Certosa, De Angelis: “C’è rammarico per le sconfitte, ma ci siamo rimessi sulla giusta strada. La Coppa porta via tante energie”

Certosa, De Angelis: “C’è rammarico per le sconfitte, ma ci siamo rimessi sulla giusta strada. La Coppa porta via tante energie”

 

A cura di Carlo Edoardo Canepone

Dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia Eccellenza, per il Certosa di mister Marco Russo è arrivata anche la dolorosa sconfitta in campionato contro il Colleferro. La classifica comincia a farsi pericolosa e tra pochi giorni i neroverdi saranno ospiti dell’Aranova in un’altra complicata gara contro una squadra forte ed attrezzata per l’alta classifica. Del momento del club di via di Centocelle, ne abbiamo parlato con il terzino classe 2002 Andrea De Angelis, un giovane arrivato in estate che ha però alle spalle già un’importante esperienza nel professionismo, visto l’anno di Primavera al Genoa.

“Andrea, la scorsa settimana due sconfitte tra Coppa e campionato che non hanno certo fatto bene alla squadra, com’è l’umore nello spogliatoio in questi giorni?”

“C’è stato sicuramente un po’ di rammarico per le prestazioni, soprattutto durante i primi giorni della settimana. Però, sappiamo che queste mancanze sono state più per demeriti nostri e non tanto per gli avversari. Conosciamo il nostro potenziale, quanto siamo bravi.  Le sconfitte ci hanno fatto male, ma credo che ci siamo già rimessi sulla giusta strada”

“Alla luce di questo, in che modo avete studiato e preparato la partita contro l’Aranova?”

“Loro sono una squadra forte, soprattutto fisicamente. Ci aspetta una partita maschia, come quella contro il Colleferro. L’abbiamo preparata al meglio e daremo il massimo”

“Quanto può aver inciso il doppio impegno sui risultati che avete ottenuto in campionato in questo avvio di stagione?”

“Sicuramente aver giocato quattro partite in più ha fatto la differenza. Va detto che comunque ci sono altre squadre che le hanno giocate come noi, però dipende anche dagli incastri. La Coppa ti porta via tante energie e ti costringe a preparare ogni partita in poco tempo”

“A tuo avviso, il ritardo che accusate oggi in campionato da chi è davanti, è colmabile?”

“Sappiamo tutti che questo campionato è difficilissimo e che non ci sono squadre materasso. Sono passate solo dieci partite e c’è chi parte meglio e chi peggio. Rimango del parere che si vedrà tutto alla fine, tireremo delle righe e capiremo dove abbiamo fatto bene e dove potevamo fare meglio. Penso che questo campionato sia ancora molto lungo e che possa succedere di tutto, anche perché ci sono tante variabili”

“Tu hai alle spalle un’avventura nella Primavera del Genoa nel professionismo, ci racconti quell’esperienza?”

“Ho cominciato a giocare con i grandi molto presto. A 17 anni ero alla Lodigiani, poi mi chiamò l’Audace Genazzano per fare l’Eccellenza. Ero giovane e non mi aspettavo di giocare subito, invece feci praticamente tutte le partite. Grazie a quell’anno sono riuscito ad arrivare a Genova: un giorno scese l’allora direttore del settore giovanile del Genoa, mi vide in una partita e ci fu questo interessamento. Da parte loro fu una scommessa perché mi avevano visto solo in quell’occasione visto che poi arrivò il Covid e chiusero tutto. Andai su e feci un bell’anno. Sicuramente difficile, perché ero giovane e alla prima esperienza lontano da casa. Giocai anche diverse partite. L’unico rammarico forse è quello di essere rimasto una sola stagione… Poi scesi al Monterosi in Serie C e poco dopo all’Artena in D. Poi sono risceso in Eccellenza per riprendere a giocare con regolarità, prima di un’esperienza in Eccellenza abruzzese”

“Quale è la tua ambizione da calciatore?”

“Se ci fosse la possibilità sarebbe bello salire di nuovo di categoria, ma so che è molto difficile. Forse è meglio così, perché se fosse facile magari ci sarebbero meno stimoli, mentre se una cosa è complicata da raggiungere allora hai anche più voglia di farcela”

“Perché in estate hai scelto il Certosa?”

“Si erano affacciate altre squadre, ma ho fatto una scelta di pancia. Avevo sentito anche Massimo Ciuferri e mi aveva detto che qui c’è un ambiento perfetto, indipendentemente dal lato economico che per me non è la cosa più importante. Poi, il direttore mi ha fatto una grandissima impressione trasmettendomi molta calma, competenza e fiducia. Mi conosceva e mi ha fatto sentire importante, qui mi sento al centro di un qualcosa”