Belardi esalta il Sora: “Non ci nascondiamo, vogliamo vincere. Reali? Con Bizzaglia un grande rapporto, troveremo una soluzione…”

Belardi esalta il Sora: “Non ci nascondiamo, vogliamo vincere. Reali? Con Bizzaglia un grande rapporto, troveremo una soluzione…”

Pochi club italiani hanno vissuto nella loro storia una parabola simile a quella del Sora.

Nei suoi centoundici anni di attività il club bianconero ha conosciuto momenti meravigliosi ed irripetibili come quelli dell’indimenticabile ascesa della squadra che aveva in mister Claudio Di Pucchio il suo formidabile condottiero in panchina e gente come Pasquale Luiso, Emilio Coraggio, Antonio Pecoraro e tanti altri straordinari atleti in campo, ma anche drammatiche cadute, fallimenti e periodi di declino umilianti per la sua gente.

Com’è giusto, anzi, doveroso che sia, adesso questa stupenda realtà del nostro calcio, un vanto per gli appassionati del nostro mondo, fatto di cuoio che rotola ma anche di memorie che ritornano, sta rialzando la testa.

Con fierezza si valuta il presente e con il naturale orgoglio che deriva dalle proprie origini si getta lo sguardo più in là, verso quelle destinazioni che sarebbero più consone ad un blasone simile.

Davide Belardi non è sorano di nascita, ma ha stille di sangue volsco nelle vene.

Le origini materne conducono lì, verso quello spicchio di mondo che meno di un secolo fa era chiamato Terra di Lavoro.

Davide si è innamorato di questa maglia e di questa gente, comprendendo presto cosa significhino per i sorani gli spalti dello stadio Claudio Tomei e quanto calcio racconti ogni singola zolla di questo luogo.

Belardi vi è entrato in punta di piedi, con rispetto, e senza cadere negli errori fatali di gestioni trascorse: nessuna promessa indebita, nessun volo pindarico prima del tempo, ma solo sincerità, impegno e sacrificio.

Quel lavoro certosino che lo ha portato a ripianare i debiti della travagliata stagione 2014/15, salvaguardando la storia del Sora e facendolo lentamente risorgere dalla Prima Categoria.

In questo modo, lui che è figlio dei Castelli Romani è riuscito a far breccia nel cuore di chi è nato sulle rive del Liri.

Abbiamo contattato il co-presidente del Sora per una chiacchierata a tutto tondo sul momento della squadra, sugli obiettivi e sulle tematiche più calde legate ai colori bianconeri.

Ne è scaturita una conversazione sincera ed intensa, a tratti emozionante e del tutto priva di quelle pause che troppo spesso scandiscono le riflessioni di chi milita nel nostro ambiente, celandone i pensieri più reconditi.

 

Presidente, il Sora sta attraversando un momento fantastico in campionato.

I risultati conseguiti nelle prime sette giornate hanno riavvicinato tanti tifosi al Tomei che adesso sognano in grande.

“La nostra sembra quasi una piccola favola, non ci aspettavamo una situazione del genere.

Voglio raccontarvi un aneddoto: per motivi di scaramanzia, io prendo posto sempre sullo stesso seggiolino quando giochiamo in casa e domenica al mio arrivo ho trovato l’intera fila occupata tranne il mio.

Accanto a me erano seduti due signori di una certa età che mi hanno confessato di essere tornati allo stadio dopo tanti anni.

“Avete fatto un miracolo”, mi hanno detto ringraziandomi.

Sono queste le gioie più belle, i momenti che ti ripagano di tutto.

Anche se ho un rammarico mi è rimasto…”.

davide belardi sora

 

Quale?

“Dopo la partita mi è stato riferito che non lontano da me era seduto anche mister Claudio Di Pucchio, ma io non l’ho riconosciuto.

Mi hanno detto che non assisteva ad una partita del Sora da ben dodici anni.

Spero di aver presto l’occasione di fare la sua conoscenza”.

La tifoseria è sempre stata un fattore per il Sora.

“Tra noi e la nostra gente si sta creando un’empatia che ha del magico.

Come sapete, io non sono sorano di nascita, ma per motivi familiari in parte è come se lo fossi.

In passato ho avuto esperienze importanti nel calcio a 5 e poi in quello ad undici nella zona dei Castelli Romani.

Venire qui è stata una scelta di cuore…”.

tifosi sora

Si spieghi meglio.

“Vede, questa è sempre stata una piazza storica.

C’è stato un periodo in cui era la terza potenza calcistica della nostra regione dopo Roma e Lazio e poi ha subito dei momenti difficili.

Noi vogliamo riportarla dove merita e dove è giusto che sia, seguendo la nostra strada.

Pensavamo e speravamo di arrivare al cuore della gente, ma non di riuscirci così presto.

I tifosi hanno compreso che alla base di tutto c’è un progetto serio, pulito e per questo la loro presenza si fa sempre più nutrita, domenica dopo domenica…”.

Qualche settimana fa nemmeno Vezzoli, uno degli ultimi arrivati, ha nascosto ai nostri microfoni l’emozione di indossare la maglia bianconera.

“Ed io sono d’accordo con lui.

Questa è davvero una maglia speciale, ti fa sentire quasi un supereroe.

Ci siamo imposti la strategia del fly-down e continueremo a volar basso, però…”.

sora

Però?

