A COME ALLENATORE, UN RITRATTO DI MISTER PARISELLA: “VINCERE O PERDERE COL COLLEFERRO NON PREGIUDICHERA’ UNA STAGIONE MEMORABILE”

A COME ALLENATORE, UN RITRATTO DI MISTER PARISELLA: “VINCERE O PERDERE COL COLLEFERRO NON PREGIUDICHERA’ UNA STAGIONE MEMORABILE”

A cura di Tia Colantuono.

 

“Don’t stop me now”.

Finora quello tra Nuova Itri e Colleferro è stato uno scontro a distanza, uno studiarsi reciproco, un duello serrato e senza esclusione di colpi.

Trionfale la marcia dei biancoazzurri, reduci da sei vittorie consecutive, meno brillante quella degli undici di mister Paris che, dopo gli sgambetti di Empolitana e Vis Artena, hanno sì avuto la forza di rialzarsi (secco 3 a 0 rifilato al Pomezia) senza però preservare la vetta della classifica.

Tanti gli scenari possibili: un allungo della Nuova Itri, una presa di posizione dell’ex capolista, una change per le inseguitrici (Serpentara in testa) di rientrare in corsa.

Le premesse ci prospettano una sfida al cardiopalma da vivere col fiato sospeso fino al triplice fischio.

Da Cenerentola della categoria, la Nuova Itri è chiamata ad un’impresa titanica contro una regina d’Eccellenza qual è il Colleferro.

Storie diverse ma stesse ambizioni, chi rischia di più?

Fari puntati su mister Alessandro Parisella, da qualche domenica a questa parte tra gli allenatori più acclamati e applauditi del calcio laziale.

Innegabili i suoi meriti, conclamati da un primato che ancora suscita meraviglia, frutto di una cavalcata senza sosta, iniziata appena un anno fa in Promozione e che potrebbe concludersi addirittura in Serie D.

Recentemente bombardato dagli addetti ai lavori, come ci ha confessato, cerchiamo oggi di delinearne un ritratto dell’uomo fuori e dentro il campo, alla vigilia del più atteso match dell’anno.

 

Mister, biglietto da visita migliore del 4 a 1 rifilato al Cassino non poteva esserci.

Il messaggio è forte e chiaro, quel primo posto non lo mollerete così facilmente…

“Siamo consapevoli delle nostre qualità e dei nostri limiti.

Siamo tenuti a comportarci in maniera consona al posto che attualmente occupiamo, il che significa cercare in ogni circostanza di fare bella figura.

Non si deve commettere l’errore di dimenticare che questa squadra non è stata costruita per vincere il Campionato, bensì per raggiungere la salvezza diretta.

Il nostro primo obiettivo è stato raggiunto, ora dobbiamo gestire un finale di stagione che di certo non avevamo prospettato o preventivato”.

48 ore circa al big match, quella contro il Colleferro è la sfida della verità?

“Assolutamente no.

La classifica ci obbliga a definirla una sfida di cartello, ma il Campionato non si chiude domenica.

E’ di certo una partita importante, così come lo saranno le nove che mancano all’appello.

Nelle giornate successive ci troveremo di fronte squadre che lottano per la salvezza, non sarà semplice fare risultato e mantenere il primato”.

La ritiene una gara proibitiva oppure avete le carte in regola per battere quella che in una precedente intervista ha definito come la vostra avversaria per eccellenza?

“Sulla carta, paragonando le due rose, potrebbe definirsi tale.

Il Colleferro è una squadra d’esperienza, abituato a vincere, tuttavia, non per questo partiamo da sconfitti, tutt’altro.

Quel divario presente ad inizio stagione è stato ridimensionato, abbiamo preso coscienza delle nostre qualità, possiamo quanto meno giocarcela, dobbiamo crederci fino allo scadere dell’ultimo minuto”.

Quali fattori faranno la differenza?

Cosa teme in particolar modo della formazione di Paris?

“Vincerà la gara la squadra che resterà lucida e presente in campo per tutti i 90 minuti senza commettere errori di distrazione.

Questo è l’aspetto che più mi preoccupa, la giocata individuale che può rompere gli equilibri della partita”.

Nelle ultime settimane avete fortemente calamitato su di voi l’attenzione degli addetti ai lavori.

Al di là dei meriti, mister Parisella ha paura di deludere le aspettative della piazza?

“Ha ragione quando parla di attenzione, sono stato letteralmente bombardato.

