari Pippi, Fanasca, Mancini e Colantoni, solo per citare alcuni dei grandi protagonisti (per tutti gli “Illegali”, ndr) di quella cavalcata mostruosa e che valse l’approdo in Serie D tra le fanfare.
Quando il campionato 2014/15 non era ancora cominciato e lui aveva guidato la squadra solo nel turno preliminare di Coppa Italia, improvvisamente si separa dal club frascatano.
Il riposo dura tuttavia solo un mese, perchè arriva la chiamata dell’Albalonga, dove patron Camerini, esonerato Pier Paolo Lauretti dopo un inizio altalenante, gli affida una squadra che nei programmi deve competere per il titolo e che nella pratica lui porta a centrare un clamoroso double, aggiudicandosi anche la Coppa Italia, superando ai rigori la Vis Artena di Granieri all’Otto Settembre.
L’anno successivo il connubio con gli azzurri trova nuova linfa in Serie D, ma la squadra non riesce a centrare il sogno play-off a causa delle sconfitte con Grosseto ed Arzachena nelle ultime giornate.
Le parti allora decidono di separarsi e Gagliarducci comincia a sfogliare le offerte, più o meno interessanti, che gli giungono dal Lazio e da altre regioni.
La chiamata giusta arriva infine da Pomezia, dove Coculo, Bizzaglia e Cerusico individuano in lui l’uomo giusto per restituire smalto e voglia di vincere ad una squadra che ultimamente era parsa appannata.
Spigoloso, ruvido, non a tutti simpatico, ma certamente in grado di toccare le corde giuste nei suoi giocatori e motivatore innato: questo l’identikit sommario di un allenatore giovane, ma già pienamente affermato nella nostra regione e che non nasconde l’ambizione di arrivare in alto un giorno.
Vincente per costituzione genetica, odia perdere anche a briscola.
Unico limite sul quale forse deve ancora lavorare è quella diplomazia che resta componente della vita e, dunque, anche del calcio.
In rossoblu ritroverà Tommaso Gamboni, già allenato nelle vittoriose esperienze precedenti a Frascati ed Albano, ristabilendo così una liaison che ha prodotto grandi successi.
Sarà così anche a Pomezia?
I due precedenti e la cabala indurrebbero a pensarlo e l’attuale distacco in termini di punti (undici) dal Cassino capolista potrebbero non rappresentare un problema per il tecnico nativo di Segni.
L’otto febbraio 2015 l’Albalonga pagava un divario di dieci punti dal Colleferro primo della classe che l’aveva appena sconfitta al Caslini.
Ebbene, di lì in poi Scacchetti e compagni centrarono un filotto di dodici successi consecutivi che permisero all’Albalonga di coronare la sua migliore annata di sempre.
E se i proverbi dicono che non c’è due senza tre, dalle parti del Comunale di via Varrone qualcuno già comincia a fregarsi le mani…