“In estate tutti insieme abbiamo deciso di fare una scommessa, confermando il blocco di quei calciatori, sorani doc, che pochi mesi prima ci avevano riportato in Eccellenza e puntellando l’organico grazie all’ottimo lavoro sul mercato del neo-direttore sportivo Francesco Pistolesi.

Il risultato è stato fantastico.

Giorno dopo giorno, si è andato componendo un mosaico bellissimo

Volevamo disputare un buon campionato, ma non pensavamo inizialmente di trovarci lassù e dunque credo che si debba alzare l’asticella”.

Possiamo parlare apertamente di Serie D, allora?

“Guardi, quando mi dicono che siamo una matricola in questo campionato e dunque dovremmo pensare prima a consolidarci, a me viene da sorridere.

Lo trovo assurdo.

Noi siamo il Sora.

In piccolo possiamo dire che, per storia e titoli, siamo la Juventus di questo girone.

Ad alcuni calciatori che vengono qui al Tomei tremano le gambe solo ad entrare nella sala dei trofei di questa società e noi dobbiamo far leva anche su questo.

Abbiamo il dovere di convogliare tutta la forza che deriva dalla storia del Sora verso un obiettivo preciso.

Con il mister e la squadra ci siamo guardati in faccia: col massimo rispetto nei confronti di tutti e passo dopo passo, noi dobbiamo puntare a vincere questo campionato”.

sora stadio tomei spogliatoi

Non è prematuro dirlo?

In fondo, siamo solo alla vigilia dell’ottava giornata…

“E’ un falso problema, anzi rovescio il concetto.

A me piace sottolineare che ci siamo già lasciati alle spalle il 25% del torneo e siamo lì in vetta.

E pure con qualche rammarico.

Mi riferisco a quell’incredibile domenica al Don Orione.

Con quei due punti che noi sentivamo di meritare adesso avremmo un margine ancora più ampio sulle inseguitrici.

Speriamo di non doverli rimpiangere in futuro…”.

Domenica andrete a Cave, un altro bel banco di prova.

“Andremo ad interfacciarci con una grande società che in questa stagione festeggerà i primi cento anni della sua storia e che, come noi, ambisce a far bene.

Come noi hanno un grande seguito di tifosi, come noi sono imbattuti in campionato.

Nei confronti della Cavese nutriamo il massimo rispetto.

Mi auguro e sono convinto che sarà una bellissima partita, vietata ai deboli di cuore, e che venga giocata in un clima di sportività e reciproca correttezza.

Non dobbiamo mai dimenticare che si tratta pur sempre di un gioco, dello stesso gioco che ci ha fatto innamorare da bambini.

Il calcio ed i suoi interpreti dovrebbero ritrovare quella purezza che noi tutti provavamo nei suoi riguardi quando lo vivevamo per strada, ai tempi in cui qualsiasi oggetto sferico ci finisse tra i piedi diventava inesorabilmente il nostro pallone…

Come finirà?

Non lo so.

Finora però gli esami di maturità non li abbiamo mai falliti, speriamo di proseguire su questa strada anche domenica (sorride)…”.

ariola cavese

Come sta Ivan Reali?

“Non sta nè bene, nè male.

Ivan è consapevole che dovrà subire un intervento chirurgico, forse già nella giornata di domani, e che gli verranno applicate due placche di metallo per la frattura scomposta del lobo frontale.

E’ probabile che faremo costruire per lui una mascherina in fibra di carbonio per proteggerlo al meglio e dargli così modo di tornare presto in campo, come fece il brasiliano Cribari una decina d’anni fa dopo un infortunio simile.

Reali è una pedina fondamentale per noi, vogliamo riaverlo a disposizione quanto prima.

Quello che è accaduto è sicuramente un episodio sgradevole, censurabile, però voglio aggiungere una cosa…”.

Reali sora

Prego.

“Non dobbiamo demonizzare il giocatore del Pomezia per quanto è accaduto.

Ha sicuramente sbagliato e lo sa, ma tutti insieme abbiamo il compito di stemperare questa vicenda.

A mio avviso, dovremmo riflettere sul fatto che quel gesto poteva compierlo anche nostro figlio.

Cosa avremmo detto a quel punto?

Con il Pomezia, desidero rimarcarlo, abbiamo rapporti splendidi.

I due club sono legati da vincoli di sincera amicizia e sottolineo che Alessio Bizzaglia si è immediatamente attivato con noi, mettendosi a disposizione di Ivan e della sua famiglia con grande sensibilità.

bizzaglia pomezia

Lui e Cristiano Gagliarducci sono venuti a trovarlo in ospedale e lo stesso Morelli lo ha contattato telefonicamente per rivolgergli le proprie scuse.

Lo ribadisco: vuoi per la posta in palio, vuoi per la frustrazione del risultato che stava maturando, sul terreno di gioco è accaduto qualcosa di sgradevole.

Il calciatore del Pomezia ha sbagliato, ma non bisogna esagerare nei suoi confronti.

E’ naturale che il Sora tutelerà con tutte le proprie forze Reali, ma stiamo cercando tutti insieme di trovare una soluzione che possa mediare e siamo fiduciosi di trovarla.

La nostra società ha sempre avuto stile e lo dimostrerà anche in questa vicenda”.

 

 

 

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