DA FEBBRAIO BANDO PER GESTIONE FLAMINIO

DA FEBBRAIO BANDO PER GESTIONE FLAMINIO

Nuova vita per lo stadio Flaminio. Il secondo impianto storico di Roma potrebbe presto trovare un ‘proprietario’ grazie a un bando che Roma Capitale presentera’ nelle prossime settimane. L’annuncio lo da’ il delegato del sindaco allo Sport, Alessandro Cochi, all’agenzia Dire: “A breve termine presenteremo un progetto che verra’ messo a bando” per l’affidamento in concessione dell’impianto, di proprieta’ del Comune. Successivamente “sara’ una commissione tecnica composta da esperti a valutere l’offerta migliore”. Cochi spiega che il “progetto da elaborare e’ complesso e ci stiamo lavorando insieme a Risorse per Roma gia’ da due mesi: sicuramente ci vorra’ un altro mese per definirlo, quindi penso che da febbraio potremo presentare l’avviso pubblico. Ma sicuramente lo faremo entro la fine della consiliatura prevista per maggio o giugno”. A vincere sara’ “l’offerta migliore dal punto di vista qualitativo, economico e soprattutto sportivo. Ricordo che il Flaminio costa ogni anno una cifra non inferiore ai 600-700mila euro, al momento stanziati dal Coni che ringraziamo in base a un accordo con il Comune (e’ l’unico impianto non ancora restituito lo scorso anno, ndr). I soldi da spendere sono tanti, ecco perche’ dovra’ prenderlo un soggetto forte economicamente e sportivamente, possibilmente pluridisciplinare. Chi gestira’ il Flaminio dovra’ avere delle energie e delle risorse economiche non indifferenti: parliamo sempre del secondo stadio di Roma e di una bellissima struttura inserita in un quadrante strategico con l’Auditorium, il Maxxi e altre opere. Oltretutto i problemi con i vincoli archeologici e con la famiglia Nervi saranno superati grazie al fatto che la destinazione finale resta a uso sportivo. Se non prendiamo provvedimenti- aggiunge Cochi- il trascorrere del tempo aumenterebbe la fatiscenza e questo degli amministratori responsabili non devono permetterlo”. Il Comune infatti aveva stanziato circa 2 milioni di euro per lavori di riqualificazione iniziati nel 2011 ma interrotti a causa del ritrovamento durante gli scavi di una necropoli romana. Nessuna preferenza sul possibile soggetto che fara ‘suo’ il gioiello disegnato da Nervi, ma il delegato allo Sport di Roma avanza un’ipotesi: “Tanti parlano della Polisportiva Lazio pero’ quando c’e’ un avviso pubblico tutti possono partecipare, anche dall’estero. Certo, quella della societa’ biancoceleste sarebbe una bella idea: ma bisogna trovare dei documenti, aderire a fideiussioni e garanzie economiche che non mi permetto di sapere se la Polisportiva Lazio e’ in grado o no di sostenere”. Ovviamente, conclude Cochi, “ci saranno i tempi tecnici per presentare i documenti, non stiamo affidando in concessione l’impianto sotto casa ma una grande struttura”. Definitivamente tramontate, quindi, le idee Lazio e Sei Nazioni. “Io mi ero permesso di suggerire il Flaminio al presidente Lotito ma lui ha sempre detto che l’impianto non soddisfa i criteri di patrimonializzazione che la Lazio calcio necessita. Romanticamente questa risposta mi dispiace ma ne prendo atto e mi rendo conto che i soldi da investire non sono i miei ne’ del Comune che ha la proprieta’ dell’impianto. Il bando togliera’ comunque ogni equivoco”. E intanto quella che doveva diventare la casa italiana del rugby e’ rimasta disabitata dopo il trasferimento della Nazionale all’Olimpico per il Sei Nazioni.
“Per molto tempo siamo stati impegnati nei lavori di adeguamento e aumento di capienza legati alle esigenze del Sei Nazioni (da 27mila a 41mila posti), ne avevamo parlato negli Stati generali della citta’ e lo stadio era stato destinato alla Fir da una delibera che risale addirittura all’amministrazione Veltroni”. Quei lavori “non sarebbero stati comunque sufficienti perche’ oggi sappiamo che il Sei Nazioni ha bisogno di 70-75mila posti.
Il presidente del Coni Petrucci, il sindaco Alemanno e i presidenti della Federugby, prima Dondi e adesso Gavazzi, hanno capito che giustamente dallo stadio Olimpico non ci si puo’ e non ci si deve spostare vista l’enorme capienza e la forte partecipazione di pubblico”.