Carlo Baylon, difensore classe 1982, ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo e iniziare una nuova avventura professionale. Infatti ricoprirà il ruolo di allenatore in seconda di Cristiano Gagliarducci al Pomezia di Patron Bizzaglia. A 38 anni Baylon ha preso una decisione importante e così dopo più di 20 anni di onorata carriera da calciatore, in Serie C con Scafatese e Aversa Normanna e in Serie D ed Eccellenza con Turris, Savoia, Anziolavinio, Morolo, Pomigliano, Arzachena, San Cesareo, Cynthia, Lupa Castelli Romani, Grosseto, Monterosi, Pomezia e Cisterna, cambia vita per intraprendere una nuova profesione.
Allora Carlo hai deciso di smettere con il calcio giocato ed iniziare la carriera di allenatore. Comincerai affiancando Cristiano Gagliarducci a Pomezia. Cosa ti ha spinto a prendere questa decisione, immagino dolorosa?
Guarda non ti nascondo che è stata una delle decisioni più sofferte della mia vita. Non ho dormito per giorni, ma alla fine ho fatto questa scelta. Un po’ l’età, 38 anni non sono pochi, un po’ questo maledetto Covid-19 e il successivo blocco di tutti i campionati, mi hanno fatto capire che era arrivato il momento di dire stop al calcio giocato. Anche se fisicamente mi sento bene e la voglia di rimettermi gli scarpini è ancora viva dentro di me, ho pensato chissà come avrebbe reagito il mio fisico dopo questo lungo periodo di inattività e chissà se sarei stato ancora lo stesso di prima. Voglio essere ricordato come un giocatore che ha sempre dato tutto in campo e fuori e non come quello che ha tirato la carretta fino all’ultimo solo per una questione di soldi, andando incontro magari a figuracce perchè il tuo fisico non ti sostiene più. A Cisterna ho passato un anno stupendo e la società già mi aveva proposto il rinnovo anche per la prossima stagione. Ma poi è arrivata la chiamata del Pomezia. Con il Patron Bizzaglia ho un ottimo rapporto iniziato nei due anni da capitano del Pomezia in Eccellenza e cresciuto in questo ultimo anno quando ci sentivamo spesso per parlare di calcio e non solo, e quando mi ha detto “torna a Pomezia, voglio che fai l’allenatore in seconda a Cristiano”non c’ho pensato un attimo e ho accettato subito. La possibilità di affiancare il mister Gagliarducci nella guida tecnica è un’occasione veramente importante e improvvisa alla quale non ho saputo resistere. Poi l’idea di ritrovare persone che conosco e stimo come in primis Alessio Bizzaglia, il DS Mezzina, il DG Peri e tutte le persone che ruotano attorno al Pomezia Calcio è stato uno stimolo in più. Iniziare una nuova avventura in un ambiente che conosci bene, con una società seria e ambiziosa, secondo me è il massimo che potevo chiedere. Sono onorato e spero di ripagare la fiducia che mi è stata data.
Nella tua carriera da calciatore hai giocato in tante piazze importanti, hai vinto diversi campionati e quasi sempre sei stato il Capitano. Quali sono i ricordi più belli che ti porterai sempre con te? Hai qualche rimpianto?
Senza dubbio le cose che ti rimangono dentro più di tutte sono le vittorie dei campionati. I trionfi con la Scafatese e la Lupa Castelli Romani li metto in cima all’album dei ricordi. Ogni annata mi ha lasciato qualcosa, nel bene e nel male. Rimpianti? Non aver vinto con il Grosseto e con il Savoia, sono le delusioni più importanti. Tante volte sono arrivato ad un passo dalla vittoria, ho perso tanti PlayOff, ma dalle sconfitte ho cercato di prendere sempre qualcosa ed l’anno dopo avevo lo stimolo e la forza a ripartire più forte di prima. Indossare la fascia da capitano è stato un privilegio e in tutte le piazze in cui sono stato ho lasciato un bel ricordo, sia a livello calcistico che umano. L’esperienza maturata sul campo in tutti questi anni spero possa servirmi nel futuro.
Come dicevamo prima per te si tratta di un ritorno a Pomezia. Collaborerai con mister Cristiano Gagliarducci, del quale sei stato il capitano in diverse esperienze. Che tipo di rapporto hai con lui e che sensazioni provi a tornare a Via Varrone?
Mi sento come se tornassi a casa. Infatti a Pomezia ho giocato per due stagioni e ho dei ricordi stupendi di quelle due annate. Si è vero forse dovevamo e potevamo fare di più, ma i campionati non si vincono ad agosto e forse è stato proprio quello il nostro errore, ovvero quello di pensare di aver vinto prima ancora di cominciare. Nonostante tutto però abbiamo dimostrato di essere prima di tutto un gruppo di uomini veri e alla fine per due anni consecutivi siamo arrivati secondi, dopo delle rincorse incredibili, disputando i Play Off Nazionali che purtroppo non sono andati benissimo. Rimane il fatto che Pomezia è una piazza importante e sicuramente merita palcoscenici più prestigiosi. Il mister Gagliarducci ho avuto la fortuna di conoscerlo a Genzano, quando subentrò a Pochesci e da allora in qualsiasi squadra è andato ha cercato sempre di portami con lui. Con Cristiano c’è sempre stato un rapporto schietto e sincero. A livello caratteriale siamo molto diversi, ma compatibili. Di lui ho sempre apprezzato il fatto che dica le cose in faccia e da ogni giocatore riesce a tirare fuori il meglio. Si magari a volte ha dei modi un po’ duri, può sembrare burbero, ma ti posso assicurare che è un tecnico preparatissimo ed essendo stato un grande difensore, a livello difensivo non ha eguali. Negli anni che l’ho avuto come allenatore mi ha dato tanto e io ho dato tanto a lui. E’ un grandissimo motivatore ed una persona vera, e nel calcio purtroppo questa ultima dote non sempre paga. Sono sicuro che insieme potremmo fare grandi cose.
