Civitavecchia, Paolo Caputo indica la rotta: “Stiamo superando le difficoltà. Questa società è come una famiglia e punterà al salto di categoria”

Civitavecchia, Paolo Caputo indica la rotta: “Stiamo superando le difficoltà. Questa società è come una famiglia e punterà al salto di categoria”

Nel Girone A di Eccellenza, una delle squadre più accreditate al salto di categoria è sicuramente il Civitavecchia di Paolo Caputo, neo tecnico ma in realtà vecchia conoscenza della società del Patron Patrizio Presutti. Nerazzurri che nelle ultime due gare hanno fermato sul pari le prime della classe nei due scontri diretti consecutivi disputati. Segno che anche i tirrenici vogliono rimanere fino alla fine di diritto in pole per la ricorsa alle posizioni di vertice della graduatoria.
Ed è proprio di questo che abbiamo parlato con l’allenatore approdato da poco sulla panchina del Civitavecchia. Si tratta di un ritorno a stretto giro di posta dall’ultima esperienza per il coach dei tirrenici che ci ha parlato della sua squadra in questo ultimo segmento di una stagione che si appresta ad entrare nella sua fase decisiva.

Mister, è qui da poco ma è come se non se ne fosse mai andato, poiché questa è casa sua. Oltretutto, è uno degli specialisti della categoria. Quindi sa sicuramente quali siano i tasti giusti da toccare per rilanciare una squadra. Che ambiente ha ritrovato e che cosa secondo lei è già migliorato dopo il suo arrivo?
Ho trovato una squadra un po’ depressa. Credo che fosse impaurita per via dei risultati che aveva conseguito nell’ultimo mese e mezzo. Venivamo da due punti in cinque partite e quindi eravamo abbastanza distanziati dal primo posto in classifica. Stiamo lavorando molto sul piano dell’autostima. Ma io credo che già dalla partita che abbiamo visto domenica ad Aprilia contro il Centro Sportivo Primavera, la squadra sia sembrata trasformata. A me è piaciuta”.

Crede dunque che ci sia già qualche suo merito in questo?
Io penso che servisse solo un po’ di serenità ai ragazzi. La bravura è stata la loro che anche ieri hanno mostrato tanto coraggio, tanto carattere e tanta voglia di vincere. Peccato perché credo che onestamente un punto ci stia un pochino stretto”.

Avete impattato per due volte consecutive con le prime due della classe che sono le uniche che vi precedono. Ciò significa che è un campionato ancora aperto dove i valori si equivalgono. Non pensa allora che sia ancora possibile rientrare per arrivare alla vittoria del girone?
Io adesso a questo non ci penso perché non voglio far credere ad un obiettivo che, al momento, essendo realistici, è molto difficile da centrare. Sono convinto però che possiamo giocarcela fino in fondo per il secondo posto.
Un piazzamento per il quale ci sarà grande bagarre tra tre-quattro squadre. Io intanto posso dire di essere convinto del fatto che una prestazione come quella di ieri è di buon auspicio per poter lottare fino alla fine”
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Anche perché c’è ancora un jolly da giocare chiamato Manuel Vittorini che ha un potenziale che tutti conosciamo ma che è rimasto ancora in parte inespresso in questa stagione..
Manuel ha subìto un infortunio, quindi diamogli del tempo per recuperare ed essere al top. Ieri comunque è tornato al gol. E questo anche perché tutta la squadra sta ricominciando ad esprimersi su buoni livelli. Sono già due partite che abbiamo si preso gol, ma su due incidenti”.

È vero. Soprattutto quello contro l’Anzio, da rimessa laterale..
Si, che pensavano fosse punizione in nostro favore. Ma anche ieri siamo stati puniti oltre i nostri demeriti per una palla che ha rimbalzato male su un terreno diabolico..

Parlando invece di lei, quali sono i motivi che l’hanno spinta a rimettersi in gioco in panchina dato che sembrava orientato verso una carriera dirigenziale?
Il mal di panchina, purtroppo (ride, ndr).
È difficile rimanere fuori. E lo è ancora di più in una situazione come la mia, laddove ti trovi a vivere in un contesto nel quale conosci tutti e il Presidente, il Direttore Generale e tutta la dirigenza sono per te degli amici. Oltretutto, rispetto ad una chiamata da parte loro, che hanno riposto fiducia in me, non mi sembrava corretto declinare”.

C’è appunto grande sintonia. Può  tradursi questa in un progetto vincente nel medio lungo periodo?
“Bisogna procedere un passo alla volta. Perché io sono arrivato soltanto da un paio di settimane ed il lavoro dell’allenatore ha bisogno di un po’ di tempo. La società è fantastica ed è una di quelle invidiate da tante persone perché nel giro di poco tempo ha saputo tirare su un qualcosa di straordinario. Quindi credo che, nell’arco di un tempo comunque limitato, sarà pronta per il salto di categoria. Dipende un po’ da tutti”.

E qui arriviamo a parlare di come si sta trovando a livello ambientale. Come si è sentito accolto da una tifoseria che ormai penso sia anche un po’ la sua?
Civitavecchia è la mia città. Io qui, prima ancora di essere stato giocatore e poi allenatore, ero anche tifoso di questi colori.
Per cui mi rispecchio in loro ed è come se fossimo tutti una famiglia. Ho ottenuto poi due promozioni dall’Eccellenza alla Serie D. Quindi  non può che esserci un legame molto profondo”.

Qual è la squadra concorrente che può impensierivi nella rincorsa per il raggiungimento delle prime posizioni a fine stagione?
Ci sono almeno altre squadre che gareggiano insieme a noi e sono la Boreale ed il CS Primavera, oltre alla solita W3 Maccarese che ovviamente merita come sempre le dovute attenzioni. A queste  io poi aggiungerei anche l’UniPomezia per la quale bisogna avere un occhio di riguardo”.