A cura di VALERIO CAPRINO
Nella Serie D da oramai 12 anni si è consolidata la realtà dell’Arzachena, società che quest’anno festeggia i 50 anni di storia, e che per l’occasione ha pensato bene di ergersi a protagonista del girone G. Al fianco del presidente Menio Fiorini, ciociaro trapiantato in Costa Smeralda, lavora alacremente Antonello Zucchi, dapprima dirigente, poi segretario e ora da 4 stagioni direttore sportivo del club biancoverde.
Per farci conoscere meglio la realtà arzachenese, abbiamo disturbato il ds Zucchi, cercando di carpire dalle sue parole i veri obiettivi della società, e anche per sentire il suo parere circa alcuni aspetti del girone G, raggruppamento come consuetudine composto da società sarde e laziali:
Buonasera direttore, innanzitutto facendo un passo indietro, ci dica subito cosa è successo nella scorsa stagione che fu sicuramente non all’altezza, soprattutto in considerazione di quanto di buono state facendo quest’anno:
“Certamente meno parliamo della scorsa stagione e meglio è, nel senso che avevamo pensato di intraprendere un viaggio con un budget ridotto rispetto alla stagione ancor precedente, e di puntare molto sui giovani. Eravamo anche riusciti a centrare i play out, che poi abbiamo perso col Budoni, ma ripeto, parliamo d’altro perchè preferisco guardare al presente piuttosto che al passato”.
Infatti dopo la retrocessione, siete stati bravi a capire probabilmente dove avevate sbagliato, e poi ? Da dove inizia l’attuale miracolo Arzachena ?
“Quest’anno paradossalmente, anche partendo il 6 agosto con soli 6 giocatori, senza sapere la categoria, siamo stati bravi ad organizzarci bene per non incorrere negli errori commessi in precedenza. Poi il 9 Agosto è arrivata l’ufficialità del ripescaggio, e da lì abbiamo iniziato il percorso con mister Giorico che ci tengo a dire, ha sposato il progetto indipendentemente dalla categoria che dovevamo affrontare. Con il mister era arrivato anche il centrocampista Manzini, esperto e sicuramente una garanzia per il nostro centrocampo. Strada facendo ho costruito la squadra, sempre ascoltanto attentamente i consigli del nostro allenatore, con giocatori adatti alla categoria. Il ritorno del capitano Bonacquisti, poi Busatto, Schioppa e Cicino. Diciamo che quest’anno siamo partiti con l’intento di rischiare il meno possibile, imparando dagli errori commessi l’anno prima”.
A Dicembre vi siete permessi anche il lusso di prendere un ulteriore rinforzo come l’attaccante polacco Piotr Branicky.
“Si tratta di un giocatore che io seguivo da tempo, e che volevo portare qui a tutti i costi. C’è però da dire che nel mercato dicembrino nel complesso abbiamo fatto più tagli che innesti, perchè se è vero che arrivato Branicky, c’è anche da dire che abbiamo tagliato Moro (passato all’Olbia), Pavic (approdato al Palestrina), e gli under Loi classe 94 e Peveri classe 95”.
Dopo 24 giornate trascorse sempre nella parte sinistra della classifica, qual è l’obiettivo dell’Arzachena ? Sia sincero…
“Obiettivo era la salvezza e lo è anche ora. Tutto quanto di buono abbiamo raggiunto e ottenuto è stato fatto sempre pensando alla salvezza. E’ chiaro che, sempre raggiungendo la salvezza il prima possibile, avendo ancor maggiore serenità e spensieratezza, questo potrebbe portare il raggiungimento di risultati impensabili in quel famoso 6 Agosto da cui tutto ebbe inizio. Anche con il nuovo regolamento dei play off, la quinta classificata giocherà subito in casa della quarta, e dunque non viene considerato il distacco di punti dalla seconda. Sicuramente un’importante modifica del regolamento play off quella attuata quest’anno dal Dipartimento Interregionale della Lega Nazionale Dilettanti”.
A proposito di zona alta della classifica, chi vincerà il girone G di Serie D ?
