Di Alessandro Bastianelli.
Sono stati la causa del risultato più imprevedibile della giornata, o ne hanno il merito, a seconda del punto di vista con il quale si è analizzata Viterbese – Cynthia.
Domenica scorsa, i ragazzi di Santolamazza hanno compiuto un piccolo miracolo, fermando la capolista sul 3 – 3 e rischiando anche di vincere la partita: al 30′ del primo tempo, i castellani conducevano 3 – 1 davanti all’attonito pubblico del Rocchi, già pronto a festeggiare i gialloblu nella propria casa.
Il risultato e la prestazione del Rocchi sono il biglietto da visita che Di Ventura e soci si apprestano a mostrare ad Ostiamare e Albalonga, prossimi avversari di un finale di campionato bollente.
Abbiamo scambiato due chiacchiere proprio con Di Ventura, mediano e capitano della banda di giovani che si sta giocando la salvezza fra le mura del Comunale e le colline dei Castelli Romani.
Mario, la copertina dell’intervista spetta di diritto alla prestazione che avete offerto domenica scorsa contro la Viterbese.
C’è rammarico per la rimonta della Viterbese? L’impresa si è trasformata in un rimpianto?
Credo che in pochi quest’anno possano vantarsi di aver fermato la Viterbese in casa propria.
Senza dubbio potevamo gestire meglio il vantaggio nel primo tempo, ma ce ne vuole per dire che sono due punti persi: la Viterbese ha fatto un grande secondo tempo, occorre ammetterlo, potevano anche vincere e siamo stati bravi a restare concentrati.
Il nostro rammarico è quello di non saper riproporre prestazioni del genere negli scontri diretti.
Il riferimento è alla gara con il Muravera, immagino.
Ti sei chiesto il perché di questa vostra metamorfosi, che vi rende belli con le grandi e timidi con le piccole?
Abbiamo affrontato questo argomento all’interno dello spogliatoio e abbiamo capito quali sono stati i nostri limiti.
In primis, ti confesso che il campo del Comunale non facilita le nostre caratteristiche: siamo una squadra tecnica, veloce e propositiva e giocare su un campo trascurato ci ha penalizzato quest’anno, non a caso in trasferta abbiamo dato il meglio di noi come a Lanusei e Olbia.
Ma questo non può essere un alibi, c’è una componente mentale in questo problema che non vogliamo trascurare.
Quando giochiamo con le grandi siamo più tranquilli e sicuri dei nostri mezzi, mentre negli scontri diretti l’importanza della posta in palio ci ha spesso innervosito e deconcentrato. Stiamo lavorando duramente per affrontare con tranquillità le ultime partite e gli eventuali play out, siamo una squadra che quando gioca tranquilla non deve porsi limiti.
Entriamo nella questione salvezza: qual è il clima dello spogliatoio? Quante percentuali dai al Cynthia di salvarsi, play out compresi?
Da un mese e mezzo sto provando a tranquillizzare i miei compagni con una parola chiave: tranquillità.
Evitiamo i conti, non facciamo calcoli e giochiamo senza pressioni, ma facendo leva sulle consapevolezze che abbiamo acquisito negli ultimi due mesi. Devo dire che sono molto fiducioso, siamo sereni e la prestazione di Viterbo ci ha dato una grossa iniezione di fiducia, non do numeri ma abbiamo grandi possibilità di salvarci anche passando per i play out.
Domenica al Comunale arriva un’Ostiamare già salva, che gara ti aspetti?
Di certo mi aspetto una partita vera, senza nessun regalo da parte loro.
Nel calcio, e nella vita in generale, non ti regala niente nessuno, l’Ostiamare si è appena tirata fuori dalla bagarre salvezza ma il loro ‘premio’ non è qualche gita fuori porta, immagino che non verranno a farsi una passeggiata ai Castelli ma vorranno vincere e mettersi in mostra.
D’altronde con queste belle giornate ti torna anche la voglia di giocare (ride ndr), sappiamo cosa ci aspetta: entrare in campo sereni, concentrati e giocare con tranquillità facendo quello che ci piace, ossia giocare bene e magari vincere.
Chiudiamo con uno sguardo al cuore.
Quest’anno sei tornato per la terza volta nella tua carriera al Cynthia. Cosa rappresenta per te questa squadra?
Rappresenta il sentimento che ho verso questo splendido paese che è Genzano.
Con Genzano c’è un legame particolare, mi piace il paese, conosco la sua gente, amo questa maglia e darò tutto quel che ho per salvarla dalla retrocessione.
Diciamo che fra me e il Cynthia c’è un rapporto ‘platonico’, quasi di amore-odio, altrimenti non sarei andato via per due volte (ride ndr). E’ evidente che qualche problema, in passato, c’è stato, nonostante gli sforzi e l’impegno della dirigenza per gestire la squadra, ma io amo il Cynthia e questo sentimento è l’unica cosa che conta.
Se anche mi rimandassero via, aspetterò la chiamata per tornare.