Continua a quasi un mese dall’inizio del Beppe Viola, edizione 30, un appuntamento che accompagnerà l’attesa del torneo e che giorno dopo giorno rivelerà particolari e curiosità entrati nella storia del Beppe Viola. Sfogliando le pagine degli Annales del Beppe Viola, raccontati da Alfredo Cocco in occasione della 25’ma edizione, vi riproponiamo quelli più significativi.
Di Nicola Tallarico
L’avventura del Beppe Viola prende il via allo Stadio delle Aquile: siamo nel 1984, il Beppe Viola era pronto a muovere i suoi primi passi. Ai nastri di partenza solo otto formazioni, le più significative del panorama regionale. Riuscì a spuntarla l’Aquilotti, la prima squadra ad iscrivere il proprio nome nell’Albo d’oro della manifestazione.
L’anno successivo si passa da 8 a 16 squadre e a vincere fu il Collatino. In quell’occasione persino la Rai grazie alla mobilitazione del giornalista Felice Borsato giunge a seguire la kermesse giovanile. Nell’edizione del 1986 il Beppe Viola trova il suo valore aggiunto, la Top 11, un’idea straordinaria che porta la firma di Minichino e vede la collaborazione (che diventerà ventennale) di Benito Manzi. Il tecnico dell’Alessandrino è incaricato di selezionare i migliori 11 del torneo per formare la “Nazionale del Beppe Viola” che al termine della kermesse regionale inizierà una nuova competizione a livello nazionale con squadre professionistiche di alto calibro.
La Top 11 impreziosisce il torneo del Beppe Viola ediventa un obiettivo per tutti i ragazzi partecipanti. Proprio l’anno successivo fra i diversi talenti, Benito Manzi sceglierà anche Fabio Catena, figlio di Monaldo, poi venuto a mancare in un incidente stradale. Decisivo per la Top 11 tuttavia è il 1989: Manzi si troverà a contatto con il piccolo talento di Gianluca Cherubini, che farà strada nella Reggina e poi nella Roma, e insieme a lui ragazzi come Pau, che lo stesso Minichino ricorda ancora oggi con grande soddisfazione, e poi ancora Mazzini, Dal Monte e Napoletano.
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