I bivi del destino, si sa, possono essere insidiosi, a volte possono apparire addirittura irridenti.
Ci pensa e sorride Salvatore Cangiano, per tutti Sasà, dal 17 agosto tecnico di un Colleferro che, rimasto orfano di Fabrizio Paris, ha puntato forte sulla sua voglia di rilanciarsi dopo la chiusura del suo rapporto con il Palestrina.
Ma il destino è anche un boomerang che ti torna indietro ed ecco allora che domenica prossima al Caslini busserà proprio quella formazione arancioverde con la quale Cangiano ha prima avuto modo di vincere un campionato da calciatore e nella quale ha avuto successivamente modo di lanciare la sua carriera da tecnico.
Storie di ieri che ritornano, ma senza rivalse o conti da pagare.
Quella di domenica sarà, come sempre, una gara da vincere, ma la vigilia in casa Cangiano è ulteriormente condita dall’ironia perchè il fato vuole che nel Palestrina militi Riccardo, brillante centrocampista classe ’97.
Sasà non può proprio esimersi dal pensare al prossimo futuro perchè la partita in casa sua è già cominciata da un pezzo.
A lui è spettato il compito di raccontarci i suoi sentimenti alla vigilia di una partita che in famiglia sta già scatenando ogni genere di battuta.
Mister, due pareggi in trasferta senza subire gol ed una vittoria di prestigio al Caslini contro il temibile Gaeta.
Come inizio non c’è male.
“Credo che il nostro sia stato un avvio importante, tenendo anche conto che personalmente sono stato chiamato dalla società solo il 17 agosto in sostituzione di Paris e che dunque eravamo in ritardo rispetto alle altre squadre”.
Esser partiti con qualche aspettativa in meno rispetto alle scorse stagioni potrebbe dare paradossalmente uno slancio diverso alla stagione del Colleferro?
“La società non ha fatto proclami ed alla squadra chiede un campionato tranquillo.
Quest’anno ha allestito un organico numericamente meno ricco delle scorse annate, anche se abbiamo gente importante come Romondini, Marini e D’Ambrosio.
Intorno ad un nucleo di pochi giocatori d’esperienza ruota però una squadra giovane.
Non partiamo per vincere, questo è chiaro, però portiamo un nome altisonante e vogliamo onorarlo al meglio su tutti i campi”.
Che tipo di campionato sta vedendo in queste prime giornate?
“Le ultime stagioni le ho vissute in Serie D, però l’Eccellenza l’ho vissuta in passato e, come sempre, credo che questo sarà un campionato equilibrato e reso ancor più difficile a causa di qualche terreno di gioco particolarmente difficile.
Mi aspetto un torneo in cui ogni singola partita sarà ostica da affrontare ed alla fine lo vincerà la squadra espressione della società più sana e regolare”.
Chi lo vincerà, a suo giudizio?
“Le favorite sono tre: Vis Artena, Gaeta e Cassino.
Sono squadre costruite per vincere e credo saranno loro a giocarsi il campionato, anche se il Gaeta contro di noi ha perso ed il Cassino è partito un po’ con il freno a mano tirato”.
Domenica al Caslini arriva il Palestrina, non un avversario qualsiasi per lei…
“Ringrazierò sempre il presidente Augusto Cristofari per avermi portato a Palestrina, dove ancora vivo, e successivamente per avermi dato la possibilità di allenare la squadra in D.
Il mio cuore è lì.
Di quella squadra sono stato anche il capitano ed ho provato l’emozione di vincere un campionato.
Ricordi meravigliosi, che però appartengono al passato.
Adesso quella maglia la indossa mio figlio Riccardo e domenica me lo troverò di fronte, anche se…”.
Anche se?
“Anche se ha un’influenza intestinale ed io, scherzando, gli ho detto: “In queste condizioni è meglio se non giochi questa domenica”.
Domenica scorsa è stato tra i migliori in campo e non sarebbe male non trovarselo di fronte (ride)“.
Immagino che sul versante prenestino non nutrano la vedano allo stesso modo…
“Ho riferito la battuta al presidente Cristofari, con cui i rapporti sono rimasti splendidi, e lui mi ha risposto: “Se Riccardo non scende in campo contro di te, io lo caccio”.
Mi sa tanto che non c’è speranza”.
Che giocatore è Riccardo?
“Un centrocampista centrale con senso della posizione e buone geometrie”.
Come il papà, quindi.
“Ma voi nel Lazio mi avete visto in età matura.
Da giovane il mio ruolo era più affine a quello dell’altro figliolo, Gianmarco (talento dei Giovanissimi Nazionali della Roma, ndr).
Ero sicuramente più dinamico ed agivo da esterno offensivo”.
Che Palestrina immagina di trovarsi di fronte fra tre giorni?
“Loro non hanno avuto un avvio facile, ma restano comunque una buona squadra.
Hanno gente che lo scorso anno è stata a lungo in lotta per vincere il Girone A di Eccellenza a Fonte Nuova ed in più sono rimasti ragazzi che già avevo con me l’anno scorso in D come Rossi, Fratarcangeli e Palombo.
A lungo andare, sono convinto che carbureranno e disputeranno una stagione tranquilla.
Mi aspetto una partita dura, ma noi dobbiamo scendere in campo con l’obiettivo di avere un solo risultato a disposizione: la vittoria”.
Cosa sarebbe disposto a fare, pur di battere il Palestrina domenica?
“Qualsiasi cosa, ma non per il Palestrina, sia chiaro.
Vorrei ottenere i tre punti perchè ci darebbero morale e ci spingerebbero a fare ancora meglio in futuro”.