A cura di E. A. Graziano
Squadra.
Sembra questa la parola chiave che sintetizza la vittoria del Colleferro nel derby odierno contro il Semprevisa.
Una squadra convincente.
Una squadra che con una prova di forza conferma l’andamento stagionale.
Una squadra che si dimostra unita nelle difficoltà.
Questo è ciò che si vede.
Questo è ciò che emerge dalle parole piene di soddisfazione del direttore sportivo Andrea Angelucci.
Direttore, una riflessione sul derby contro il Semprevisa vinto oggi.
“Questi derby sono sentiti soprattutto dal pubblico e dagli addetti ai lavori.
Ai ragazzi che spesso sono tutti nuovi e giovani, cerchiamo di trasmettere questo sentimento.
La preparazione è stata quella di sempre: seria e impegnata da parte di tutta la squadra.
Purtroppo anche oggi abbiamo dovuto rinunciare ad un attaccante importante come Emanuele Morelli.
La sua assenza si aggiunge a quella di Marini in difesa.
Tutto ciò pesa, ma noi l’affrontiamo giorno per giorno”.
Mercoledì avete l’impegno in Coppa Italia contro la Nuova Sorianese.
Come state preparando la gara?
“La Coppa Italia è storicamente per la società un impegno importante che noi vogliamo onorare anche quest’anno.
La stiamo preparando con la volontà di portar a casa il risultato.
Sarebbe senza senso altrimenti affrontare 130 chilometri semplicemente per non disertare un appuntamento.
Forse sarà l’occasione per fare un po’ di turnover e permettere a chi non ha giocato molto di farsi vedere e apprezzare per le sue capacità e doti”.
Direttore, la Coppa Italia è quindi un obiettivo per questa stagione?
“Sì, la coppa rappresenta uno degli obiettivi stagionali a cui non intendiamo rinunciare a priori”.
Direttore per chiudere le propongo un gioco.
Mi descrive la sua squadra in tre parole.
“Sorprendente, matura e coesa.
Sorprendente perché nonostante abbia contribuito alla sua costruzione, all’inizio di quest’avventura non avrei mai immaginato questi risultati e questa distanza dal Cassino.
Matura per come affronta anche i risultati positivi giorno per giorno senza perdere la testa, ma solo come un altro passetto fatto.
Coesa per come reagisce alle difficoltà, di cui noi non sempre parliamo, perché non vogliamo che siano considerate alibi.
Tutto questo fa squadra.
Tutto questo è la mia squadra”.