In ogni modo, sono sereno, perdere o vincere col Colleferro non pregiudicherà una stagione memorabile come quella attuale.

Dobbiamo ragionare partita dopo partita, dimenticarci della classifica.

All’andata dopo aver incassato le due sconfitte consecutive contro Colleferro e Cassino abbiamo conseguito un filotto di vittorie, le stesse che ci hanno permesso di stare lassù, questo per dirle che la partita di domenica per quanto cruciale non ci proclamerà né vincitori né vinti”.

La scorsa domenica una grande frangia della vostra tifoseria vi ha seguito fino a Cassino e per la sfida col Colleferro si preannuncia una cornice ancora più gremita.

Cosa si prova ad aver reso partecipe il vostro pubblico di un cammino così avvincente, quasi inaspettato?

“Ripeto spesso che se fossi un cittadino di Itri seguirei la squadra ogni settimana.

Momenti così non capitano tanto spesso, questo è il nostro treno, un’occasione imperdibile.

Regalare queste emozioni al nostro pubblico per noi è già un traguardo.

Mi auguro di assistere domenica ad una festa dello sport”.

Il finale sarà a lieto fine?

“Non mi pronuncio, le dico solo che mi immagino una volata finale, giocata sul filo di lana, tra noi e il Colleferro”.

Mister, quanto c’è del suo modo di fare nei ragazzi?

E’ una squadra che le somiglia?

“Credo che in questi due anni abbiamo avuto modo di adattarci reciprocamente, poi i risultati hanno amalgamato il tutto, smussato gli angoli e cancellato le differenze più marcate”.

Mister, cosa rappresenta il calcio per lei?

“Tutta la mia vita, spero in futuro di poter ancor vivere di calcio”.

Se le chiedessi un aggettivo capace di descrivere sinteticamente la sua esperienza sulla panchina della Nuova Itri, quale sarebbe?

“Carica di responsabilità.

Sarei stato banale se le avessi detto fantastica o meravigliosa, preferisco sottolineare piuttosto quanto questo incarico mi abbia permesso di migliorare dal punto di vista tecnico-tattico, ma soprattutto umano”.

L’avere conquistato questo primato le ha permesso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa?

Nel calcio capitano momenti in cui tutto gira per il verso storto ed il primo a farne le spese è nella maggior parte dei casi l’allenatore.

Il calcio ti premia e ti condanna.

Per ora nessun sassolino, sono molto riconoscente verso la mia società che mi ha sempre messo nella condizione di poter far bene”.

Si sente appagato in questo momento o manca qualcosa?

“La mia voglia di fare non trova pace, domanda rimandata a nove giornate da domenica”.

Lei è un tipo scaramantico? Ha qualche amuleto o portafortuna che tiene con sé in panchina?

Compie qualche rituale particolare prima di scendere in campo?

“Nessun portafortuna, compio però sempre uno stesso rituale, se così può essere definito.

Sia che si vinca o che si perda indosso sempre gli stessi vestiti e prima di andare al campo faccio una passeggiata da solo per schiarirmi le idee”.

Mister, quando ha realizzato di avere tra le mani un gruppo vincente?

“Sembrerà paradossale, ma me ne sono reso conto esattamente dopo le sconfitte contro Cassino e Colleferro, quando i ragazzi hanno reagito da grande squadra, ho capito in quel momento che il nostro era un progetto valido e che meritava una possibilità”.

Quali sono i pregi e i difetti di mister Parisella?

“Un mio grande difetto è che sono un tipo piuttosto silenzioso, parlo poco e spesso questo può diventare un ostacolo per i miei ragazzi, mentre credo sia un mio pregio il non essere un mister martellante, soprattutto quando c’è qualcosa da recriminare”.

Catapultiamoci per un attimo nel futuro, si immagina ancora seduto sulla panchina della Nuova Itri?

“Voglio fare una precisazione: per il momento non ho ricevuto nessuna chiamata da altri club, sono false voci di corridoio.

Se dovessi avere qualche proposta per adesso la rispedirei al mittente, è un discorso che prenderò in considerazione dopo maggio e dopo averne parlato con il Presidente”.

Mister, a conclusione della nostra chiacchierata, devo strapparle una promessa: mi deve assicurare che presto, insieme al Presidente Ialongo, sarà ospite della nostra trasmissione “Sport in oro” per commentare questa stagione da assoluti protagonisti.

“Ha la mia parola, verremo volentieri”.