a cura di Massimo Confortini
Intervista all’ormai ex tecnico degli Allievi Fascia B Elite della Spes Artiglio, che si è dimesso nonostante la vittoria contro il San Paolo Ostiense di sabato scorso…
Mister, è passato qualche giorno dal tuo addio alla Spes Artiglio. Quali sono i motivi che hanno spinto verso le dimissioni?
Posso assicurare che i motivi non sono legati nè alla posizione di classifica, e neanche ai risultati, visto che le dimissioni sono arrivate dopo la vittoria con il San Paolo Ostiense. Sono convinto che i ragazzi raggiungeranno la salvezza, sono molto legato a loro e credo tantissimo nelle capacità di questo gruppo. Semplicemente si può dire che il mio ciclo alla Spes, dopo sei anni, era arrivato alla conclusione. Alcune visioni diverse con la società, con la quale comunque resta un buon rapporto, mi hanno spinto a prendere questa decisione.
Come ti sei lasciato con la società?
Bene, mi hanno detto che alla Spes Artiglio le porte per me sono sempre aperte, e questo mi fa piacere. Può darsi che il nostro sia un arrivederci e non un addio, ma ora ho bisogno di fare altre esperienze, e di crescere ulteriormente.
E con il gruppo?
Non ti nascondo che è scappata qualche lacrima. Anche in questi giorni ho ricevuto tantissimi messaggi e telefonate della stragrande maggioranza dello spogliatoio. Resterò sempre il loro primo tifoso, e li andrò anche a vedere giocare. C’era un grandissimo rapporto con loro, ora spero che la stessa intensità e lo stesso impegno lo mettano con il nuovo tecnico. In campionato non siamo stati neanche troppo fortunati: due rigori decisivi sbagliati, undici pali colpiti, i gol nel finale subiti con Roma e Viterbese. La classifica poteva essere totalmente diversa.
Come ti vedi tra un anno? Hai già ricevuto qualche offerta?
Si, devo dire che sono già stato contattato, ma per il momento ho deciso di staccare un po’ la spina. Sono giovane e mi ritengo ambizioso, mi piace proporre allenamenti all’avanguardia, con il pallone e la tecnica individuale come protagonisti: non si finisce mai di imparare, e voglio osservare anche la preparazione di altre squadre. Il mio obiettivo è quello di crescere ulteriormente come tecnico.
Se dovessi ricordare i tre momenti più belli dell’esperienza nerazzurra, quali indicheresti?
Ce ne sono tanti: sicuramente mi emozionai quando il Presidente Esposito mi chiese di allenare i Giovanissimi d’Elite: in quel momento allenavo i ’99 ed era la mia prima vera esperienza al di fuori della scuola calcio. Poi le tante vittorie di questo anno e mezzo: tante soddisfazioni, ma forse il successo contro la Vigor Perconti ad inizio stagione, quest’anno, ha dato un messaggio particolare. Il momento più bello, però, è stato quando quest’anno, contro la Lazio, il capitano Piras ha segnato il gol del nostro momentaneo vantaggio: mi ha dedicato il gol e insieme a tutta la squadra è venuto ad abbracciarmi in panchina, segno che a me tenevano e tengono tanto. Sono soddisfazioni enormi per un allenatore.
Grazie mister, e in bocca al lupo!