Rapp. Juniores, Ippoliti: “Felice di aver impresso una cultura calcistica”

Rapp. Juniores, Ippoliti: “Felice di aver impresso una cultura calcistica”

A cura di Andrea Curati De Pietro

 

 

 

Marco Ippoliti, C.T. della Rappresentativa Juniores, ha guidato la propria formazione al Torneo delle Regioni a Trento portando la compagine nostrana fino all’atto conclusivo perdendo solo in finale contro la Toscana in una gara compromessa da troppi errori individuali.

Nonostante la sconfitta, i Vice Campioni d’Italia hanno costruito un percorso stupendo ed emozionante giocando con grande qualità e quantità.

Mister Ippoliti è stato contattato dalla nostra redazione per commentare in prima persona questa esperienza che ha visto, nonostante tutto, portare in alto i colori della Regione Lazio.

Buongiorno Mister,

Un percorso importante, con un epilogo amaro, ma quali somme si possono tirare dopo un’esperienza del genere?

“E’ stato un percorso molto formativo e di grande aggregazione fra i ragazzi. Siamo partiti male nella prima gara del girone con una sconfitta, secondo me immeritata. Abbiamo trovato una formazione ruvida e ostica, che faceva del gioco duro la sua arma più importante. Non siamo stati tutelati adeguatamente dal direttore di gara che ha concesso qualche entrata di troppo.

Dopo la prima partita ho visto i ragazzi molto amareggiati, ma già dalla sera stessa abbiamo fatto gruppo unendoci tutti insieme verso un unico obiettivo. Siamo diventati una grande famiglia man mano che passavano i giorni. Abbiamo reagito andandoci a prendere una qualificazione meritata, giocando un ottimo calcio, il migliore per quanto ho visto sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo.”

 

Un successo sfiorato davvero per poco, cosa è mancato in finale per tagliare il traguardo da Campioni d’Italia?

“Per quanto mi riguarda noi siamo i campioni morali di tutto il torneo. Devo fare i complimenti a tutti i ragazzi e a tutto lo staff perché ognuno di loro ha fatto un lavoro straordinario sia nelle gare che negli allenamenti. Abbiamo espresso il miglior calcio di tutta la kermesse, non abbiamo mai mollato e non ci siamo mai tirati indietro.

Sono orgoglioso che i ragazzi abbiano recepito il mio messaggio cosicché possano portare avanti questa cultura calcistica fondata sul vero calcio giocato, sia dentro che fuori del campo.

In finale abbiamo commesso alcuni errori che hanno compromesso poi la gara. Loro non hanno mai tirato in porta e sono passati in vantaggio per una nostra disattenzione, così come nel loro secondo gol. Abbiamo reagito da grande squadra giocando a viso aperto, ma purtroppo in partite del genere non puoi mai distrarti perché sennò vieni punito, ed è quello che è successo a noi.”

Questo torneo può essere un trampolino di lancio per alcuni giocatori?

“Assolutamente si, è una vetrina importantissima per molti ragazzi promettenti. Alcuni rappresentanti delle nazionali hanno elogiato sia i singoli sia il gruppo. Questo mi rende orgoglioso e fiero del lavoro svolto da parte di tutti. La nostra Regione può vantare prospetti molti interessanti che con un po’ più di convinzione potranno arrivare in alto.”

Circa un mese e mezzo fa Lei ha guidato la Rappresentativa anche nel Torneo Roma Caput Mundi. Che differenze ha trovato fra i due tornei?

“Sono entrambi molto competitivi, sicuramente nella competizione affrontata un mese e mezzo fa abbiamo trovato davanti giocatori già professionisti. Nonostante questo i ragazzi hanno dimostrato di essere all’altezza giocando alla pari. Nel Torneo delle Regioni, dove potevo attingere anche ai ragazzi nati nel ’98 e non solo ai classe ’99 come nel Caput Mundi, ho trovato giocatori con un’esperienza maggiore. Secondo il mio personale punto di vista anche i ragazzi più giovani dovrebbero fare esperienze in prima squadra così da avere basi più solide quando dovranno affrontare appuntamenti del genere.”

Ora è tempo di ripartire. Su quali basi costruirà la Rappresentativa di domani?

“Andremo in giro a cercare giovani di qualità, nella nostra Regione ce ne sono tanti. Purtroppo non a tutti viene data la possibilità di giocare e fare esperienza in prima squadra. Un ragazzo classe ’98 non dovrebbe giocare stabilmente con la Juniores perché si fa un torto al calciatore non dandogli la possibilità di maturare calcisticamente. Con allenamenti in più e minutaggio considerevole nelle prime squadre potremo avere l’anno prossimo giocatori già pronti per affrontare queste competizioni.”

Da qualche settimana la nostra redazione è diventata ancora più social, con l’utilizzo del Canale YouTube “Sportinoro Channel”, con la diretta Facebook della trasmissione domenicale e la pagina Instagram “InstaInOro”. Pensa che calcio e social possano coesistere?

“Certamente. I social al giorno d’oggi sono uno strumento utilissimo, principalmente a noi addetti ai lavori. Non è facile reperire informazioni sulle squadre avversarie, ma con questi nuovi metodi siamo facilitati nel nostro lavoro. Sono un mezzo utilissimo e se usato nel modo giusto diventano anche di grande qualità. E’ importante anche per i ragazzi cosicché possano confrontarsi e rivedersi per prendere spunto su eventuali miglioramenti. Complimenti per questa nuova iniziativa, sono sempre favorevole alle innovazioni.”

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