A cura di Francesco Mancini
Il girone B di Promozione, lo scorso anno, si decise ai play-off, con il Fiano Romano di Antoniutti, che riuscì a spuntarla sulla Romulea, assicurandosi il salto verso l’Eccellenza.
Gli amaranto-oro, rimasti in questa categoria, quest’anno stanno battagliando in un altro girone (A), ma la musica non sembra essere cambiata comunque nel gruppo B. Anche in questa annata, si giocherà punto su punto fino alla fine, con Settebagni e Amatrice che, fino ad ora, appaiono come le maggiori candidate.
Quest’ultime, domenica scorsa, si sono affrontate nel big match della prima giornata di ritorno, terminato 1-1, con le distanze tra le due squadre che sono quindi rimaste invariate e i biancorossi di Laurentini che hanno conservato il vantaggio in classifica sul club reatino.
Amatrice che continua comunque a lavorare con serenità e che vorrà ritrovare la vittoria già nel prossimo turno contro il Futbol Montesacro.
Quest’anno la dirigenza del club, con il presidente Tito Capriccioli e il direttore sportivo Mattia Di Loreto, ha deciso di puntare su un tecnico abruzzese di grande esperienza come Vincenzino Angelone per tentare il salto di categoria e sposare le rinnovate ambizioni della società.
Andiamo, dunque, ad analizzare, con il mister, il momento della squadra e molto altro ancora.
Mister, domenica è arrivato un pareggio nello scontro diretto contro il Settebagni. E’stato importante non perdere o puntavate a una vittoria per effettuare il sorpasso?
“Abbiamo giocato una buona gara nel primo tempo, anche senza fare molti tiri in porta. Abbiamo provato comunque a condurre la gara, mentre nel secondo tempo è stata più equilibrata.
Loro sono riusciti a sbloccarla nel finale con un calcio da fermo, mentre noi siamo stati bravi a rimanere vivi e abbiamo trovato la situazione che ci ha portato all’1-1.
Ovviamente, c’è rammarico per la mancata vittoria, ma per come si era messa, è stato un punto conquistato.
La gara dove invece abbiamo buttato all’aria dei punti fondamentali è stata quella con il Tor Lupara, dove siamo stati beffati all’inizio, ma poi abbiamo condotto la gara, creando moltissime occasioni.”
Mister, lei viene da fuori regione ed è alla sua prima esperienza nel Lazio. Come procede il suo ambientamento e cosa ha trovato di diverso rispetto all’Abruzzo, dove ha allenato in precedenza?
“Quando sono stato chiamato ad inizio anno dal direttore sportivo, ero incuriosito, ma anche spaventato da questa inedita avventura.
Sono arrivato a stagione già avviata, con la squadra eliminata dalla Coppa e non conoscevo la categoria laziale e le squadre che la componevano.
Devo dire che, facendo un bilancio rispetto a ciò che ho visto nel girone d’andata, il livello è più alto rispetto all’Abruzzo e ho trovato tante squadre ben organizzate, dove si vede la mano dell’allenatore.
Non c’è alcun dubbio che il bacino laziale e romano sia molto più ampio e anche le squadre di metà classifica sono insidiose da affrontare e tutte le partite sono difficili da vincere.
In Abruzzo, invece, devo dire che noto delle strutture più accoglienti e più sviluppate. “
Ti sei proiettato in una realtà di provincia che qualche anno fa, è stata duramente colpita dal terremoto. Far rialzare la città, anche dal punto di vista del risultato sportivo, potrebbe essere per voi motivo d’orgoglio? Dal punto di vista strutturale, come procedete con il vostro campo in erba artificiale di ultima generazione?
“Sicuramente, giocare per un paese colpito da questo dramma può trasformarsi in uno stimolo per noi, per riuscire a dare una gioia a tutte le persone che ci seguono e ci sostengono.
Il terreno di gioco è ottimo, anche se a volte può diventare insidioso perfino per noi che lo conosciamo. E’un campo abbastanza piccolo e questo, per noi, che amiamo sviluppare il gioco, è stata una difficoltà.
All’inizio, ho riscontrato qualche insidia, ma come ho detto, è stata piuttosto generale, dato che sono arrivato a stagione iniziata, con un gruppo che ancora doveva essere meglio definito.”
Tuttavia, dopo questo naturale periodo di ambientamento, possiamo dire che adesso è in piena sinergia con la società e che le vostre ambizioni salgono sempre di più?
“Soprattutto nel primo periodo, dove era necessario fare qualche aggiustamento, abbiamo operato in totale sinergia con il direttore.
Alcuni ragazzi, anche quelli che sono arrivati più recentemente, si sono messi a totale disposizione del nostro progetto.
Se all’inizio, avevamo messo in preventivo la possibilità di perdere qualche punto, poi, siamo riusciti ad ingranare, con una serie di vittorie importante.
La classifica parla chiaro e vogliamo rimanere in scia delle prime posizioni fino alla fine.”
In ogni caso, nonostante sia soltanto alla sua prima esperienza in questa regione, può contare su un curriculum di tanti anni, anche in categorie superiori alla Promozione, potrebbe essere un valore aggiunto per il raggiungimento degli obiettivi?
“Come ho già detto, se da una parte sono nuovo nel calcio laziale, porto un bagaglio importante dalle mie precedenti esperienze.
Sotto certi punti di vista, posso concentrarmi soltanto sulle nostre caratteristiche, senza pensare troppo all’avversario.
Questo potrebbe rivelarsi uno svantaggio, ma noi speriamo di poterlo rendere un vantaggio per pensare sempre a noi stessi e sviluppare al meglio la nostra identità, come, in parte, abbiamo già fatto nel girone d’andata.
Come ho detto, mi è bastato poco per capire che il livello è molto alto e ogni partita non è facile da vincere perchè nessuna squadra ti regala nulla.
Quindi possiamo dire che l’obiettivo ufficiale dell’Amatrice sia quello di salire in Eccellenza?
“Devo dire che tra l’inizio di anno e dicembre, abbiamo modificato molto la squadra per renderla il più competitiva possibile.
Abbiamo cercato di inserire nuovi elementi che fossero più consoni alle mie caratteristiche di gioco.
L’obiettivo è ottenere il massimo e trovare sempre più continuità nel girone di ritorno.
Penso che ci siano almeno altre tre o quattro squadre che competeranno con noi fino alla fine.
Inoltre, a differenza dell’Abruzzo, la formula laziale senza play-off è fortemente penalizzante e potrebbe cambiare diversi equilibri.
A fine anno, alcune squadre potrebbero ritrovarsi senza particolari stimoli e ciò potrebbe incidere sui risultati.”