Di Alessandro Bastianelli.
Sono tra le note più positive di questo inizio di stagione, nonostante fino al 21 Aprile scorso la loro permanenza nella Juniores Elite sembrasse appesa ad un filo.
La Fortitudo Calcio Roma si ritrova terza in classifica grazie ad un avvio spumeggiante: l’esordio vittorioso a Colleferro, poi la prova di forza in casa contro il Pro Roma ed infine il pareggio in rimonta con il Futbol Club sono valsi sette, preziosi punti da mettere in cascina per la salvezza, che, per bocca del demiurgo degli albicelesti Maurizio Belli, rimane l’obbiettivo primario.
Insieme, naturalmente, al vizio di dare fastidio ai piani alti della classifica.
Ecco l’intervista rilasciata proprio da Belli alla nostra redazione.
Maurizio Belli, il campionato è iniziato con due vittorie ed un pareggio in rimonta contro il futbolclub. Si aspettava un inizio di stagione del genere?
Mi aspettavo di far bene, certo che ritrovarsi terzi è una bella novità e ce la stiamo godendo con molto entusiasmo.
Ho un gruppo di valore e questi risultati, in fondo, non mi sorprendono, il segreto è stato quello di aver fatto una preparazione importante e di aver cementificato subito il gruppo, unito ad un lavoro di scouting impressionante.
Con il DS Stefano Marinelli abbiamo composto una rosa di 23 elementi facendo una cernita da un gruppo di 70, trovati e contattati nel giro di Maggio e Giugno. Spesso i miei ragazzi mi mettono in difficoltà in vista del sabato, perché li considero tutti egualmente bravi e mi dispiace doverne spedire quattro – cinque in tribuna.
Sabato, ad esempio, è andato in panchina Terzi (ex Certosa, Tor Tre Teste e Vigor Perconti), che conosco da tanti anni ma che non era al meglio, però non è un problema quando si hanno tanti ragazzi di valore a disposizione.
Quando si parte con queste premesse, sin dalla fase di costruzione della squadra, ci si approccia al campionato in maniera tranquilla e con la consapevolezza di poter far bene.
Lei ha ereditato un gruppo che lo scorso anno ha ottenuto la salvezza solo ai play out. Su cosa ha cercato di lavorare per poter disputare un campionato tranquillo?
Il nostro segreto, se così possiamo chiamarlo, è il lavoro di equipe svolto con il DS Marinelli ed il mio assistente Davide Nunzi. Un allenatore non è mai un uomo solo al comando, ha bisogno di altre componenti, i calciatori in primis ma anche un “secondo” con cui ci sia unità di vedute.
Siamo partiti così perché abbiamo lavorato benissimo nella preparazione: il lavoro fisico è stato faticoso, ma ho trovato un’ottima risposta quando abbiamo cominciato a lavorare sulle situazioni tecnico-tattiche.
Ho un gruppo molto disponibile e uno staff che per me rappresenta una seconda metà, queste premesse mi danno sicurezza per il prosieguo della stagione.
Siete stati inseriti nel girone centro sud, ci sono poche “grandi” romane ma tante trasferte insidiose. Come si affronta un girone del genere? Possono uscire fuori sorprese in ottica finali?
Beh magari saremo proprio noi la sorpresa, chi può dirlo? Anche se è il secondo anno di Juniores Elite vedo tantissimo entusiasmo e un gruppo di ’98 molto validi.
L’insidia di questo girone è il gran numero di formazioni che hanno la prima squadra in Eccellenza, e che quindi dispongono di un numero di under quantitativamente e qualitativamente ampio.
Nel girone di ritorno i valori in campo saranno sicuramente scompaginati dall’impiego dei giovani che, con le varie prime squadre, non giocano molto o che servono di meno perché gli obbiettivi stagionali sono stati raggiunti.
Il campionato cambierà sicuramente fisionomia e dobbiamo arrivare a Gennaio – Febbraio pronti a tutto e con un buon bottino in tasca.
Quanto conta per voi il fattore campo? Venire a giocare al gioventù italiana non è facile per nessuno: con pochi spazi a disposizione sacrificate il gioco tecnico in favore di un approccio risoluto?
Beh noi in teoria avremmo dovuto giocare sul campo nuovo, in erba naturale, che è in costruzione a viale Marconi, ma finché non sarà pronto la nostra casa è il Gioventù Italiana.
Da una parte è un peccato perché ho una squadra molto tecnica, ed io amo far giocare il pallone ai miei ragazzi.
Però questa è la situazione e dobbiamo adattarci, sfruttando il catino del Gioventù Italiana come una bolgia. Quando vado in trasferta cerco sempre di privilegiare il bel gioco, in casa però non si passa: sappiamo di dover costruire le nostre vittorie tra le mura amiche, dove almeno un punto lo considero sempre già guadagnato.
Sabato arriva il Cassino, che ha trovato la prima gioia nell’ultimo turno. Come state preparando la partita?
Prepariamo la partita innanzitutto studiando cosa abbiamo sbagliato nell’ultima gara.
Dobbiamo guardare sempre noi stessi, il gioco che vogliamo imporre e soprattutto gli attributi da mettere in campo.
Indossiamo una maglia storica e gloriosa come quella della Fortitudo, dobbiamo onorarla gettando sudore e sangue su ogni pallone, ogni sabato. I risultati di inizio stagione non devono farci mollare, anzi, dobbiamo mantenere la stessa intensità anche nelle prossime partite.
Io ho tre parole d’ordine: carattere, orgoglio e tanta umiltà. E’ con questa filosofia che dobbiamo scendere in campo ogni sabato, e con spirito positivo naturalmente, perché con i visi imbronciati e i mugugni non si va da nessuna parte.