Juniores Elite: Vigor Perconti, il giovane Bellardini ai raggi x

Juniores Elite: Vigor Perconti, il giovane Bellardini ai raggi x

A cura di Andrea Curati De Pietro

 

 

Simone Bellardini, classe ’98, centrocampista della Vigor Perconti e uomo in più da gennaio per la formazione di Bellinati prima in classifica nel Girone A, si racconta ai nostri microfoni. Dai primi calci alla Vigor, passando per la Roma e lo scudetto con i Giovanissimi Elite di Caranzetti, arrivando al professionismo con la Primavera del Bari fino al ritorno in blaugrana un mese e mezzo fa.

Sabato scorso ha siglato il suo primo gol in questo campionato con la “nuova” maglia nella gara interna vinta per 2-1 dalla Vigor Perconti sull’Urbetevere di Calabria. Un tiro forte e potente dove “Ho scaricato tutto quello che avevo dentro, liberandomi” commenta Bellardini.

Buongiorno,

Sabato scorso sei stato uno dei protagonisti della gara che vi ha visto uscire dal campo con i tre punti, come commenti la tua prestazione e quella della squadra?

“Buongiorno, abbiamo fatto un primo tempo brillante dove non abbiamo sbagliato nulla. Loro non sono mai arrivati a portare a conclusione nemmeno un’azione e l’unico tiro, fuori lo specchio, lo abbiamo concesso con una piccola sbavatura difensiva. Sono riuscito a sbloccare la gara e sono molto contento per il gol perché me lo sentivo prima di entrare in campo. Ho scaricato tutto quello che avevo dentro e mi sono liberato. Nella ripresa abbiamo continuato a spingere , ma spendendo così tante energie è normale lasciare qualche metro agli avversari. Siamo riusciti a raddoppiare con un bellissimo gol di Alessandro (Barbarisi ndr). Però siamo molto arrabbiati per il gol preso sul finale perché abbiamo abbassato troppo la guardia e ci hanno punito. Macchiare la prestazione così ci infastidisce molto. E’ vero siamo primi e siamo campioni in carica, ma vogliamo e dobbiamo ancora migliorare perché possiamo fare ancora meglio. Personalmente non sono ancora soddisfatto delle mie prestazioni, ho perso un paio di palloni critici mettendo in difficoltà i compagni. Devo riprendere ancora il ritmo partita, ma sto lavorando sodo allenandomi anche a parte grazie all’aiuto fondamentale di Fabrizio Iacorossi e tutto il suo staff, che ringrazio veramente di cuore.”

Siete primi con due punti di margine sulla seconda quando mancano 9 gare da disputare nella regular season. Come commenti il percorso fatto fin qui dalla tua squadra?

“Hanno e stiamo disputando un campionato di alto livello, cominciato forse non benissimo con due sconfitte pesanti. Ma da Acilia è cambiato tutto, la voglia di vincere è sempre più aumentata e aumenterà ancora di più. Vogliamo arrivare fino in fondo e vincere prima il titolo regionale e poi quello nazionale. Sono molto contento di come lavoriamo e delle soddisfazioni che ci stiamo togliendo. La nostra forza è la volontà di vincere come squadra e non come singoli.”

Quali sono i tuoi obiettivi personali?

“Per ora sono qui e darò il massimo del contributo che posso dare fino alla fine, finché non raggiungeremo i risultati prefissati. Personalmente mi piacerebbe tornare nel professionismo. Per il momento sto lavorando sodo per tornare a giocare ad alti livelli, questo è quello che conta.”

La tua carriera finora è stata molto importante tra Roma e Bari, qual è il ricordo più bello?

“Tutta la mia carriera la ricordo con estremo piacere perché mi sono divertito, questo è l’importante. Ho iniziato qui (Vigor Perconti, ndr) quando avevo solo sette anni poi sono passato alla Roma, dove ho potuto vedere da vicino grandi campioni ed essere allenato da un grande mister come Rinaudo. Quando sono tornato alla Vigor ho ritrovato mister Caranzetti, che per me è più di un allenatore. E’ un padre, un migliore amico, un confidente. Mi ha fatto crescere sia mentalmente che calcisticamente, insieme abbiamo vinto un titolo nazionale con i Giovanissimi Elite, quello è sicuramente l’anno più bello e felice che io ricordi. L’anno e mezzo vissuto a Bari mi ha fortificato ancora di più caratterialmente, sono cresciuto molto. Ho cominciato prima con gli Allievi Nazionali di Giusto, e poi sei mesi con la Primavera allenata da Urbano. Ora sono tornato a casa, dove mi trovo splendidamente con mister Bellinati, una persona eccezionale. Molti lo criticano, ma solo perché non lo conoscono veramente. E’ esigente, ma è un maestro come ce ne sono pochi. Mi ritengo fortunato perché ho sempre avuto ottimi insegnanti prima di vita e poi di calcio.”

Tu che l’hai vissuto in prima persona da dentro il campo, quanta differenza c’è tra professionismo e dilettantismo?

“Abissale, sia per qualità che intensità nelle gare. Il livello è completamente diverso. Principalmente nelle partite dove i ritmi sono letteralmente più bassi nel dilettantismo. Per quanto riguarda l’allenamento invece non cambia molto. Mister Bellinati è molto severo ed esigente, ci fa lavorare sodo e con estrema intensità facendoci ripetere le cose più e più volte.”

Molti addetti ai lavori hanno giudicato netta la differenza tra i due gironi di Juniores. Cosa ne pensi a riguardo e chi preferiresti incontrare in un possibile accoppiamento alle finali?

“Da fuori sembra notevole, nell’altro girone c’è il Tor di Quinto che è di un’altra categoria, nettamente più forte rispetto alle rivali. Romulea e Pro Roma sono ben attrezzate, ma non sottovaluterei il Savio, che ha giocatori importanti come Giordano (Mancini, ndr), un mio carissimo amico che saluto. Per le finali ancora dobbiamo qualificarci come primi e questo è il nostro obiettivo primario, ma parlando per ipotesi preferirei incontrare sempre la squadra più forte che secondo me quest’anno è l’Accademia.”

Come abbiamo ricordato sabato sei andato in gol per la prima volta in maglia blaugrana quest’anno, ti abbiamo visto correre verso la tribuna colmo di soddisfazione e gioia. Ci puoi dire a chi era dedicato?

“Sabato era il terzo anniversario della morte di mio nonno, al quale ero molto legato. Sono corso verso la tribuna dove c’era mio padre e l’ho abbracciato forte. Questo gol lo dedico anche alla mia famiglia che mi ha permesso di diventare quello che sono ora, a mio fratello che purtroppo per motivi di lavoro vedo poco e a Raffaele Trinchera, una persona speciale che mi sta molto vicino e mi aiuta in qualsiasi momento.”