A partire da oggi inauguriamo sul nostro sito una rubrica di stampo medico a cura del nostro apprezzatissimo fisioterapista di riferimento, il dottor Umberto Mei.
Di volta in volta, grazie alla sua profonda competenza verranno analizzati gli infortuni più ricorrenti per chi pratica attività agonistica.
La prima puntata ha per oggetto le lesioni muscolari.
Quando parliamo di lesioni muscolari, intendiamo prendere in considerazione tutti quei traumi che vanno a creare un danno, più o meno importante, su un muscolo del nostro corpo.
Innanzitutto occorre operare una distinzione tra TRAUMA DIRETTO e TRAUMA INDIRETTO:
nel primo caso, in genere, si tratta di un evento esterno che provoca il danno, come una contusione diretta sul muscolo in contrazione;
nel secondo caso, invece, è l’atleta che nello svolgimento dell’attivita’ sportiva crea un danno.
CLASSIFICAZIONE
Una semplice classificazione divide le LESIONI MUSCOLARI in:
- CONTRATTURA, intesa come un accorciamento anomalo del muscolo che pero’ non crea lesioni;
- DISTRAZIONE, ossia una lesione di primo grado con minima rottura delle fibre del muscolo;
- STIRAMENTO DI 2°/3° GRADO, ovvero una lesione del muscolo con una maggiore rottura delle fibre;
- STRAPPO, vale a dire il danno piu’ importante, con il distacco completo del muscolo in due parti.
DIAGNOSTICA
Un semplice esame diagnostico come l’ECOGRAFIA ci potra’ aiutare nel capire la tipologia del danno subito e i tempi di recupero per il ritorno all’attività.
Nei casi più importanti si ricorre alla RISONANZA MAGNETICA per effettuare una valutazione piu’ approfondita.
TERAPIA
Stabilito il tipo di lesione, si passa poi alla terapia da seguire per la guarigione.
Nel caso della CONTRATTURA, in genere, con un giorno di riposo ed un buon massaggio unito ad una seduta di stretching, il ritorno in campo e’ immediato e senza rischi di nessun tipo.
Per ciò che concerne DISTRAZIONI e STIRAMENTI, seguendo un ciclo di fisioterapia composta da sedute di TECARTERAPIA, LASERTERAPIA ed ULTRASUONI A FREDDO, si puo’ tornare all’attività sportiva in un periodo compreso tra i 10 ed i 30 giorni,a seconda dell’importanza della lesione.
Nel caso dello STRAPPO, invece, e’ necessaria prima di tutto una valutazione da parte di uno specialista (ortopedico o medico dello sport) per approntare un programma riabilitativo da intraprendere.
Il ritorno all’attivita’ dovra’ comunque essere graduale e rispettare le sensazioni dell’atleta per non incappare in antipatiche ricadute.