Il Certosa, che non nasconde evidenti ambizioni di crescita nel corso delle prossime stagioni e che già dalla prossima intende recitare un ruolo di primissimo piano a prescindere dalla categoria in cui troverà collocazione, ha puntato forte su mister Marco Russo.
Già difensore centrale di buon livello (tra le altre, ha indossato anche le maglie di Rinascita ’79, Tor Tre Teste e Vigor Perconti), una volta appesi gli scarpini al chiodo si è presentato portando il Giardinetti dalla Seconda Categoria in Promozione con tanto di indimenticabile double in Prima Categoria, prima delle ultime esperienze sulle panchine di Atletico Torrenova e Pro Calcio Tor Sapienza.
Da qualche settimana per lui si sono spalancate le porte del club di via di Centocelle, dove condividerà con il fratello Massimiliano, già direttore generale della società, e con i fedelissimi Marco Santolamazza e Paolo Michesi un’avventura che si preannuncia elettrizzante.
“L’idea di aderire a questo progetto e partecipare alla gestione di questa società è nata all’improvviso – esordisce Russo – Dal di fuori avevo la percezione di un club dalle grandi potenzialità, ma purtroppo frenato, come tutti gli altri, dalle problematiche del momento che stiamo vivendo.
Con mio fratello Massimiliano, che è maniacale sotto il profilo organizzativo, con Marco e con Paolo, con cui mi accomuna lo stesso modo di intendere il calcio, abbiamo deciso di affrontare questa sfida, cominciando a migliorare alcuni aspetti gestionali, modificando lo staff con l’inserimento di tecnici qualificati per dare nuovo impulso al nostro progetto”.
Collocato in un quadrante storicamente fondamentale per la nostra città dal punto di vista della densità abitativa e della cultura sportiva, il nuovo corso del Certosa sta già riscuotendo consensi e rinnovato interesse da parte delle famiglie del quartiere.
“Aver pubblicizzato in maniera capillare i cambiamenti in atto della società sta dando indubbiamente dei frutti importanti – conferma il mister – Abbiamo già avuto una forte risposta da parte del quartiere e di certo non intendiamo fermarci qui.
Nelle nostre intenzioni la crescita della scuola calcio, dell’agonistica e della prima squadra deve procedere di pari passo e questo è il primo obiettivo che ci siamo prefissati.
Per quanto riguarda quest’ultima, che da allenatore seguirò più da vicino, non vogliamo nasconderci dietro un dito: io non ho mai amato il ruolo del comprimario.
Io ed il Certosa vogliamo essere protagonisti”.
Un’indicazione che trova conferme sul mercato, dove più di un calciatore di rango è stato già accostato ai destini neroverdi.
“Il nome di Michele Gallaccio è già trapelato, ma non sarà certamente il solo – sorride sornione il tecnico romano – Già in settimana ufficializzeremo accordi con giocatori che potrebbero tranquillamente giocare in Serie D, ma che hanno accettato la nostra corte perché convinti dalla serietà e dalla bontà del nostro progetto.
Durante la pandemia tutti hanno avuto difficoltà economiche, questo è innegabile, però la mia sensazione è che qualche realtà ci abbia un po’ marciato ed i giocatori, che non sono degli sprovveduti, se ne sono resi conto”.
Per quanto concerne la categoria in cui sarà iscritto il Certosa, dovrebbe essere la Promozione, anche se a Russo non dispiacerebbe tornare a confrontarsi fin da subito con il massimo campionato regionale.
“Il ds Paolo Michesi preferirebbe partire con calma e cercare di vincere sul campo, mentre io gradirei parecchio l’idea di assaporare subito alcune sfide in Eccellenza alle quali tengo particolarmente – sottolinea con un pizzico di ironia il tecnico – Il grande Tonino Ranieri, che per cinque stagioni è stato il mio Presidente al Giardinetti, mi ha sempre detto: “Il Calcio è una ruota, tutto torna”.
Personalmente la vedo allo stesso modo…”.
Nella nuova avventura sarà seguito dai preziosissimi e fidati Michesi e Santolamazza.
“La loro presenza è fondamentale per me, ci accomuna la stessa passione e la stessa visione di questo sport – riflette Russo – Sono due persone oneste e sincere ed in più la loro razionalità rappresenta uno scudo importante per me che, a volte, sono un po’ impulsivo (ride)…
Nella vita e nel calcio migliorare è sempre possibile, però credo che le ultime stagioni da allenatore mi abbiano aiutato a crescere nella lettura a gara in corso e nel rapporto con i calciatori.
Ho capito che non ci si può relazionare allo stesso modo con ciascuno di loro, ma bisogna trovare la chiave giusta per farlo.
Se c’è una cosa di cui vado particolarmente fiero è quella di essere un uomo aperto al dialogo ed al confronto, non indosso i paraocchi”.
Le varianti di cui tanto si parla nelle ultime settimane alimentano ancora un po’ di preoccupazione, ma la fase peggiore della pandemia sembra ormai passata.
“Mi auguro con tutto il cuore che non ci siano ulteriori blocchi in futuro, perché probabilmente segnerebbero in maniera definitiva il destino del calcio dilettantistico – chiosa l’allenatore del Certosa – Dobbiamo essere fiduciosi e pensare positivo.
Usando le dovute accortezze e giocando questa partita con l’obiettivo di dare il massimo di noi stessi”.