Quest’anno appunto prima dello stop del campionato eri a Cisterna. Come valuti questa esperienza e in che rapporti ti sei lasciato con la società? Ti ringrazio per questa domanda. Ho trovato un grandissimo ambiente, una realtà molto bella con un attaccamento alla maglia difficile da trovare. Inizialmente a livello societario ci sono state un po’ di difficoltà, ma tra noi giocatori abbiamo cercato di fare gruppo concentrandoci solo sul campo. All’inizio il tecnico era Franchini, poi è arrivato Campagna. Stavamo andando molto bene e nell’ultimo periodo eravamo decisamente in forma. Sono convinto che se non si fosse fermato il campionato ci saremmo tolti diverse soddisfazioni. Voglio ringraziare il direttore Pelle, una grande persona e la nuova dirigenza capitanata dalla famiglia Tuccillo per l’affetto che mi hanno dimostrato. Un ringraziamento speciale va a tutta la città di Cisterna, alla tifoseria che c’è stata sempre vicino. Si stava ricreando quell’entusiasmo che mancava da tempo e spero con tutto il cuore che Cisterna torni a recitare un ruolo da protagonista come merita. Con i compagni poi si era creato un rapporto davvero speciale e da quando gli ho comunicato la mia decisione non fanno altro che scrivermi messaggi, dicendomi di ripensarci. Ma io ho preso la mia decisione. Li porterò sempre nel mio cuore e poi ufficialmente fino al 30 giugno sono ancora un tesserato del Cisterna, quindi sono ancora uno di loro…
Secondo te come deve ripartire il calcio? In questo periodo ho pensato tanto a come dovrebbe ripartire il calcio e cosa bisognerebbe cambiare. Prima di tutto chi dovrebbe prendere delle decisioni è arrivato il momento che le prenda. Sono quasi tre mesi che viviamo nell’incertezza più totale e i calciatori, le società e i tifosi meritano delle risposte. Secondo me è arrivato il tempo di apportare delle modifiche. Il calcio così non può più andare avanti. Bisogna fare delle riforme. Servono più tutele per tutte le componenti che ruotano attorno al calcio. Servono dei cambiamenti epocali come ad esempio ridurre il numero delle squadre di Serie A, fare due Girone di Serie B e abbassare il gap che c’è tra Serie C e Serie D. Abbassare la tassazione soprattutto in Serie C dove le società non avendo grandi incassi, come invece hanno in Serie A e B tra diritti tv, sponsorizzazioni vari e abbonamenti, fanno fatica a rispettare tutti gli accordi. I calciatori, soprattutto quelli dilettanti, meritano di essere riconosciuti dal CONI, specialmente in Serie D, dove di dilettantismo c’è solo la lettera D. Personalmente nutro un grande rispetto per la Lega Nazionale Dilettanti e per il Presidente Cosimo Sibilia e mi auguro che questo periodo sia servito anche a loro per pianificare la ripartenza del nostro calcio, facendo delle riforme concrete ed epocali.
Nel farti un grosso in bocca a lupo per la tua nuova vita calcistica, non più da giocatore, ma bensì da allenatore, raccontaci quali sono le ambizioni di Carlo Baylon per il prossimo futuro e che obiettivi ti sei posto? Per prima cosa voglio ringraziare ancora una volta tutta la famiglia del Pomezia Calcio e in particolare il Patron Bizzaglia per l’opportunità che mi sta dando. Spero di non deludere le aspettative. Ho tanta voglia di imparare e di mettere a disposizione dei ragazzi le mie conoscenze e le mie esperienze. Ho grande entusiasmo e sono molto ambizioso. Secondo me nella vita bisogna essere ambiziosi e porsi sempre degli obiettivi. Da calciatore sono stato un vincente e spero di esserlo anche da allenatore. Voglio fare un grosso in bocca a lupo al Cisterna, con la convinzione che prima o poi le nostre strade si rincontreranno. E permettetemi di ringraziare tutto lo staff del Dott. Enrico Clavari, che specialmente in questi ultimi anni della mia carriera mi hanno sempre seguito, supportandomi e sopportandomi. Se ho avuto pochi infortuni e sono stato integro fino all’ultimo lo devo anche a loro che svolgono un grande lavoro per prevenire infortuni muscolari concentrandosi sul potenziamento fisico, muscolare e psicologico di un atleta. Dei veri professionisti, che non finirò mai di ringraziare. Un ringraziamento speciale va alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto, dandomi la forza di andare avanti, condividendo ogni mia decisione.In particolare mia moglie Manuela che da più di 20 anni sostiene ogni mio momento calcistico stando un passo indietro rispetto a me, ma ricoprendo un ruolo fondamentale nella mia vita. Non vedo l’ora di iniziare questa nuova avventura. Sono contento ed entusiasta come un bambino al suo primo giorno di scuola…(ride)
Ufficio stampa Pomezia Calcio 1957