A cura di Matteo Lanzi
Nel mondo del calcio, come in tutti gli sport, spesso le regole cambiano in fretta. Si cambia per migliorare, o almeno per provarci. Sarà stato così anche per la regola relativa allo svincolo degli allenatori?
E’ presto per dirlo, ma quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è singolare, con molti tecnici che cambiano squadra a stagione in corso per approdare in altri club, magari trovandosi su panchine diverse a distanza di 7 giorni. Un mercato in fermento che sta però facendo perdere in parte i punti di riferimento tecnici nelle varie società.
Per fare un po’ di chiarezza abbiamo chiesto il parere di uno degli allenatori del nostro calcio che più si è fatto conoscere a livello nazionale, anche e soprattutto nel professionismo: Sandro Pochesci.
Sandro, quest’anno sei al momento libero. Ti manca il campo da gioco?
“Questo sport per me è una profonda passione. Non ti nascondo che avrei piacere di iniziare un nuovo progetto, magari in categorie molto importanti, ma non dipende da me, devi venire scelto. Quello che posso fare al momento è solo rimanere aggiornato in attesa della chiamata giusta“.
Un calcio che tu conosci da diversi anni ma che, negli ultimi mesi, sta cambiando parecchio.
“Quello che sta venendo un po’ a mancare da parti di alcuni è la passione: a volte vengono fatte delle scelte o inserite delle regole che poco hanno a vedere col nostro mondo e gli artefici sono persone che col calcio non c’entrano niente. Penso alla caduta del vincolo per i ragazzi under 16 per le società dilettantistiche, che ora possono essere depredate dalle professioniste di atleti cresciuti in casa, con sforzi economici e tecnici importanti, senza avere il giusto compenso economico. Così si va a ledere la base della piramide, che poi sorregge tutta la giostra“.
E’ cambiato tanto anche per gli allenatori: cosa pensi delle nuove regole?
“Il tema è ampio. Diversi anni fa mi sono espresso pubblicamente, sia in federazione che a Coverciano, in merito all’opportunità di aprire più finestre di mercato anche per gli allenatori, oltre a quella estiva. Era ingiusto che questa possibilità, che esisteva già per i giocatori ed i dirigenti, fosse negata ai tecnici. Ora sicuramente ci sono più occasioni“.
Quindi sei d’accordo?
“Non del tutto, credo si sia un po’ andati oltre. Faccio una distinzione tra dilettanti e professionisti. Per i primi il limite è fissato al 30 novembre e credo sia corretto: dopo 2-3 mesi di campionato è giusto dare la possibilità alle società di cambiare ma al tempo stesso agli allenatori di ripartire subito, visto che manca ancora tanto al termine della stagione. Soprattutto c’è il vincolo che la nuova squadra non debba partecipare allo stesso girone o categoria, così si protegge anche il regolare andamento del campionato. Questo è un movimento positivo. Nei professionisti invece il termine è stato fissato a dicembre e credo sia troppo tardi: ormai la stagione è entrata nel vivo, una buona parte delle giornate è alle spalle e c’è poco tempo per il tecnico di adattarsi, visto che il nostro mestiere richiede più tempo di applicazione rispetto ai giocatori. Il mercato degli allenatori professionisti è vario ed è giusto dare l’opportunità a tutti, però così si creano dinamiche particolari che non condivido. Nel professionismo poi c’è anche l’opportunità di andare all’estero, quindi perché arrivare a dicembre per cambiare squadra?“.
Pungente, preciso e dettagliato come sempre. Con l’augurio, grande, di rivederlo presto su una panchina prestigiosa.