Ventiquattro anni compiuti a maggio, ma già tante emozioni vissute all’interno di quel rettangolo verde.
Definirlo talento in erba è improprio, ormai si muove con la personalità di un veterano, ma Alessio Bernardi sa abbinare la personalità che lo ha sempre contraddistinto ad un entusiasmo che è rimasto inalterato dai tempi gloriosi del Futbolclub di Roberto Baronio, quando faceva parte di quel meraviglioso gruppo di ’98 che per un biennio riuscì a sovvertire le consolidate gerarchie del calcio giovanile laziale.
“È stato un grande trampolino di lancio per me, di ricordi belli ne ho tanti – sottolinea il centrocampista – Il più caro probabilmente è la finale vinta per uno strano scherzo del destino proprio a Montespaccato contro una Roma in cui giocavano molti calciatori che adesso militano in Serie A.
Per me è stato un onore essere allenato da mister Baronio e con tanti dei miei compagni è rimasto nel tempo un legame importante, specie con Leonardo Nolano”.
Dopo gli anni dell’Arancia Meccanica il passaggio alla Primavera della Lazio, un rapporto, quello con i biancocelesti, che purtroppo è durato solo dodici mesi.
“Mi ha detto male – ricorda con un pizzico di rimpianto Bernardi – Quando mister Inzaghi venne mandato in prima squadra, la società ha liberato gran parte della rosa.
E’ stato un peccato perché inizialmente, venendo da un club dilettante e giocando sotto età, di sicuro avevo fatto fatica, ma piano piano mi ero adattato al nuovo contesto e francamente pensavo di essere confermato per la stagione successiva.
Purtroppo sono state fatte altre scelte…”.
In seguito, Alessio ha cominciato a respirare aria di Serie D ed Eccellenza, vestendo le maglie di Albalonga, Audace, Montespaccato e Pro Calcio Tor Sapienza, prima di legarsi ai colori neroverdi dalla scorsa stagione.
“Fin qui l’esperienza più intensa è stata quella al Montespaccato, dove abbiamo vissuto momenti straordinari, come ad esempio la vittoria casalinga con la Tivoli, insieme ad un gruppo di ragazzi che poi sono diventati veri e propri fratelli.
Penso a gente come Diego Gambale, Matteo De Dominicis, Nicholas Di Nezza e Flavio Colasanti che poi ho ritrovato anche nelle successive esperienze.
Il suo peggior difetto?
È un ritardatario cronico, il mio invece è quello di essere un po’ pignolo.
A volte anche troppo (ride)…”.
Dalla scorsa stagione Bernardi ha sposato con grande entusiasmo il progetto del Certosa.
“L’ho fatto in primis per la presenza del direttore Paolo Michesi e di mister Marco Russo, con cui avevo già lavorato in precedenza – spiega Bernardi – Da tre anni a questa parte con il mister ho instaurato un rapporto splendido, con lui mi trovo bene sotto tutti i punti di vista e gli devo davvero tanto.
Prendendomi sotto la sua ala protettrice, mi sta facendo crescere tantissimo.
Soprattutto a livello caratteriale”.
Il Certosa è partito benissimo tra campionato e coppa, poi sono arrivate le due sconfitte consecutive con Gaeta e Pro Calcio Tor Sapienza.
Solo sfortuna e casualità o avete anche commesso degli errori?
“A mio giudizio, le due prestazioni in questione sono state tra le migliori in assoluto, ma purtroppo siamo stati puniti da alcuni episodi molto sfortunati – dice il centrocampista neroverde – Forse c’è mancata solo un pizzico di cattiveria e cinismo negli ultimi sedici metri, ma sono convinto che, rimanendo uniti, riusciremo ad uscire da questo momento negativo”.
Domenica prossima arriverà la lunga trasferta a Monte San Biagio.
“Per noi sarà un match fondamentale, dobbiamo essere concreti e tornare a far punti per riprendere la nostra corsa verso le prime posizioni – prosegue Bernardi – Non dobbiamo fare tabelle, ma ragionare partita dopo partita, perché le somme si tirano solo alla fine.
Il nostro obiettivo comunque è far meglio della passata stagione”.
E quello personale qual è?
“L’anno scorso non ho realizzato neppure un gol, quindi miro a farne almeno cinque – sorride Bernardi – L’aspetto principale resta comunque il bene della squadra e rendermi utile in ogni occasione in cui verrò impiegato dal mister.
Per quanto riguarda il futuro, invece, la speranza è quella di vincere più campionati possibile”.