Di Alessandro Bastianelli.
Galeotto fu il rigore.
A due giornate dal termine la corsa alla Lega Pro perde un protagonista: il Rieti sbatte sul gagliardo Muravera e finisce a -3 dall’Arzachena e sotto di 2 lunghezze dal Monterosi.
A due dal termine, calendario alla mano, con il Monterosi pronto a intascare 3 punti gratis del Foligno e impegnato all’ultima contro il Trestina, per Paris & soci il pareggio suona come una pietra tombale sulla stagione.
E’ stata una gara incredibilmente sfortunata per il Rieti, che come contro l’Avezzano ha sprecato occasioni enormi, fra cui il rigore di Marcheggiani al 15′ del secondo tempo.
Ma più che su Marchegiani, le responsabilità dei reatini vanno inquadrate sulla continuità, fattore che nel girone di ritorno ha abbandonato il capoluogo reatino.
Team | Punti | Big match vinti | Big match persi | Pareggiati |
Arzachena 68 | 38 | L’Aquila, Monterosi, Rieti | Ostiamare | – |
Monterosi 67 | 32 | L’Aquila, Ostia | Rieti, Arzachena | Nuorese, Albalonga |
Rieti 65 | 29 | Monterosi, Ostia, Albalonga | L’Aquila, Arzachena, Nuorese |
* N.B. Tabella redatta con le gare contro le prime sette della classe. L’Arzachena affronterà Nuorese e Albalonga nelle restanti due gare del torneo.
Il Rieti, nonostante abbia fatto più punti del Monterosi negli scontri diretti, ha realizzato tre punti in meno nel girone di ritorno: le voci da analizzare si chiamano Avezzano e Nuorese (0 punti) e Trestina e Muravera (1 punto).
Più che le distrazioni e la scarsa personalità di cui accusano i tifosi, agli amaranto celesti è forse venuto il braccino del tennista: appena un mese fa il Rieti conduceva a +4, ed è difficile pensare che una squadra così tosta come quella vista contro l’Albalonga e L’Aquila (nonostante la sconfitta) possa lasciarsi sorprendere da Avezzano e Muravera, meno organizzate e meno dotate di soluzioni numeriche e tecniche.
Appuntamento al prossimo anno, perché il progetto reatino sembra solido ed il presidente Curci – dopo essersi assicurato la concessione pluriennale dello Scopigno – sembra ancora intenzionato a investire.
L’Arzachena, oltre che con le big, è stata implacabile anche con le piccole: i 38 punti su 45 nel girone di ritorno sono un ruolino da record, ma che presenta un conto da pagare che potrebbe essere salato.
I sardi infatti non sono più la squadra brillante di qualche settimana fa. Comprensibilmente, verosimilmente, perché dopo tanti mesi anche i rocciosi uomini di Giorico iniziano a sentire la stanchezza, come testimoniano i due recenti pareggi esterni (Torres e Sansepolcro).
Dove però manca il fiato, ci arriva l’esperienza e la qualità. Quella di Branicki, di Sanna, di Peppe Nuvoli, di capitan Bonacquisti e della difesa meno battuta del torneo (20 reti).
Naturalmente fra le verdi colline della Tuscia sperano che la Nuorese, o l’Albalonga, riescano nell’impresa di fermare anche l’Arzachena.
È proprio contro queste due compagini che il Monterosi è mancato, vuoi per sfortuna (Nuorese) o per un po’ di paura (Albalonga): sarebbe bastato vincere uno dei big match per stare già sopra l’Arzachena con una battaglia in meno da disputare.
Ma nonostante tutto, nonostante le molte assenze (Pippi, Piro, Salvatori, Matuzalem) il Monterosi è lì, a soffiare sul collo dei sardi. Il duello è bellissimo, ma la prospettiva sembra ancora appannaggio dei sardi per due motivi.
In primis, le motivazioni: l’Albalonga, pur onorando il campionato, avrà la testa già alla finale di Coppa Italia di Serie D, mentre l’Arzachena – se vincerà a Nuoro) – sarà disposta a tutto per vincere all’ultima giornata, avendone le doti mentali e tecniche affinate al massimo.
In secondo luogo, per le squalifiche: ieri la Nuorese ha perso Gallo e Dinardo e giocherà in formazione rimaneggiata, benché con Falasca al proprio posto in mediana. Ma contro l’Ostiamare i verdazzurri hanno dimostrato di non voler fare sconti a nessuno, inclusi i conterranei sardi.
Sulla bilancia sono rimasti ormai solo due piatti: su di uno sono poggiate le motivazioni dell’Arzachena, nell’altro le speranze del Monterosi e la correttezza degli avversari.
Correttezza che, benché il girone sia stato contraddistinto dalla pagliacciata fulignate, non è praticamente mai mancata: raro trovare un girone nel quale tutti se la giocano con tutti come il G.
Il duello è agli sgoccioli, resta da vedere chi, rispetto all’altro, butterà il cuore più lontano del proverbiale ostacolo.