“Senza alcun dubbio la Lupa Castelli, perchè oramai 9 punti di vantaggio sono tantissimi. Sia la Lupa che la Viterbese sono due grandi squadre che fanno un calcio totalmente differente. A me ha colpito la Lupa Castelli per il fraseggio eccezionale, il gioco di squadra che ha, e il fatto che si sa calare nella partita, mettendo sempre molta qualità, ma allo stesso tempo quando ci vuole anche tanta quantità. Probabilmente a livello di nomi la Viterbese è superiore alla Lupa Castelli, ma sicuramente credo abbia mostrato meno carattere, e abbia vissuto troppo sperando solo in individualità dei suo tanti giocatori importanti”.
Sempre a proposito delle due battistrada, entrambe sono accomunate dall’essere al terzo allenatore in panchina. Che ne pensa a proposito dell’ultimo esonero di Ferazzoli a Viterbo ?
“Ci tengo a sottolineare che la mia è un’opinione da esterno, e che mi sento di dire con il massimo rispetto per i diretti interessati. Se fossi stato in Camilli avrei esonerato mister Ferazzoli già dopo la sconfitta interna contro il San Cesareo, squadra che ha un budget bassissimo, probabilmente come il nostro, che ha un organico di giocatori “grandi” ridotto, e non certamente pari alla Viterbese (come d’altronde non lo siamo noi, nonostante li abbiamo battuti all’andata). Esonerarlo ora credo sia stato più un atto dovuto, ma oramai secondo me è troppo tardi per recuperare”.
A livello di squadre sarde l’Arzachena è indubbiamente la rivelazione, mentre secondo lei chi ha deluso ?
“Fino a due domeniche fa l’Olbia, che ora però si è rilanciata con l’ultima serie positiva di 11 punti in 5 partite. Una serie positiva coincisa con il rientro di un giocatore come Mastinu, un ex dell’Arzachena, assolutamente sprecato per la Serie D. D’ora in poi trovo difficile che l’Olbia possa fare altri passi falsi clamorosi come in passato, perchè ripeto che il rientro di Mastinu, giocatore secondo me fondamentale per la causa olbiese, gli darà e gli sta già dando una marcia in più”.
E invece il giocatore più forte visto all’opera e che vorrebbe portare in futuro in Sardegna ?
“Dico per distacco D’Agostino dell’Unicusano Fondi, che tra l’altro avete anche giustamente premiato nella vostra trasmissione “Calcio d’Angolo” un paio di settimane fa. Secondo me è il più forte per qualità, intelligenza calcistica, tecnica, tutto assolutamente da categoria superiore. Anzi, forse anche le Lega Pro gli starebbe stretta. E se devo dirla tutta, a dir la verità avevo provato a portarlo ad Arzachena a Dicembre, eravamo quasi a un passo, ma pazienza sarà per un’altra volta…”.
Tornando a voi invece, e al presente, che aria si respira ad Arzachena ? I tifosi vi sono vicini ? C’è interesse per la squadra ?
“Da parte della gente del posto c’è interesse verso la realtà calcistica. Arzachena conta circa 13mila abitanti, ed è un paese in cui la cultura del calcio si sta sviluppando sempre di più perchè da 12 anni disputiamo un campionato nazionale così importante come la Serie D. Poi quest’anno con i risultati ottenuti, sicuramente inaspettati, si sono avvicinati ancora di più alla squadra”.
Per chiudere, vuole aggiungere qualcosa a quanto già detto ?
“Si, vorrei solo fare i complimenti al nostro mister Mauro Giorico, che io ammiro e apprezzo da molto tempo. Quest’anno lo sto conoscendo meglio e sto vedendo come lavora. E’ un allenatore che lavora molto sul gruppo, è un grande motivatore e mi piace anche il fatto che non guardi in faccia a nessuno. Giovani e vecchi si sentono sempre in discussione grazie al mister, che poi sceglie chi mandare in campo a seconda del loro stato di forma e del loro comportamento, senza guardare troppo l’età dei calciatori. Certamente il merito di questo buon campionato è anche il suo”.
Allora grazie direttore, con l’auspicio da parte nostra di poter essere un giorno presenti al “Biagio Pirina” per conoscere ancor più da vicino la realtà arzachenese. Una realtà ovviamente conosciuta per ragioni turistiche, ma che si sta ritagliando un discreto spazio anche a livello calcistico.